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MONDO

Il giorno del divorzio

Brexit, l'addio di Londra. May: "Non si torna indietro". E Juncker: "Rimpiangerete l'Europa"

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, vuole che il Regno Unito continui a essere un "leader forte" in Europa, ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. A gennaio scorso, da presidente eletto, Trump aveva definito "intelligente" la decisione dei britannici di abbandonare l'Ue

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Il D-day della Brexit, alla fine, è andato come previsto: il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha ricevuto dall'ambasciatore di Londra Tim Barrow la lettera di notifica firmata dalla premier britannica Theresa May, che, attivando l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, innesca i due anni previsti di negoziati per il recesso del Regno Unito dall'Ue.




Per deliberata scelta dei vertici Ue, non c'è stata nessuna trasmissione in streaming della consegna della lettera, solo una foto postata da Tusk sul suo account Twitter.





La lettera della premier britannica auspica un "partenariato speciale" di Londra con l'Ue e, pur puntualizzando senza le richieste inglesi, usa toni diplomatici e amichevoli, fino al punto di annunciare che il Regno Unito vuole "svolgere il proprio ruolo affinché l'Europa rimanga forte e prospera e capace di leadership nel mondo, con la proiezione dei suoi valori e difendendosi dalle minacce alla sicurezza". Non era scontato, viste le polemiche infuriate nei nove mesi passati dal referendum, l'apparente prevalenza delle ragioni dei sostenitori della "hard Brexit" e la famosa, minacciosa frase della stessa May secondo cui è "meglio nessun accordo che un cattivo accordo". Oggi la premier sembra credere che un accordo è possibile, e che sarà necessario un compromesso per arrivarci, con concessioni da entrambe le parti, anche se evoca comunque la possibilità che i negoziati non abbiano successo e Londra esca dall'Ue senza alcun accordo, fra due anni esatti. In quel caso, osserva la May, "dovremo avere relazioni commerciali nei termini previsti dalla Wto". Nella lettera, comunque, non si fa alcun cenno alla soluzione - propugnata dai "soft brexiter" -di una possibile permanenza del Regno Unito nel mercato unico (anche se ormai fuori dall'Ue, sull'esempio della Norvegia).

Si intravede, invece, dove la premier vuole andare a parare il "partenariato speciale" che viene prospettato: un accordo di tipo nuovo, con l'accesso privilegiato ad alcuni settori del mercato unico che interessano Londra (in particolare il settore finanziario e quello dell'economia digitale) senza pagare nulla al bilancio comunitario e sottraendosi alla giurisdizione della Corte europea di Giustizia.

Sembrano avvicinarsi poi le posizioni del Regno Unito e quelle dell'Ue per quanto riguarda il futuro status degli oltre tre milioni di cittadini Ue che vivono nel Regno Unito e del milione e 200 mila britannici che vivono in altri Paesi dell'Unione, dopo le polemiche dei mesi scorsi, arrivate fino a minacce chiaramente xenofobe da parte dei "brexiter". "Dovremmo puntare ad un accordo rapido sui loro diritti", ha scritto la May nella sua lettera, sottolineando comunque che potrà garantire lo status dei cittadini Ue quando riceverà reciproche rassicurazioni in tal senso per i cittadini britannici. Sul "conto" da pagare per la Brexit, che si stima ammonti a circa 60 miliardi di euro (ma la Commissione europea non ha mai confermato questa stima), la May è apparsa disposta a negoziare "un accordo equo sui diritti e gli obblighi del Regno Unito". Significa che alla fine Londra qualcosa accetterà di pagare, anche se molto meno delle cifre che girano oggi. Altro elemento nuovo è quello dell'accento posto nella lettera della May sulla cooperazione per la sicurezza, in un'Europa, che non è mai stata "più fragile di oggi dalla fine della Guerra Fredda", e nella lotta alla criminalità e al terrorismo". Questa cooperazione sarebbe "indebolita" da una mancanza di accordo generale con l'Ue, e questa prospettiva va evitata, sostiene la premier. Potrebbe essere vista come un'ovvietà, o, in positivo, come una ragionevole offerta di collaborazione all'Unione, ma alcuni osservatori l'hanno interpretato come un avvertimento. Come dire: se non si farà l'accordo sulle questioni commerciali, ci saranno conseguenze sul piano della sicurezza e della cooperazione di polizia. May ha auspicato che i negoziati sulla Brexit siano condotti in parallelo con le trattative sul futuro delle relazioni fra Gran Bretagna e Unione europea. "Crediamo necessario concordare i termini della nostra futura partnership in parallelo con la nostra uscita dall'Unione", ha scritto.

