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MONDO

Identificate tutte le vittime, 15 sono straniere, Ancora chiuso l'aeroporto

Bruxelles, Polemiche sul rilascio di Cheffou. L'avvocato: "Ha un alibi"

Il reporter era stato arrestato giovedì scorso e incriminato per appartenenza a banda terroristica, omicidio e tentato omicidio. Ieri la procura federale belga lo ha rilasciato per mancanza di prove. Intanto la capitale belga riapre la rete della metro ma resta chiuso l'aeroporto

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Rilasciato il giornalista Faycal Cheffou
Tutte le 32 vittime degli attentati di Bruxelles sono state identificate. Secondo la procura federale belga si tratta di 17 cittadini belgi e 15 stranieri. L'aeroporto internazionale di Bruxelles resterà ancora chiuso al traffico passeggeri anche mercoledì. Lo rende noto l'agenzia Belga citando un comunicato della società aeroportuale. Oggi è stato condotto un test per verificare il funzionamento delle strutture d'emergenza per la riapertura parziale dello scalo mentre mercoledì riaprono tutte le stazioni della metro di Bruxelles, tranne quella di Maelbeek dove c'è stato l'attacco terroristico lo scorso martedì. Verranno anche prolungati gli orari di apertura, dalle 7 di mattina alle 22, contro le 19 attuali. Lo ha annunciato la società dei trasporti pubblici Stib. Resterà una sorveglianza
rafforzata di militari e polizia.

Intanto Bruxelles vive un lento ritorno alla normalità, le indagini sugli attentati dello scorso 22 marzo cercano ancora di far luce sui fatti e sui responsabili. Faycal Cheffou, il reporter che in un primo momento si pensava fosse l'uomo con il cappello che compare nelle foto degli attentatori dell'aeroporto Zaventem di Bruxelles, è stato rilasciato. E il suo avvocato ha riferito che il giornalista ha anche un alibi: "Ha detto che egli era a casa al momento degli attacchi e di aver ricevuto delle chiamate telefoniche. Ho quindi chiesto al giudice istruttore un'analisi dei tabulati telefonici che lo hanno confermato", ha spiegato Olivier Martins a RTBF.  Cheffou era stato arrestato giovedì scorso e incriminato per appartenenza a banda terroristica, omicidio e tentato omicidio. Ieri la procura federale belga lo ha rilasciato per mancanza di prove, confermando però i capi d'accusa che gli erano stati contestati.

Polemiche per il rilascio di Cheffou
Sul rilascio di Cheffou si è espresso il sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur. "E' stata tracciato un confine fra un agitatore radicale e un possibile reclutatore di jihadisti, confine che probabilmente il magistrato non ha voluto attraversare" ha commentato il sindaco, che ha criticato il "lassismo" di chi "per comodità o per calcolo politico" ha permesso che fossero "violate delle regole democratiche della vita comune, il che è inammissibile".

Il kamikaze della metro di passaggio in Italia nel 2015
E dalle indagini arrivano nuovi retroscena su Khalid El Bakraoui, il kamikaze della metro. L'uomo sarebbe transitato nel nostro Paese in estate diretto in Grecia. Fonti dell'antiterrorismo hanno rivelato che l'uomo sarebbe passato per l'Italia il 23 luglio 2015, atterrando all'aeroporto di Treviso con un volo da Bruxelles. Poi il giorno successivo sarebbe ripartito da Venezia diretto in Grecia. Il biglietto lo ha comprato con la carta di credito intestata a un altro uomo: Abderahman Benamor. Al momento del check-in avrebbe usato un documento d'identità del Belgio e poi  avrebbe trascorso la notte in un hotel vicino all'aeroporto Marco Polo di Venezia, imbarcandosi alle 6 del mattino del giorno dopo su un volo Volotea con destinazione Atene.

Riparte metropolitana ma molte stazioni chiuse 
Intanto oggi la capitale belga riapre parzialmente la rete della metro. Tutte le linee funzionano, anche se non in maniera regolare. Non tutte le stazioni sono servite. Molte, per ragioni di sicurezza, sono chiuse al pubblico, e i treni vi transitano illuminando per un attimo banchine buie e vuote. L'unica stazione non visibile è proprio quella di Maelbeek. Qui è stata eretta una barriera che non consente di guardare la scena.  A ogni stazione annunci in doppia lingua - francese e olandese - informano delle fermate che non verranno effettuate, elencando le stazioni chiuse. Quelle aperte lo sono invece parzialmente: per ragioni di sicurezza c'è solo un punto di ingresso, con nastri bianco-rossi a evidenziare gli accessi interdetti e a suggerire il percorso forzato. Sono comunque in molti a usare la metro, nonostante tutto. I vagoni sono tutt'altro che vuoti e nelle stazioni funzionanti il flusso di gente che sale e scende dal treno mostra che sono in tanti a non aver paura.