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MONDO

Dopo la fiducia

Brexit, premier britannica May cerca una soluzione. La Commissione Ue si prepara al 'no-deal'

Theresa May sopravvissuta al voto di sfiducia, ieri sera, in Parlamento, tenta di riavviare il dialogo con tutte le forze politiche e con Bruxelles su un nuovo piano Brexit. Ultimatum del leader Labour, Corbyn: pronti a nuova sfiducia ed elezioni anticipate; non escluso referendum bis. Alcuni parlamentari Tory fanno partire campagna per un secondo referendum

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Sul Regno Unito pesa l'incertezza sul futuro e l'incognita Brexit. Theresa May si salva dal voto di sfiducia, ma resta in sella ancora più debole, mentre non si vedono soluzioni facili per sbloccare l'accordo con l'Ue. Bruxelles teme il  'no deal' e apre a modifiche, ma i margini appaiono ristretti. 

Londra dirà no se l'Ue dovesse offrire una facilitazione per l'estendere l'Articolo 50, prolungando i negoziati con l'Ue per l'uscita dall'Unione. Lo ha fatto sapere il portavoce della premier Theresa May.

L'estensione dell'Articolo 50 "non è qualcosa che abbiamo sollevato con la Ue", aveva detto in precedenza il portavoce ufficiale di Downing Street, ribadendo che nei colloqui avviati con diversi gruppi parlamentari per arrivare a un compromesso sul piano di uscita, May è determinata a rimanere ferma sui suoi "principi", vale a dire niente unione doganale - come propone il leader laburista Jeremy Corbyn - e no a un secondo referendum. 

Labour, ultimatum di Corbyn: pronti nuova sfiducia. Non escluso referendum bis
Ultimatum di Jeremy Corbyn a Theresa May: se la premier non accetta un compromesso su una nuova proposta di accordo per una Brexit più soft che includa la permanenza del Regno nell'unione doganale, il Labour - ha detto oggi il leader dell'opposizione - è pronto a presentare una nuova mozione di sfiducia per arrivare a elezioni anticipate (evocate ancora una volta come la strada migliore per "uscire dal vicolo cieco"), ma anche a valutare l'opzione di "una nuova consultazione pubblica". Ossia d'un referendum bis.

La premier Tory ha incontrato già ieri sera alcuni leader e oggi una rappresentanza bipartisan di parlamentari affiancata da ministri di primo piano, ma continua a essere snobbata da Jeremy Corbyn, numero uno del Labour, ossia del partito che conta oltre 260 deputati alla camera dei comuni contro i poco più di 300 del gruppo conservatore.

Corbyn ha ribadito di essere pronto a incontrare May solo se la premier toglierà preliminarmente dal tavolo ogni ipotesi di no deal, cosa che per ora Downing street si rifiuta di fare.

La mossa è stata criticata da qualche deputato e da Tony Blair, ma ha il sostegno di tutto il vertice laburista che non esclude un nuovo voto di sfiducia contro il governo se May dovesse presentarsi lunedì a mani vuote quando dovrà tornare ai Comuni per indicare le linee d'un qualche piano b sulla Brexit.

May a Corbyn: impossibile escludere no deal 
Theresa May ha risposto alla lettera di Jeremy Corbyn, definendo una "condizione impossibile" la richiesta del leader laburista di escludere una Brexit senza accordo. 
"Noto che lei ha detto che 'escludere' il no deal è una precondizione per incontrarci, ma questa è una condizione impossibile perché non è nei poteri del governo farlo", ha detto la premier, citata da Sky News. "Mi lasci spiegare perché - ha continuato - secondo l'Articolo 50 del Trattato dell'Unione europea e del Withdrawal Act 2018, noi lasceremo l'Ue senza un accordo il 29 marzo, a meno che il Parlamento non appoggi un accordo con l'Unione o la Gran Bretagna revochi l'Articolo 50 e scelga di rimanere in modo permanente nell'Ue".

A detta di May, quindi, ci sono due modi per evitare una hard Brexit: "O votare per un accordo di uscita concordato con l'Ue o revocare l'Articolo 50 e ribaltare il risultato del referendum". Prospettiva, quest'ultima, che la premier ha sempre definito "sbagliata".
Nella sua lettera a Corbyn, May aggiunge di non credere che la Ue acconsentirebbe a un'estensione della permanenza del Regno Unito nell'Unione "solo per permettere che il dibattito sulla Brexit in Gran Bretagna vada avanti". 

