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ITALIA

L'inchiesta

Caso Consip, il Pm di Napoli John Woodcock di fronte alla sezione disciplinare del CSM

Il giudizio disciplinare riguarda anche la pm Celestina Carrano. Ai pm di Napoli l'accusa contesta di aver violato i doveri professionali perché con "inescusabile negligenza" evitarono "l'immediata iscrizione nel registro delle notizie di reato di Filippo Vannoni, già consigliere della presidenza del Consiglio dei Ministri

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Al via a Roma, davanti alla sezione disciplinare del Csm, il processo al pm di Napoli Henry John Woodcock. I fatti contestati sono legati all'inchiesta Consip: da una parte l'audizione, nel 2016, del presidente di Pubbliacqua Firenze, Filippo Vannoni, sentito come testimone e non indagato, dall'altra un'intervista del magistrato al quotidiano La Repubblica. Il giudizio disciplinare riguarda anche la pm Celestina Carrano.

Ai pm di Napoli, l'accusa sostenuta dal sostituto procuratore generale della Cassazione Mario Fresa, contesta di aver violato i doveri professionali perché con "inescusabile negligenza" evitarono "l'immediata iscrizione nel registro delle notizie di reato di Filippo Vannoni, già consigliere della presidenza del Consiglio dei Ministri  - si legge nell'atto di incolpazione - nonostante il predetto, al pari  del ministro dello Sport Luca Lotti, del comandante generale dei  carabinieri, Tullio Del Sette, e del generale dei carabinieri,  Emanuele Saltalamacchia, invece ritualmente iscritti, fosse stato  anche egli attinto dalle medesime dichiarazioni rese il precedente, il  giorno 20 da Luigi Marroni, amministratore delegato Consip, che aveva indicato pure Vannoni come fonte delle sue informazioni riservate".



Senza disporre l'iscrizione di Vannoni nel registro degli indagati, i due pm, nel dicembre 2016, lo sentirono "come persona informata  sui fatti, in assenza di difensore e con modalità tali da essere lamentate come non rispettose della sua dignità dallo stesso Vannoni,  all'atto del successivo interrogatorio fattone dai pm della Procura di Roma il 5 luglio 2017".



A Woodcock vengono anche contestate frasi pubblicate dal quotidiano Repubblica e a lui attribuite in un'intervista, che secondo l'accusa denotano "un comportamento gravemente  scorretto nei confronti del procuratore facente funzioni di Napoli,  Nunzio Fragliasso", che chiedeva massimo riserbo nell'indagine soprattutto dopo le frizioni con Piazzale Clodio, e "una grave scorrettezza" nei confronti dei pm  romani, investiti dello stralcio della indagine Consip, "nella cui  attività giudiziaria comunque egli ha interferito ingiustificatamente".