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ITALIA

Chiedeva il pizzo ad una farmacia di Caserta

Casalesi, nuovo arresto per Carmine Schiavone. E' accusato di estorsione

Il figlio di Sandokan, classe 1983, era già in carcere. Oltre a lui sono stati fermati Pasquale Mauriello e Carmine Ianuese cui viene contestato il reato di ricettazione

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Altro colpo al clan dei Casalesi. Nella notte è partito un nuovo ordine di arresto per Carmine Schiavone. Il ragazzo, classe 1983 e figlio di Francesco, detto Sandokan, era già in carcere. Il nuovo provvedimento restrittivo gli è stato notificato in cella.

Accusato di estorsione
Il secondo dei sette figli del boss è accusato di estorsione ai danni di una farmacia di San Cipriano d'Aversa (Ce). Insieme a lui è stato arrestato Pasquale Mauriello (cl. 1967) suo complice. Il terzo fermato è Carmine Ianuese (classe 1968) accusato invece di ricettazione. Tutti i reati constestati - precisa una nota - sono aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l'organizzazione di stampo mafioso.

Chiedeva il pizzo ad una farmacia di Caserta
Dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Caserta è emerso, in particolare, che tra ottobre e novembre 2012, su mandato di Carmine Schiavone, il titolare della farmacia è stato vittima dell'estorsione di una somma di 5000 euro, poi ridotta a 2500. La richiesta è stata formulata materialmente dal Maurielo e dagli altri affiliati poi divenuti collaboratori di giustizia. Mentre - sempre in base all'ipotesi accusatoria accettata da giudice - il denaro, una volta ritirato, veniva consegnato allo Iaunese che, all'epoca dei fatti, ricopriva il ruolo di cassiere del sodalizio.

Le dichiarazione di alcuni collaboratori di giustizia
Alla ricostruzione dei fatti hanno contribuito le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che, già arrestati per attività estorsive, hanno poi deciso di testimoniare avendo, peraltro, partecipato personalmente all'estorsione ai danni della farmacia.

Estorsioni, "strumenti di controllo sociale"
Ne sono emersi - scrivono gli inquirenti - il ruolo apicale di Schiavone Carmine e della sua determinazione ad attuare una strategia criminale improntata su diffuse, sistematiche e continue attività estorsive sul territorio. Le estorsioni venivano ritenute, infatti, sia una fonte indispensabile di finanziamento del sodalizio, sia un
essenziale strumento di ''controllo sociale'', funzionale a perpetrare uno stato di assoggettamento della popolazione, stato che appariva in pericolo a causa dei successi investigativi conseguiti negli ultimi anni da Magistratura e Forze dell'ordine.