Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Brexit-Corte-su-processo-di-uscita-deve-votare-il-Parlamento-ec7cac80-f977-49ce-949a-7d9fcbf03c86.html | rainews/live/ | true
MONDO

Accolto ricorso pro-Ue

Brexit, alta Corte di Londra: su processo di uscita deve votare il Parlamento

La premier May aveva rivendicato il diritto di invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona per l'uscita dalla Ue senza passare per un voto parlamentare. Potenzialmente il Parlamento potrebbe bloccare la Brexit.

Condividi
L'Alta Corte di Londra ha stabilito che il Parlamento britannico debba esprimersi sull'avvio o meno della procedura di uscita dalla Unione Europea. Questo significa che il governo del premier Theresa May non potrà presentare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, che avvia il divorzio di un Paese, senza il 'via libera' del Parlamento. La Corte ha accolto la richiesta di un gruppo di attivisti pro-Ue, guidati da Gina Miller.

Il governo britannico si è detto deluso dalla decisione dell'Alta Corte. "Il governo è deluso. Il Paese ha votato per lasciare l'Ue in un referendum consentito da leggi del Parlamento. Il governo è determinato a rispettare il risultato del referendum", ha dichiarato il ministro del Commercio, Liam Fox. "Questa sentenza solleva un'importante e complessa questione di diritto ed è giusto che la consideriamo con prudenza prima di decidere come procedere", ha aggiunto. 

La sterlina si è rafforzata dopo la decisione dell'Alta Corte britannica.

Chi è Gina Miller, la donna che ha battuto May sulla Brexit
E' stata una donna, Gina Miller, filantropa e co-fondatrice del fondo d'investimento SCM Private, a guidare il gruppo di cittadini firmatari del ricorso all'Alta Corte, aprendo il caso giuridico costituzionale più importante da generazioni.

"Il risultato di oggi riguarda tutti noi: il nostro Regno unito e il nostro futuro - ha detto Miller dopo la lettura della sentenza del tribunale presieduto da Lord Thomas -. Non riguarda come ciascuno di noi ha votato, ciascuno di noi ha votato come riteneva fosse la cosa giusta per il nostro Paese". "Comunque abbiate votato il 23 giugno, dobbiamo tutti al nostro Paese la difesa degli standard più elevati di trasparenza e democrazia per i quali siamo ammirati a rispettati in tuto il mondo" ha detto Miller. Le sue parole, fuori dall'alta Corte hanno provocato applausi tra gli astanti.

Durante l'udienza Miller ha raccontato di aver ricevuto "minacce e insulti" dopo aver promosso il ricorso. In un'intervista all'Independent qualche settimana fa ha detto di aver votato "remain" al referendum del 23 giugno scorso, ma di non essere schierata nettamente per la permanenza nella Ue. "Ho sempre detto di non volere il "remain " a tutto i costi. La mia idea era di restare, riformare, riesaminare".

Miller, 51 anni, è nata in Guyana ed è cresciuta nel Regno Unito. Ha aperto Miller Philanthropy nel 2009 e ha finanziato la Margaret Thatcher infirmary al Royal Hospital Chelsea di Londra oltre ad altre inziaitive caritatevoli.