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POLITICA

M5S vota contro

La Camera ha detto sì: la responsabilità civile dei giudici è legge

Sì definitivo di Montecitorio al disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Il testo è stato approvato con 265 sì, 51 no e 63 astenuti (Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera). Il M5S ha votato contro.

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Aula della Camera - archivio (Ansa)
Roma
La Camera ha approvato il disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, un testo che investe una materia su cui pende una procedura d'infrazione in sede Europea per mancata applicazione del diritto comunitario e per la quale l'Italia rischiava di pagare una multa stimata in 37 milioni. Il testo è stato approvato con 265 sì, 51 no (del Movimento 5 Stelle) e 63 astenuti (Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera). Il premier Matteo Renzi, il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno espresso su Twitter la loro soddisfazione per l'approvazione definitiva del ddl.
 
Il governo ha dato parere negativo a tutti gli emendamenti. Ma l'applicazione della nuova norma - e lo ammette lo stesso ministro della Giustizia Andrea Orlando - andrà monitorata nel concreto. "Valuteremo laicamente gli effetti - assicura il guardasigilli - e siamo pronti a correggere alcuni punti".  

La nuova legge riforma la legge Vassalli del 1988, ma mantiene l'impostazione di responsabilità indiretta: il cittadino cita lo Stato che può rivalersi nei confronti del giudice. Ma rispetto alla Vassalli, è ampliata la possibilità per il cittadino di fare ricorso; si innalza la soglia economica di rivalsa del danno (che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato); viene eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.

Quest'ultimo punto ha fatto discutere, soprattutto i Cinque Stelle, che al Senato avevano votato a favore del ddl e che hanno invece deciso di dire di no alla Camera. Per il deputato M5S Alfonso Bonafede la legge è "una intimidazione ai magistrati". Altro punto discusso, il filtro che era stato definito nel pomeriggio dal viceministro alla Giustizia Enrico Costa, come  "Il fiore all'occhiello del ddl". I Cinque Stelle paventano ora una pioggia di ricorsi contro le sentenze dei giudici, un effetto boomerang con i tribunali intasati.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha risposto in Aula: "Rifiuto l'argomento dell'intimidazione. A chi parla del travisamento dei fatti e delle prove come di un'estensione impropria, dico che questa è un'indicazione europea, e non produce un automatismo sul magistrato, che può essere chiamato in causa solo in caso di negligenza inescusabile".

Di fatto nella relazione che accompagna il testo sono stati inseriti "dei correttivi, degli elementi di chiarificazione - ha spiegato la presidente della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti - che sulla base di un'interpretazione costituzionalmente orientata, esplicitano che il danno c'è solo nel caso in cui il travisamento sia 'macroscopico e evidente'".