ECONOMIA
Crisi
Camusso: la legislazione non dà prospettive di lavoro ai giovani
La proposta del governo Renzi sul lavoro, per il leader della Cgil, Susanna Camusso "è uguale a tutti questi anni". Il segretario della Cgil, rimarca che "non c'e' nulla di nuovo, anche perché c'è un presidente del Consiglio diverso, ma con una maggioranza che è sempre la stessa"
La legislazione sul lavoro "non permette di dire ai giovani che hanno una prospettiva". Lo dice il leader della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo al convegno di Confindustria a Bari. "Noi abbiamo creato questo mercato del lavoro" e "non abbiamo investito sul lavoro", aggiunge. "Se ci sono molteplici forme di precarietà, il Paese non riparte. "Tutti quelli che oggi ci raccontano che dobbiamo cambiare verso - afferma Camusso - sono gli autori
e governano insieme a tutti quelli che hanno prodotto la legislazione di questo periodo", costruita negli anni: "quella del lavoro a chiamata, dei voucher, delle associazioni in partecipazione, dei contratti a progetto, delle Partite Iva più o meno false, invece di investire sulla qualità del lavoro e della formazione. Possiamo discutere di questo? Non mi pare si vada in questa direzione. Si sta facendo dell'altro. Non si può continuare a contrapporre i mondi. Il tema è che non abbiamo investito sul lavoro, esattamente come non abbiamo investito sull'idea di manifattura". Camusso, ricordando che la Cgil ha presentato un Piano del lavoro, torna a dire che nel dl lavoro "non c'è nulla di
innovativo". E ricorda che in Italia "ci sono 4 milioni di giovani precari".
Camusso a Visco: è di moda dire colpa è di sindacato e imprenditori
"In questa stagione va di moda prendersela con sindacati e imprese". Lo ha sottolineato Susanna Camusso, dopo le parole del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, sulle rigidità di imprese e sindacati che frenano lo sviluppo. "Il Paese è totalmente cambiato - ha detto - in trent'anni è successo di tutto e continuiamo a discutere se c'è rigidità nel mercato del lavoro. Abbiamo un livello di flessibilità assolutamente straordinario, quale rigidità?". "E' lo stessa schema in cui non c'è una proposta per il Paese e allora troviamo un colpevole", dice Camusso, aggiungendo poi: "Non ho problemi di vittimismo". "In nome delle rigidità di cui si racconta e narra da 30
anni, nel frattempo il Paese è totalmente cambiato. Abbiamo distrutto gran parte dell'industria manifatturiera, abbiamo perso interi settori. E' successo di tutto - continua il leader della Cgil - e continuiamo a discutere se c'è una rigidità del mercato del lavoro o non c'è, avendo un livello di flessibilità assolutamente straordinario. Il governo ha pensato bene che l'offerta che fa ai giovani è quella di avere al massimo un contratto a termine che però nell'arco di 36 mesi puoi disdettare e rifare fino a otto volte."
Con tante forme precarietà Paese non riparte
La proposta del governo Renzi sul lavoro, per Camusso "è uguale a tutti questi anni". Il segretario della Cgil rimarca che "non c'è nulla di nuovo, anche perché c'è un presidente del Consiglio diverso, ma con una maggioranza che è sempre la stessa". "Se ci sono molteplici forme di precarietà - aggiunge - il Paese non riparte. Ricordo che abbiamo 4 milioni di giovani precari, invece dobbiamo ricostruire percorsi professionali e dare certezze. Se un giovane va in azienda bisogna investire su di lui, ma quello che accade in Italia sulla precarietà, non ha eguali al mondo".
Ci vogliono 3 anni per capire se un giovane vale?
'Cè' bisogno di 3 anni per capire se un giovane lavoratore vale? I 36 mesi per i contratti a termine sono solo un un modo per continuare ad avere la somministrazione a costi minori''. Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando delle nuove norme sui precari contenute nel Dl lavoro.
e governano insieme a tutti quelli che hanno prodotto la legislazione di questo periodo", costruita negli anni: "quella del lavoro a chiamata, dei voucher, delle associazioni in partecipazione, dei contratti a progetto, delle Partite Iva più o meno false, invece di investire sulla qualità del lavoro e della formazione. Possiamo discutere di questo? Non mi pare si vada in questa direzione. Si sta facendo dell'altro. Non si può continuare a contrapporre i mondi. Il tema è che non abbiamo investito sul lavoro, esattamente come non abbiamo investito sull'idea di manifattura". Camusso, ricordando che la Cgil ha presentato un Piano del lavoro, torna a dire che nel dl lavoro "non c'è nulla di
innovativo". E ricorda che in Italia "ci sono 4 milioni di giovani precari".
Camusso a Visco: è di moda dire colpa è di sindacato e imprenditori
"In questa stagione va di moda prendersela con sindacati e imprese". Lo ha sottolineato Susanna Camusso, dopo le parole del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, sulle rigidità di imprese e sindacati che frenano lo sviluppo. "Il Paese è totalmente cambiato - ha detto - in trent'anni è successo di tutto e continuiamo a discutere se c'è rigidità nel mercato del lavoro. Abbiamo un livello di flessibilità assolutamente straordinario, quale rigidità?". "E' lo stessa schema in cui non c'è una proposta per il Paese e allora troviamo un colpevole", dice Camusso, aggiungendo poi: "Non ho problemi di vittimismo". "In nome delle rigidità di cui si racconta e narra da 30
anni, nel frattempo il Paese è totalmente cambiato. Abbiamo distrutto gran parte dell'industria manifatturiera, abbiamo perso interi settori. E' successo di tutto - continua il leader della Cgil - e continuiamo a discutere se c'è una rigidità del mercato del lavoro o non c'è, avendo un livello di flessibilità assolutamente straordinario. Il governo ha pensato bene che l'offerta che fa ai giovani è quella di avere al massimo un contratto a termine che però nell'arco di 36 mesi puoi disdettare e rifare fino a otto volte."
Con tante forme precarietà Paese non riparte
La proposta del governo Renzi sul lavoro, per Camusso "è uguale a tutti questi anni". Il segretario della Cgil rimarca che "non c'è nulla di nuovo, anche perché c'è un presidente del Consiglio diverso, ma con una maggioranza che è sempre la stessa". "Se ci sono molteplici forme di precarietà - aggiunge - il Paese non riparte. Ricordo che abbiamo 4 milioni di giovani precari, invece dobbiamo ricostruire percorsi professionali e dare certezze. Se un giovane va in azienda bisogna investire su di lui, ma quello che accade in Italia sulla precarietà, non ha eguali al mondo".
Ci vogliono 3 anni per capire se un giovane vale?
'Cè' bisogno di 3 anni per capire se un giovane lavoratore vale? I 36 mesi per i contratti a termine sono solo un un modo per continuare ad avere la somministrazione a costi minori''. Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando delle nuove norme sui precari contenute nel Dl lavoro.