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MONDO

Farage: se ci sarà nuovo referendum lo vinceremo

Brexit, May affronta il voto di sfiducia. Ue: accordo non si rinegozia, pronti anche al "no deal"

Stasera la premier britannica rischia di essere sfiduciata dopo la bocciatura da parte del Parlamento dell'accordo sul divorzio dall'Europa. Corbyn: "Il governo ha fallito, restituisca la parola al Paese". May: "Soluzione peggiore". Secondo il Times, l'Unione europea pensa a un rinvio al 2020

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Dopo la sonora bocciatura in Parlamento del suo accordo con Bruxelles per la Brexit, Theresa May si prepara ad affrontare stasera alla Camera dei Comuni il voto di sfiducia chiesto dal leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn. La premier britannica conferma di non voler mollare e nel dibattito parlamentare continua a dare battaglia.

May: "Elezioni non sono strada da seguire"
"Stiamo vivendo un momento storico nella storia della nostra Nazione. A seguito di un referendum che ha diviso il Paese a metà abbiamo profondamente bisogno di rimetterlo insieme. Il voto di ieri ha mostrato che la strada è ancora lunga ma non credo che le elezioni siano la strada da seguire come non lo è un governo guidato dal leader dell'opposizione. Dobbiamo trovare le risposte in questo Parlamento e con la fiducia della Casa dei Comuni questo Governo guiderà tale processo”, dice una battagliera May prima del voto. "Ciò che il governo vuole fare è prima di tutto garantire di portare avanti il risultato di un referendum che ha deciso l'uscita dall'Europa, lo vogliamo fare in modo da garantire il rispetto dei voti di coloro che hanno scelto di lasciare l'Unione europea in quel referendum. Questo significa porre fine alla libera circolazione, ottenere un accordo più equo per agricoltori e pescatori, aprire nuove opportunità commerciali con il resto del mondo e mantenere buoni rapporti con i vicini europei". "Un voto politico semplicemente non è nell'interesse nazionale", aggiunge May. Il parlamento deve "finire il suo lavoro" e un nuovo voto non farebbe che ritardarlo.

Corbyn: il governo ha fallito, restituire la parola al Paese
"Il voto di ieri dimostra che il governo Tory di Theresa May non ha una maggioranza sulla "questione più vitale che è di fronte" al Regno Unito e non è in grado di controllare la Camera dei Comuni. Lo ha sottolineato il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, formalizzando oggi la mozione di sfiducia e aprendo il dibattito. "Il governo ha fallito, restituisca la parola al Paese", ha detto Corbyn, sollecitando la strada di elezioni anticipate.

Il sonoro "no" all'accordo con l'Ue
Brexit da rifare, dunque. Non sarà l'accordo faticosamente raggiunto, lo scorso novembre, con l'Ue dalla premier britannica a determinare il divorzio dall'Europa politica e finanziaria. La Camera dei Comuni ha bocciato l'ipotesi con 432 no (sono stati 118 i deputati Tories 'ribelli') contro 202 sì. La ratifica negata con uno scarto di 239 voti, un bilancio molto pesante per un governo già da tempo in difficoltà su questa vicenda. 

Times:  l'Ue lavora a rinvio Brexit fino al 2020
L'Unione eropea sta valutando se rinviare la Brexit fino al 2020. Lo scrive il quotidiano britannico Times, dopo che Germania e Francia si sono dette pronte ad allungare il negoziato considerate le difficoltà del governo di Theresa May. Considerata la pesante sconfitta subita da May sull'accordo concordato con Bruxelles, diplomatici e funzionari stanno lavorando a una estensione della procedura di uscita sancita dall'Art.50 (finora si era sempre pensato a una proroga dal 29 marzo fino alla fine di giugno) e stanno cercando le strade giuridiche per rinviare il ritiro fino al prossimo anno. 

