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ITALIA

Ruolo di primo piano di Elvira Zagaria, sorella del boss dei Casalesi Michele

Caserta, le mani della camorra sulla sanità: 24 arresti

Inchiesta della Dia di Napoli sugli appalti all'ospedale "Sant'Anna e San Sebastiano". Coinvolti 2 politici vicini all'ex coordinatore regionale della Campania di Fi, Cosentino: per i magistrati rano "direttamente impegnati" nella "copertura politica" dell'organizzazione mafiosa casalese

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Dia
Napoli
Ci sono anche due esponenti politici di Forza Italia fra i destinatari dei provvedimenti cautelari eseguiti oggi dalla Dia di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sull'ospedale "Sant'Anna e San Sebastiano" di Caserta che ha portato a 24 arresti e al sequestro di beni per oltre 12 milioni di euro. Nell'inchiesta c'è Angelo Polverino, all'epoca dei fatti consigliere regionale, già coinvolto in altre vicende giudiziarie, e il consigliere provinciale Antonio Magliulo. Secondo quanto ipotizzato dai magistrati, i due, entrambi vicini all'ex coordinatore regionale della Campania di Fi, Nicola Cosentino, tuttora detenuto per presunti legami con il clan dei Casalesi, erano "direttamente impegnati" nella "copertura politica" dell'organizzazione mafiosa casalese. Le ipotesi di reato sono state rafforzate dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che hanno descritto minuziosamente "il complesso sistema politico-mafioso-imprenditoriale" attivo nell'ospedale di Caserta.

Nel corso delle indagini è emerso il ruolo centrale svolto da Elvira Zagaria, sorella dell'ex primula rossa della camorra casalese, il boss Michele. A lei, dopo l'arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti delle attività del clan. Secondo l'accusa, il gruppo criminale era nato nel 2006 quando Francesco Zagaria, cognato dell'allora boss latitante Michele, riuscì a far nominare dirigente generale della struttura ospedaliera un suo uomo di fiducia, Luigi Annunziata (deceduto di recente), grazie al supporto politico dell'allora segretario regionale dell'Udeur. Da allora, secondo la ricostruzione degli magistrati, Francesco Zagaria assunse il controllo dell'assegnazione dei lavori all'interno del nosocomio dando vita a un cartello di imprese legato alla cosca e attivo ancora oggi.
 
Centro nevralgico delle attività criminali era, per gli inquirenti, l'ufficio del dirigente dell'unità operativa complessa di ingegneria ospedaliera, Bartolomeo Festa, in carica dal gennaio 2006 anch'egli per volere di Francesco Zagaria. L'ingegnere "coadiuvato - si legge in una nota della Dia - da gran parte degli impiegati del suo ufficio, aveva il compito di truccare i bandi di gara e gli atti ad essi equipollenti, per favorire gli imprenditori del clan, i quali, a loro volta, periodicamente dovevano versare parte dei guadagni così ottenuti nelle mani degli Zagaria".