Su questo punto, Londra è in rotta di collisione con l'Ue, che continua a dire a ripetere come sia inaccettabile, e non in linea con il Trattato, pretendere di negoziare in parallelo le condizioni del divorzio e il rapporti futuri con lo Stato secessionista. Prima l'accordo sui termini del recesso, poi, una volta che il Regno Unito non sarà più uno Stato membro, si potrà delineare le nuova relazione, ripetono a Bruxelles.


Ieri alle 14, Tusk si è presentato in sala stampa per la dichiarazione di rito, brandendo la lettera e mostrandola ai giornalisti: "Eccola, la  notifica del primo ministro Theresa May... Non c'è ragione - ha detto - di fingere che questo sia un giorno felice, né a Bruxelles né a Londra, dopotutto, la maggior parte degli europei, inclusa quasi la metà degli elettori britannici, voleva restare insieme, non dividersi. E per quanto mi riguarda, non posso fingere di essere felice oggi". Frasi che contrastavano, volutamente, con il trionfalismo della May, che quasi contemporaneamente, illustrando il contenuto della lettera ai parlamentari di Westminister, affermava che "i giorni migliori per il Regno Unito sono davanti a noi". Tusk ha sottolineato che "paradossalmente c'è anche qualcosa positivo nella Brexit: ha reso noi, la comunità dei Ventisette, più determinati e più uniti di prima... E oggi posso dire - ha assicurato - che resteremo determinati e uniti anche in futuro, anche nei difficili negoziati che ci attendono". "Io e la Commissione - ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo - abbiamo un forte mandato per proteggere gli interessi dei Ventisette. Non c'è niente da guadagnare in questo processo, e parlo di entrambe le parti. Essenzialmente, si tratta di un'esercizio di limitazione del danno. Il nostro obiettivo è chiaro: minimizzare i costi per i cittadini, le imprese e gli Stati membri dell'Ue". Dopo aver annunciato che venerdì prossimo invierà agli Stati membri e pubblicherà la bozza per le linee guida negoziali, affinché sia adottata dai leader dei Ventisette al Consiglio europeo del 29 aprile, Tusk ha terminato, rivolto ai britannici con tono triste e senza alcuna ironia: "Che cosa posso aggiungere? Ci mancate già, grazie e addio".




Ma la prima risposta, per così dire, "nel merito" alla lettera della May, è arrivata comunque, più tardi nel pomeriggio, da un'altra istituzione Ue, il Parlamento europeo. Il presidente dell'Assemblea, Antonio Tajani, ha riferito alla stampa le posizioni della Conferenza dei capigruppo dell'Assemblea, che hanno varato una proposta di risoluzione da far approvare alla plenaria la settimana prossima a Strasburgo. Due i punti più importanti che Tajani ha esposto. Il primo, è che, secondo il l'Europarlamento, "se non ci sarà accordo sui diritti dei cittadini, non ci sarà accordo del tutto". Il secondo punto riprende, ma da un punto di vista completamente diverso, le preoccupazioni della May per la cooperazione nella sicurezza e nella lotta alla criminalità e al terrorismo. "La cooperazione con il Regno Unito nei settori della difesa, della polizia, dell'intelligence, della lotta al terrorismo, e in materia giudiziaria dovrà continuare comunque, che ci sia o no un accordo", ha sottolineato Tajani.

Juncker: "Rimpiangerete l'Europa"
Una decisione che il popolo britannico rimpiangerà. Così il presidente del Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker, definisce la Brexit. Sulla storica giornata si sono espressi diversi leader europei. La Germania e i 27 Paesi Ue non volevano che il Regno Unito andasse via ma rispettano la decisione degli elettori, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, ribadendo anche lei che "il governo tedesco lavorerà in modo intenso per garantire che l'effetto (della Brexit ndr.) sulla vita quotidiana delle persone sia il minimo possibile". E il presidente francese François Hollande, parlando durante una visita in Indonesia, ha commentato: "Penso che (la Brexit ndr.) sarà dolorosa per i britannici".   Reazioni anche oltreoceano: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, vuole che il Regno Unito continui a essere un "leader forte" in Europa, ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. A gennaio scorso, da presidente eletto, Trump aveva definito "intelligente" la decisione dei britannici di abbandonare l'Ue. Poco dopo, una settimana dopo essersi insediato alla presidenza, ha ricevuto alla Casa Bianca la premier britannica, alla quale disse: "Credo che la Brexit sarà qualcosa di meraviglioso per il suo Paese".