Ue: accordo non si può rinegoziare
"L'accordo sulla Brexit non può essere rinegoziato. Ora sta al Regno Unito dire cosa vuole fare. Aspettiamo di sapere da loro quali sono i prossimi passi". Lo ha detto Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea.  Ma se Schinas avverte che i 27 non sono disposti a rinegoziare l'intesa, lascia però intendere che c'è qualche margine per ritoccare la dichiarazione politica congiunta sulla partnership futura, sempre che Londra modifichi i suoi paletti. Ma occorre che la Gran Bretagna chiarisca cosa vuole fare. Intanto la Commissione europea mantiene contatti aperti a tutti i livelli con Londra. Lo stesso presidente Jean Claude Juncker ha una linea diretta con May, ma per il momento non è previsto l'arrivo della premier britannica a Bruxelles.

Barnier: sta a Londra indicare le prossime tappe
"Finché non si troverà una via di uscita all'impasse politica britannica, con un chiaro sostegno parlamentare, non potremo andare avanti. Le prossime tappe dovranno ora essere chiaramente indicate dal governo britannico". Così il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier. "Sta al governo britannico chiarire come il Regno Unito intende procedere per organizzare un ritiro ordinato" dall'Ue e "in che modo, al di là di questo, voglia ottenere con noi un partenariato ambizioso e durevole".

Timmermans: pronti a ogni ipotesi, anche 'no-deal'
"Non sta a noi speculare su che tipo di Brexit" sarà deciso da Londra, ma "abbiamo l'obbligo di essere pronti a ogni possibile ipotesi, anche una uscita senza accordo. La Commissione sarà pronta a qualunque risultato". Lo dice il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, durante il dibattito al Parlamento europeo su Brexit. "Noi continuiamo il processo di ratifica perché questo accordo è e resta il miglior risultato per garantire una uscita ordinata. Non possiamo tornare indietro e cambiare l'inizio, ma possiamo partire da dove siamo e cambiare la fine" -  ha aggiunto Timmermans. "Il voto di ieri sera èstato chiarissimo. Adesso dovremo cercare una via d'uscita".

Merkel: May faccia proposte
Angela Merkel sarebbe contraria a rinegoziare l'accordo sulla Brexit, bocciato ieri dal parlamento britannico. Lo scrive la Dpa, citando fonti che hanno riferito la posizione espressa dalla cancelliera, nel corso di una seduta della Commissione Esteri del Bundestag. La Gran Bretagna deve adesso trovare una possibile soluzione da sola, e non si dovrebbe esercitare alcuna pressione dall'esterno, secondo la cancelliera.  

Il 29 marzo si avvicina. Ipotesi rinvio
Anche in assenza di un accordo però la data prevista per la Brexit verrebbe rispettata, da entrambe le parti. Questo quello che trapela dalla Germania e anche dalla Gran Bretagna. Un rinvio della Brexit, prevista il 29 marzo, "non avrebbe senso" visto che questa opzione non gode della maggioranza al parlamento britannico. Lo ha affermato il ministro degli Affari esteri tedesco, Heiko Maas. Un eventuale rinvio "ha senso solo se esiste anche un mezzo per raggiungere un accordo tra l'Ue e la Gran Bretagna e al momento non è un'opinione maggioritaria al parlamento britannico", ha affermato il capo della diplomazia tedesca, intervistato da Deutschland Funk.

E la stessa premier May nei giorni scorsi ha affermato che la data della Brexit non sarebbe stata rinviata. Certo è che May intanto dovrà superare la mozione di sfiducia presentata dai laburisti. Se dovesse essere sconfitta avrà 14 giorni per calendarizzare un nuovo voto di fiducia e in caso di ulteriore sconfitta, si aprirebbe automaticamente la porta a elezioni generali. Intanto, i laburisti hanno fatto sapere di lavorare all'ipotesi di un nuovo referendum sul divorzio dall'Unione europea. 