"Sarei felice di discutere con lei le sue proposte - continua la missiva - lei ha sempre creduto nell'importanza del dialogo in politica, crede davvero che rifiutare di incontrarmi o chiedere ai suoi deputati di non trovare una soluzione col governo sia una cosa giusta?".

Theresa May non sarà a Davos
La premier britannica ha intanto annullato la partecipazione al Forum di Davos, in programma dal 22 al 25, per dedicarsi alla Brexit. Lo ha annunciato un portavoce di Downing Street. La May deve presentare lunedì 21 gennaio un piano B, dopo che martedì il suo accordo per l'uscita dall'Ue è stato sonoramente bocciato dal Parlamento. 

Tory: campagna per nuovo referendum
Alcuni parlamentari Tory, contrari alla linea della premier sulla Brexit e a favore di un referendum bis hanno istituito un comitato per portare avanti la campagna "Diritto a votare", che chiede di dare ai cittadini l'ultima parola sul divorzio dall'Ue. Al suo primo evento - ha riferito l'Independent - il nuovo comitato ha sostenuto di avere l'appoggio di diversi ministri, che hanno "intellettualmente" abbracciato gli argomenti di un referendum bis, e che stanno considerando se appoggiare pubblicamente l'idea. Tra i presenti all'evento, vi erano i deputati Heidi Allen, Sarah Wollaston, Anna Soubry, Dominic Grieve, Justine Greening, Phillip Lee e Sam Gyimah.

A detta di Lee, la sconfitta di martedì ai Comuni del piano May per la Brexit ne ha decretato la "morte". Allo stesso tempo Allen, deputata conservatrice del South Cambridgeshire, ha ammesso che sostenere una campagna per tornare alle urne è "molto difficile" per alcuni Tory, perché "siamo stati noi a creare questo caos". 

La Commissione Ue si prepara al 'no deal'
La Commissione europea ha deciso di inviare il suo vice-segretario generale a fare un "tour delle capitali" per discutere con gli Stati membri dell'avanzamento dei preparativi per un'uscita del Regno Unito senza accordo. Lo ha annunciato il portavoce della stessa Commissione, Margaritis Schinas, sottolineando che una "no-deal Brexit sta diventando più probabile" dopo il rigetto dell'accordo di recesso martedì da parte della Camera dei Comuni. Schinas ha aggiunto che il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker e il primo ministro britannico Theresa May sono rimasti in contatto in queste ore: "Non si sono parlati - ha detto il portavoce - ma sono rimasti in contato via sms".

La Francia attiva piano per  una Brexit senza accordo
Il premier francese, Edouard Philippe, ha annunciato l'attivazione di un piano per l'ipotesi di una Brexit senza accordo, in modo da affrontare l'eventualità "sempre meno improbabile" di un'uscita del Regno Unito dall'Ue in uno scenario di no deal. Questo piano "comporta misure legislative e giuridiche che mirano a fare in modo che non ci sia un'interruzione dei diritti e che i diritti dei nostri concittadini o delle nostre imprese vengano effettivamente protetti", ha dichiarato Philippe al termine di una riunione con diversi ministri a Matignon. Philippe ha detto: "Ho preso la decisione di attivare il piano per una Brexit no deal o per una hard Brexit come a volte viene chiamata".

May in Parlamento lunedì
Theresa May tornerà alla Camera dei Comuni il prossimo lunedì. Lo ha detto la stessa premier britannica al termine di un voto di sfiducia che ha superato. "Questa Camera - ha aggiunto May - ha ancora la fiducia del popolo britannico".

"Sono pronta a lavorare con ogni membro di questa Camera per arrivare alla Brexit", ha aggiunto May. "Sono felice che la Camera abbia espresso la sua fiducia", dice May, ribadendo che "continueremo a lavorare per realizzare il risultato espresso nel referendum" del 2016 "e lasciare l'Unione Europea".

"È il momento di unirsi e realizzare quanto deciso nel referendum" sulla Brexit, ha detto la premier britannica, in un messaggio al Paese dopo il voto di ieri  in tarda serata. "L'obiettivo è ora di trovare un modo per avanzare sulla Brexit. Ritengo sia mio dovere realizzare il desiderio degli elettori e lasciare l'Ue", ha detto May affacciandosi dalla porta del numero 10 di Downing Street.