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MONDO

E' già braccio di ferro

Brexit infinita. Johnson vuole rinegoziare, l'Ue respinge e avverte: "Rischi se non paga il conto"

Il neo premier britannico chiede a Bruxelles di rinegoziare l'accordo siglato da May e di annullare la soluzione di "backstop" per quanto riguarda i confini fra le due Irlande. Irlanda: Johnson è in rotta di collisione con noi e con l'Ue. Il messaggio di Berlino: "Campagna finita, ora calmati"

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Si va verso una situazione di stallo nel lungo processo della  Brexit. Secondo quanto riportano i media inglesi, infatti,  Downing Street avrebbe fatto sapere con chiarezza alle controparti europee che è pronta a riprendere i negoziati, ma solo a condizione che l'Unione Europea accetti di rinegoziare l'accordo siglato con Theresa May e in particolare di annullare la soluzione di "backstop" per quanto riguarda i  confini fra le due Irlande. Due condizioni che la Ue ha già fatto sapere di ritenere inaccettabili e solo nelle scorse  ore Jean Claude Juncker ha ribadito che l'accordo siglato con la May è l'unico possibile per quanto riguarda la Ue.

Al momento, dunque, bocce ferme e difatti Downing Street ha fatto sapere che non vi sono in programma nuovi negoziati e che  Johnson è "stato chiaro su quale base vi debba essere  perché i colloqui possano riprendere". "Non vi è una data a  cui si possa ora fare riferimento - ha spiegato un portavoce  di Downing Street - il primo ministro è stato molto chiaro  che è pronto ad intavolare queste discussioni ma ovviamente  il punto centrale è che l'accordo separazione non passerà  mai l'esame del Parlamento e che questo significa che bisogna  rivedere l'accordo'. Johnson sembra dunque intenzionato  almeno per il momento a tenere duro sulla propria promessa,  ovvero che il Regno Unito uscirà dalla Ue il 31 ottobre a  qualsiasi costo, con o senza accordo di separazione  concordato con la Ue.   

Irlanda: Johnson è in rotta di collisione con noi e con l'Ue
Boris Johnson "sembra aver preso deliberatamente la decisione di mettere la Gran Bretagna in rotta di collisione con l'Unione Europea e con l'Irlanda in relazione ai negoziati sulla Brexit". Lo ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri di Dublino, Simon Coveney, commentando le prime dichiarazioni del nuovo primo ministro britannico contro il backstop e per una revisione sostanziale dell'intesa di recesso raggiunta da Bruxelles con Theresa May.   "C'è solo da domandarsi perché lo stia facendo", ha proseguito Coveney citato dalla tv irlandese Rte a margine di una visita a Belfast, lasciando intendere senza dirlo di sospettare che Johnson possa volersi preparare a ipotetiche elezioni anticipate a cui presentarsi come paladino della Brexit e difensore dell'orgoglio nazionale contro le rigidità dell'Ue.   In ogni caso, secondo Coveney, le affermazioni fatte ieri da Johnson ai Comuni "non aiutano i negoziati: non resta che aspettare e vedere se il messaggio di Londra cambierà".

Oettinger: Londra si espone a rischi se non paga il conto Ue
Guenther Oettinger avverte il neo premier britannico Boris Johnson: la Gran Bretagna si espone a "pericoli" se, in caso di una Brexit senza accordo, decidesse di non saldare il conto di svariati decine di miliardi all'Unione europea.   Il commissario Ue al Bilancio lo ha affermato in un'intervista al quotidiano tedesco Tagesspiegel: una tale scelte metterebbe a rischio la solvibilità del Regno Unito. I saldi dovuti sono "documentati e verificabili" ed erano stati accettati dalla precedente premier, Theresa May, insiste Oettinger. Inoltre, un diniego da parte di Londra metterebbe a rischio le collaborazioni britanniche con la Ue, come per esempio il programma di ricerca Horizon. A detta del commissario, infine, la cifre evocata da Johnson (44 miliardi di euro) "non è stata concordata con Bruxelles".

La Francia avverte Johnson: no giochetti o provocazioni
La Francia mette in guardia Boris Johnson da eventuali "giochetti", "posture" o "provocazioni" nei negoziati sulla Brexit: intervistata questa mattina dalla tv di Stato France, 2, la segretaria di Stato francese agli Affari europei, Amélie de Montchalin, ha auspicato che "nelle settimane a venire" si negozi "in modo calmo" e "in condizioni serene"sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Johnson? "Preferisco commentare gli atti piuttosto che i discorsi, soprattutto i discorsi elettorali o di ingresso al governo. Preferisco che si possa lavorare" con lui, ha spiegato, aggiungendo che oggi"abbiamo l'accordo sul tavolo",  riguarda le nostre "relazioni future" e "bisogna essere responsabili". "Questo - ha avvertito- significa che bisogna essere chiari, prevedibili, bisogna riuscire a creare una relazione di lavoro, che non sia nei giochetti, nelle posture, nelle provocazioni". "Se non c'è accordo - ha concluso Montchalin - ciò significa che non avremo relazioni di fiducia".

I messaggi di Berlino a Johnson: "Campagna finita, ora calmati"
"Il mio messaggio al nuovo premier britannico è molto chiaro: Boris, la campagna elettorale e' finita. Ora calmati". Dopo Parigi, che ha chiesto a Boris Johnson di evitare "giochi o provocazioni" in vista del suo incontro, tra qualche settimana, con Emmanuel Macron, ora anche Berlino lancia i suoi avvertimenti in direzione Londra: è il ministro di Stato tedesco agli Affari esteri con delega all'europa, Michael Roth, a rivolgersi così al nuovo inquilino di Downing Street durante un'intervista al secondo canale pubblico Zdf.

"Ulteriori provocazioni non sono d'aiuto", afferma ancora il membro del governo di Angela Merkel, il quale ribadisce che l'accordo negoziato con l'Ue per la Brexit non verra' riaperto. "In questo l'Ue rimane unita", spiega Roth, aggiungendo che è "ingenuo pensare che l'Unione europea si faccia ricattare" e che alla fine i britannici "pagheranno il prezzo piu' alto" con la Brexit.

Che la Germania non sia tenera con il nuovo leader dei Tories non è cosa nuova: lo Spiegel in edicola dedica a Johnson la copertina, con una vignetta che lo ritrae con le orecchie a sventola e un dente mancante, come il personaggio del celebre personaggio della rivista satirica americana "Mad". Il che permette alla testa tedesca il gioco di parole del titolo: "Mad in England", vale a dire "un folle in Inghilterra". 

Questa mattina la portavoce del governo tedesco Ulrike Demmer ha reso noto che la cancelliera Angela Merkel ha telefonato a Johnson, invitandolo a Berlino. Ovviamente, dice Demmer, i due hanno affrontato anche il tema Brexit.