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la sentenza in nottata

Calciopoli, la Cassazione ha deciso: prescrizione per Moggi e Giraudo

Il sostituto pg della Cassazione Gabriele Mazzotta aveva detto: "E' provata l'esistenza dell'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva", ma è prescritta. Reati estinti e annullati. Moggi: "Un processo abnorme che si è risolto in nulla"

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Finisce con la prescrizione dei reati il processo Calciopoli. La III sezione penale della Cassazione ha infatti dichiarato la prescrizione per Luciano Moggi, ex dg della Juventus, accusato di associazione per delinquere, e per Antonio Giraudo, ex ad del club bianconero, imputato per associazione a delinquere e frode sportiva.

Moggi è stato assolto da alcuni episodi di frode sportiva. La sentenza è arrivata dopo una camera di consiglio durata oltre 6 ore. Per gli imputati che avevano rinunciato alla prescrizione, gli ex arbitri Massimo De Santis, Paolo Bertini e Antonio Dattilo, i supremi giudici hanno confermato la condanna ad un anno (pena sospesa) per il primo, e hanno assolto gli altri due.

Prescritto anche il reato contestato all'ex vicepresidente della Federcalcio, Innocenzo Mazzini, e all'ex designatore Pieluigi Pairetto. Rigettati dalla Corte i ricorsi di Claudio Lotito, presidente della Lazio, e di Diego ed Andrea della Valle (Fiorentina): per loro il reato si era già prescritto in appello. La Cassazione ha infine dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Napoli contro le assoluzioni degli arbitri
Paolo Dondarini, Gianluca Rocchi e Tiziano Pieri e dell'ex presidente Aia, Tullio Lanese.

Moggi
Un processo "è stato portato avanti in modo abnorme: abbiamo scherzato per nove anni, questa una cosa spiacevole, e tutto si è risolto in nulla". E' quanto ha dichiarato Luciano Moggi, dopo la lettura del verdetto in Cassazione. "In nove anni - ha aggiunto - si è stabilito che il campionato è stato regolare, i sorteggi regolari, e che le
comunicazioni non ci sono state".

Lo scandalo
Calciopoli scoppiò nell'estate del 2006 con l'inchiesta della Procura di Napoli che disegnò una cupola di dirigenti e arbitri, al cui vertice venne indicato Luciano Moggi, all'epoca direttore generale della Juventus, che era in grado di alterare le sorti del campionato in favore della Juve, ma anche di altre squadre amiche. Il "sistema Moggi" venne definito. Pesanti le imputazioni principali: associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva per falsare il campionato 2004-2005.

Un scandalo che portò alla cancellazione di due scudetti conquistati dalla Juventus (2004-05 e 2005-06) e sancì la retrocessione in serie B della squadra bianconera e pesanti penalizzazioni anche per Milan, Fiorentina e Lazio. Calciopoli porta anche alle dimissioni dell'allora presidente della Figc, Franco Carraro che è uscito poi completamente prosciolto dalla vicenda.

Le schede telefoniche
Un ruolo centrale, nell'ambito dell'impianto accusatorio, lo ebbero sin dal primo momento le schede estere di cui Moggi si sarebbe servito per non essere intercettato, e trovate in possesso dei designatori arbitrali dell'epoca: Pierluigi Pairetto, condannato in appello a 2 anni e Paolo Bergamo, per lui processo da rifare per un vizio di forma.

I processi 
Ventisei le persone che furono rinviate a giudizio tra dirigenti e arbitri: per molti di loro, dopo la condanna di primo grado, è intervenuta la prescrizione del reato. Ma il vero protagonista del processo è sempre stato Luciano Moggi, quello che l'accusa ha subito individuato come il padrone del calcio italiano in grado di condizionarne le sorti a piacimento. 

Moggi e Giraudo, le condanne in appello
Luciano Moggi è stato condannato in appello a due anni e 4 mesi per associazione per delinquere (5 anni e 4 mesi in primo grado) mentre le frodi sportive a lui contestate sono state dichiarate estinte per avvenuta prescrizione. L'ex dirigente juventino Antonio Giraudo è stato condannato ad un anno e 8 mesi dalla Corte d'appello di Napoli il 5 dicembre 2012. Sono stati assolti in secondo grado gli arbitri Tiziano Pieri, Gianluca Rocchi e Paolo Dondarini.  L'ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini è stato condannato a due anni in secondo grado