Watson: ora comanda Westminster, vuole restare in Ue
"Di fronte a una sconfitta di queste proporzioni, ogni premier che avesse rispetto per se stesso dovrebbe dimettersi. Theresa May non lo farà: ma dovrebbe". Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, sir Graham Watson, leader storico dei liberal democratici al Parlamento europeo. Se May si dimettesse, "anche così - osserva - la situazione non si risolverebbe immediatamente. Ormai è il Parlamento che deve decidere cosa fare, Westminster ha preso il controllo del processo della Brexit. È importante notare - spiega - che i deputati hanno detto di no non soltanto alla May, ma anche a Corbyn: perché lui vorrebbe solo rinegoziare questo accordo, mentre i deputati lo hanno respinto del tutto".

Ora, secondo Watson, "il Parlamento deciderà di prorogare l'articolo 50 (la data della Brexit, fissata per il 29 marzo) oppure di revocarlo del tutto. E dunque si resterà nell'Unione europea". Il Parlamento ha il potere di prendere una simile decisione? "Legalmente sì - spiega -, il referendum del 2016 era soltanto consultivo. Anche se staranno attenti e dunque convocheranno un secondo referendum per legittimare la loro azione".

Stampa GB: disfatta storica 
"Storica" e "umiliante": è unanime la stampa britannica nella scelta degli aggettivi per descrivere a caratteri cubitali la disfatta subita ieri alla Camera dei Comuni dalla premier Theresa May e dal governo Tory sull'accordo di divorzio dall'Ue. "Un'umiliazione completa", titola il Daily Telegraph,giornale filo-conservatore vicino sul dossier Brexit all'ala dei ribelli euroscettici più oltranzisti. "May subisce una storica sconfitta, mentre i Tories si rivoltano contro di lei", fa eco il progressista Guardian.  Analogo il titolo del Times. Fra i tabloid, il Daily Mail - tornato a schierarsi di recente a favore dell'accordo sulla Brexit negoziato dalla premier - nota come Theresa May debba ora "combattere per sopravvivere". Mentre l'Express gioca con il cognome dell'inquilina di Downing Street e scrive a tutta pagina:"DisMay", in inglese "sgomento".

Verhofstadt: art. 50 non oltre data europee
"Credo che sia giunto il momento di dire ai nostri amici britannici che per il bene del Regno Unito è arrivato il momento di avere una collaborazione fra i partiti politici" britannici. Così il leader dei Liberali Alde al Parlamento Ue, Guy Verhofstatd.   "Per noi è impensabile che l'articolo 50 sia prolungato oltre la data delle elezioni europee", ha aggiunto, precisando infine che "deal o no deal faremo di tutto per tutelare i diritti dei nostri cittadini e anche britannici"

Farage: se nuove referendum lo vinceremo
"Se dovessimo votare per unsecondo referendum" sulla Brexit "potreste avere una grossa sorpresa, certo i britannici possono essere molto rilassati, molto cool, ma se vi spingete troppo oltre il leone ruggirà e se ci sarà un secondo referendum noi vinceremo con una maggioranza ancora più forte". Così l'eurodeputato britannico euroscettico Nigel Farage nel suo intervento alla Plenaria a Strasburgo.

Tajani: il voto di Londra è una brutta notizia
"Il voto di Londra sulla #Brexit è una brutta notizia. Il nostro primo pensiero sono i 3 milioni e 600 mila cittadini europei nel Regno Unito e i britannici che vivono nella UE. Hanno bisogno di certezze sul loro futuro. Noi ci batteremo sempre per loro!" scrive su Twitter il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

Tusk: Londra ripensi a propria strategia sulla Brexit
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha invitato i leader britannici a ripensare la propria strategia sulla Brexit dopo la sonora bocciatura della Camera dei Comuni del piano negoziato dalla premier Theresa May. "Se un accordo è impossibile, e nessuno vuole un no-deal, chi è che avrà infine il coraggio di dire qual è l'unica soluzione positiva?", ha scritto Tusk sul proprio account di Twitter.