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SALUTE

Estate e anziani

Caldo e solitudine, stagione nera per i SENIOR

Bevono poco, col rischio che aumenti la concentrazione dei farmaci nel sangue. Spesso non riescono a fare la spesa. Non hanno con chi parlare, soprattutto in città. Cosa fare per rendere l'estate meno dura, per le persone anziane. Colloquio con Roberto Messina, Presidente di Federanziani 

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Presidente quanti sono gli anziani che passeranno da soli questa estate a casa, e quali servizi pubblici sono a loro disposizione per la spesa, per la consegna dei farmaci...
Quello della solitudine degli anziani d’estate è un problema grave, visto che le alte temperature sono un serio rischio per la salute degli over 65 e ne limitano fortemente la mobilità, rendendo a volte difficile persino provvedere ai più semplici bisogni della vita quotidiana come, appunto, fare la spesa o approvvigionarsi di medicinali. In diverse parti d’Italia, soprattutto nelle grandi città, si moltiplicano le iniziative di istituzioni e associazioni, molte delle quali aderenti a FederAnziani, a sostengo di questa parte della popolazione in difficoltà. Spesso sono i Comuni a prevedere iniziative quali la consegna di farmaci a domicilio, l’istituzione di numeri verdi, l’invio nei giorni di particolare caldo di messaggi pre-registrati per informare dell’aumento delle temperature, con consigli utili su come affrontare l’afa e con i numeri da chiamare in caso di bisogno. Anche il mondo dell’associazionismo fa la sua parte, con reti di volontari disposti a sbrigare piccole faccende, consegnare a domicilio i pasti o la spesa. E’ opportuno, perciò, che gli over 65 abbiamo un preciso quadro dei servizi disponibili sul proprio territorio, rivolgendosi anzitutto al proprio comune di residenza per conoscere le iniziative in campo che possano semplificare loro la vita in queste settimane così complesse. E’ altrettanto importante avere sempre con sé i numeri telefonici dei servizi da contattare in caso di emergenza. Se si usa Internet, la rete rappresenta un serbatoio di informazioni prezioso, anche per sapere se supermercati o farmacie del proprio quartiere effettuano consegne a domicilio. In caso contrario figli e nipoti possono offrire una piccola “consulenza telematica” per raccogliere le informazioni utili.

Il problema non è solo “sanitario”: quello che pesa di più, per gli anziani, come diceva lei spesso è la solitudine. Cosa dovrebbero fare le amministrazioni pubbliche e cosa fanno le associazioni come la vostra
Nell’ultimo ventennio si sono accumulate sempre più evidenze che dimostrano che a lungo andare la solitudine nell’anziano rappresenta un fattore di rischio paragonabile o addirittura superiore a quelli più noti come il fumo e l’obesità. Figuriamoci d’estate, con la lontananza di familiari o conoscenti partiti per le ferie, la chiusura dei centri anziani, la reclusione forzata in casa a causa delle ondate di caldo. Tutti fattori che accentuano il rischio di ansia e depressione, laddove già ci sia una predisposizione. Infine non dimentichiamo le decine di migliaia di anziani "parcheggiati" in ospedale durante l'estate, spesso dai familiari per poter andare in vacanza. Ragione per cui ospedali e case di riposo in estate sono stracolmi.
Per contrastare questi fenomeni occorre il contributo di tutti, dalle Istituzioni alle associazioni. Le prime dovrebbero intervenire in modo strategico, elaborando dei veri e propri piani contro la solitudine degli anziani e non attraverso singole iniziative spot. Occorre potenziare al massimo l’offerta di servizi, specialmente nelle grandi città, dove l’isolamento si fa ancora più accentuato, e pensare in termini che non siano esclusivamente assistenziali, ma di coinvolgimento dei “senior” in attività e momenti di socializzazione, in particolare nelle periferie, avendo una chiara mappa delle fragilità che consenta interventi puntuali; istituendo numeri verdi e puntando sulla teleassistenza, e soprattutto coinvolgendo sempre più le associazioni e il volontariato che lavorano su questi temi 12 mesi l’anno.

D’estate le persone anziane tendono a disidratarsi perché non sentono lo stimolo della sete. Parenti o chi si prende cura di loro quali segnali devono cogliere, per evitare di andare incontro a gravi problemi sia per l’accumulo nel sangue delle molte medicine che assumono sia per la dispersione di liquidi con la sudorazione?
Prevenire è meglio che curare, questo è da sempre il segreto. Prima di arrivare a cogliere elementi negativi correlati a complicazioni di salute innescate dalla disidratazione, imponiamo a familiari, figli, nipoti, badanti di far bere agli anziani almeno un litro e mezzo di acqua al giorno distribuito nel corso della giornata. Anche l’assunzione dei farmaci, difatti, si complica per via della scarsa idratazione: i farmaci assorbiti nel sangue trovano una componente liquida ridotta e quindi potrebbero subire una maggiore concentrazione e un maggior effetto. Ma a volte si rischia solo di far peggio tentando un “rimedio fai da te”, ovvero riducendo autonomamente il dosaggio dei farmaci o addirittura interrompendo le terapie mediche. La raccomandazione è consultare sempre il medico per ogni eventuale modifica delle cure che si stanno seguendo e mai agire di propria iniziativa.

Presidente, per gli anziani che vogliano andare in vacanza fuori dalla loro città spesso c’è il problema che non trovano alberghi attrezzati per le loro esigenze, soprattutto se hanno problemi a deambulare. E ancor di più chi è in particolari terapie, come la dialisi: di solito i centri sono già pieni dei loro malati “residenti”
Nel 2015 è ancora un grande problema per le persone anziane, magari disabili o comunque portatrici di particolari esigenze logistico/sanitarie, trovare una vacanza fatta su misura per loro.
Nonostante l’incremento di pagine web e tour operator dedicati alla fornitura di pacchetti vacanze pensati per questo target di popolazione, l’offerta ricettiva, specialmente italiana, è veramente povera, tanto in termini di quantità di alternative proponibili, quanto sotto un profilo qualitativo.
Da un’indagine demoscopica Doxa emerge infatti che solo il 41% degli over 60 si dichiara intenzionato ad andare in vacanza, contro il 72% riscontrato nella fascia d’età 15-29 anni e il 66% della fascia 30-49. Dalla stessa indagine emerge che per il 5% delle famiglie italiane avere una persona anziana, disabile o malata cronica, con cui andare in vacanza, rappresenta una criticità.
La situazione diviene, come giustamente ha fatto notare nella sua domanda, ancor più drammatica se l’anziano è portatore di patologiche croniche quali ad esempio l’insufficienza renale cronica (che colpisce oltre il 10% degli over 65 in Italia) o il diabete (che colpisce oltre il 20% degli over 65 in Italia) presentando delle necessità ed esigenze ancora più pressanti e specifiche che difficilmente potranno essere soddisfatte in una località vacanziera, a prescindere dal budget che il soggetto è intenzionato a stanziare per la sua vacanza.