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EUROPA

Il divorzio dall'Ue

Brexit, Tusk accusa Johnson: "Non giochiamo a uno stupido scaricabarile"

Il presidente del Consiglio europeo accusa il premier britannico di voler far ricadere sull'Ue la responsabilità di un fallimento dei colloqui. Colloqui che sono a un "punto critico". Farage: questa Europa va fatta fuori 

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Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, accusa il premier britannico Boris Johnson di giocare a scaricabarile per far ricadere sull'Ue la responsabilità di un fallimento dei colloqui sulla Brexit. "In ballo non c'è la vittoria di uno stupido gioco scaricabarile. In ballo c'è il futuro dell'Europa e del Regno Unito, come pure la sicurezza e gli interessi della nostra gente", ha scritto Tusk su Twitter indirizzando il messaggio direttamente all'account di Johnson. "Non vuoi un accordo, non vuoi un'estensione, non vuoi una revoca, quo vadis?", ha twittato Tusk.

Replica Farage: questa Europa va fatta fuori
"Il signor Tusk ha ragione, è in gioco il futuro dell'Ue: prima questo mostruoso progetto viene fatto fuori e meglio è. Un'Europa di nazioni democratiche e pacifiche sarà di gran lunga migliore". Così l'euroscettico Nigel Farage, leader del Brexit Party, in risposta al tweet di Donald Tusk. Polemica pure la reazione di Steve Baker, fra i leader dei falchi brexiteer del Partito Conservatore, che peraltro punta il dito soprattutto contro le opposizioni britanniche: "Ci piacerebbe un accordo - scrive -, ci piacerebbe una relazione del tipo di quella che la stessa Ue ci ha offerto l'anno scorso, ma per tutto il Regno Unito. Invece l'Ue è stata incoraggiata dal nostro Parlamento imbelle a pensare che l'Irlanda del Nord potesse essere un prezzo da pagare. Questo è sbagliato e Boris fa bene a difendere" l'integrità del "nostro Regno Unito".

Colloqui a un "punto critico"
I colloqui per la Brexit sono a "un punto critico" dopo lo scambio "franco" tra il premier britannico Boris Johnson e la cancelliera tedesca Angela Merkel. E' la linea ufficiale di Downing street dopo che una fonte del governo di Londra ha parlato di accordo "sostanzialmente impossibile", addebitando la rottura a Berlino.Nella telefonata c'è stato uno "scambio franco" sui progressi della Brexit. Il portavoce ha aggiunto che l'obiettivo "della telefonata era discutere i progressi fatti nei colloqui fino ad oggi" e "il premier ha spiegato che il Regno unito ha fatto quella che riteniamo sia un'offerta importante ma se dovremo fare altri passi in avanti allora l'Ue dovrà scendere a compromessi".Il portavoce ha aggiunto che la situazione dei negoziati per il divorzio è "a un punto critico".

L'Irlanda stanzia 1,2 miliardi di euro nel fondo per il no-deal
Il ministro delle Finanze irlandese, Paschal Donohoe, ha annunciato un imponente pacchetto di sostegno per l'economia: 1,2 miliardi di euro per mitigare l'impatto di una Brexit senza accordo sull'economia locale. "La Brexit è il rischio più urgente e immediato per la nostra economia" e un'uscita dall'Unione europea senza un accordo "sarebbe molto difficile", ha dichiarato Donohoe in un discorso al Parlamento. "Dobbiamo quindi aumentare il livello di sostegno all'economia" in relazione all'aiuto già in atto, ha aggiunto prima di annunciare "una spesa totale di 1,2 miliardi euro per far fronte alla Brexit".

Il ministro ha affermato che saranno iniettati 600 milioni di euro per aiutare i settori chiave dell'economia irlandese, come l'agricoltura o il turismo, ad assorbire lo shock di lasciare l'Ue senza rete. "E' un fondo senza precedenti ma questi sono tempi senza precedenti", ha proseguito il ministro. Il ministro non ha nascosto che "le prospettive per la Brexit si stanno ora muovendo verso un'uscita senza accordo", anche se Dublino non ritiene che questa prospettiva sia "inevitabile". "Affronteremo le sfide della Brexit senza un accordo in una posizione di forza" e "siamo pronti", ha insistito Donohoe.

La Brexit senza un accordo, che ripristinerebbe i confini fisici tra la Repubblica d'Irlanda, membro dell'Ue, e l'Irlanda del Nord, parte del Regno Unito, potrebbe lasciare disoccupati 55 mila lavoratori irlandesi e far precipitare il Pil del 6%, secondo i dati del governo. Politicamente, il ritorno dei confini minaccerebbe la pace con l'Irlanda del Nord, dopo decenni di sanguinosi conflitti.