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ITALIA

Operazione della Finanza

Calcio, arrestato il presidente del Parma Manenti

L'accusa nei confronti del patron gialloblu è di reimpiego di capitali illeciti. Altre 21 persone raggiunte da misure di cautelari. Perquisizioni ed arresti all'interno della Ragioneria dello Stato. Lucarelli: "Spero finisca presto, non ne posso più"

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Arresti e perquisizioni in diverse città italiane ed anche nella sede della Ragioneria dello Stato e del Parma calcio sono stati effettuati questa mattina daglii uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, coordinati dalla Procura di Roma. Complessivamente sono 22 i soggetti destinatari delle misure cautelari mentre sono una sessantina le perquisizioni effettuate. Tra gli arrestati il presidente del Parma Giampiero Manenti.

Le 22 misure cautelari riguardano soggetti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, frode informatica, utilizzo di carte di pagamento clonate, riciclaggio e autoriciclaggio aggravato dal metodo mafioso. Tra gli arrestati anche dipendenti della Ragioneria. Il presidente del Parma è stato arrestato con l'accusa di reimpiego di capitali illeciti.

Nel corso delle indagini - durate circa tre mesi con il coinvolgimento investigativo della Direzione investigativa antimafia - è stata applicato per la prima volta il nuovo reato di autoriciclaggio introdotto nel dicembre 2014. Si tratta - ha detto a Roma il procuratore aggiunto Michele Prestipino - di "condotte di reato estremanente gravi che erano in atto e che si sarebbero perfezionate se non fossero stati eseguiti i provvedimenti". "C'è anche l'aggravante mafiosa" ha precisato.

L'inchiesta
Decine di milioni di euro trasferite, attraverso un sofisticato sistema di hackeraggio, da banche a carte di credito di fondazioni e della squadra calcio del Parma. L’inchiesta delle fiamme gialle, coordinata dai procuratori aggiunti Nello Rossi e Michele Prestipino, ha scoperto anche la complicità di funzionari di banca che prendevano tangenti per occultare l’hackeraggio. Molti tentativi di trasferire il denaro sono falliti, spesso il denaro veniva in parte restituito. E se le fondazioni lo ricevevano alla voce 'donazione', il Parma calcio lo otteneva illecitamente facendolo però risultare come sponsorizzazioni. "Il meccanismo - racconta Prestipino - era banale ma semplice. Si tratta della spendita delle somme caricate in queste carte di credito in operazioni commerciali varie (come ad esempio sponsorizzazioni e acquisto di gadget, ndr) in modo da far confluire tramite operazioni reali una somma consistente nella disponibilità di Manenti che avrebbe poi dovuto impiegarla". Prestipino specifica poi che "queste attività sono rimaste nella soglia del tentativo perchè chi doveva operare ha incontrato diffcoltà tecniche in queste operazioni di riciclaggio e quindi non si era creata la disponibilità finanziaria in favore di Manenti".

Milioni pronti per Manenti
Il gruppo criminale avrebbe tentato di mettere a disposizione di Manenti 4,5 milioni di euro attraverso "provviste finanziarie su carte di credito clonate attraverso l'uso delle somme in operazioni commerciali come sponsorizzazioni, gadget e abbonamenti allo stadio".  L'operazione di riciclaggio non è andato a buon fine per problemi tecnici e a quel punto sono intervenuti i finanzieri.

Inchiesta slegata da crisi del Parma
Il procuratore della Repubblica di Parma Salvatore Rustico ha chiarito che il procedimento avviato dagli inquirenti romani al momento non ha connessioni con le indagini condotte a Parma e che sarà compito dei magistrati valutare eventuali legami giudiziari con la vicenda Parma Fc.

Il 'filone' palermitano
Oltre 20 milioni di euro di fondi pubblici destinati a interventi nella città di Palermo attraverso una Gestione Fuori Bilancio (Gfb) sono stati deviati su conti correnti privati, tra gli altri anche del liquidatore della stessa gestione e di un funzionario della Ragioneria generale dello Stato. E' quanto ha accertato uno dei due filoni dell'indagine della Guardia di Finanza. "Neppure un euro è stato destinato alle finalità del fondo - ha detto il procuratore Prestipino -. Oltre 20 milioni sono stati distratti su strade diverse da quelle istituzionali". Per questa tranche sono stati arrestati il liquidatore, il fratello consulente finanziario, un alto funzionario della Ragioneria generale dello Stato e altri due controllori 'infedeli' della stessa istituzione.

Il tweet del sindaco di Parma


Il capitano del Parma Lucarelli: "Non ne posso più"
"Non ho niente da dire nel senso che prima vorrei capire bene quali sono le motivazioni, se c’entra o non c’entra il Parma. Non mi sento di fare altre dichiarazioni se non che ogni giorno prendiamo bastonate in faccia intendo come tifosi città, squadra. Mi auguro che prima o poi tutto questo finisca perché onestamente non ne possiamo più". Così Alessandro Lucarelli, capitano gialloblu, all’ingresso del centro sportivo di Collecchio. "È tanto che è difficile giocare, non da ora. È da novembre che è difficile giocare per tutta una serie di motivazioni che andiamo avanti per le persone che abbiamo dietro ma verrebbe voglia di chiudere tutto una volta per tutte perché sta diventando una farsa. E dico questo con tristezza obiettivamente. È tutto uno schifo".