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ITALIA

Napoli

Caso De Magistris, Mastella: "In quali mani ero capitato"

L'ex ministro, investito dall'inchiesta Why Noy, commenta la condanna all'ex magistrato

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 ''La legge inequivocabile. L'ormai ex sindaco di Napoli dovrà essere sospeso, a meno che, con un minimo  d'orgoglio morale, non decida di dimettersi''. Così commenta Clemente Mastella le parole di Luigi De Magistris.  ''Comunque sia  - prosegue Mastella - fanno sorridere, dette da lui, le sue affermazioni secondo cui la sua condanna sarebbe il frutto di una sentenza politica. Di grazia, tale sentenza sarebbe stata patrocinata da chi? Da alcuni ex parlamentari ed ex ministri che da tempo sono fuori o ai margini della vita politica, senza alcun potere di influenza o di seduzione sugli arbitri?''. 

"De Magistris - dice Mastella -  continua in modo goffamente donchisciottesco a fare riferimento nella vicenda di Catanzaro a miei presunti coinvolgimenti. Voglio ricordare che con sentenza del gip di Catanzaro io sono stato assolto non perché i fatti non esistessero ma perché non andavo neppure indagato per la semplice ragione che su di me non c'era nulla di nulla. Eppure lui lo ha fatto in dispregio della realtà delle cose e delle normative costituzionali".

"Dopo le ultime agghiaccianti dichiarazioni di De Magistris, credo ci si renda sempre più conto in quali mani giudiziarie ero capitato. Credo che la mancanza di equilibrio e la ricerca ossessiva di essere
protagonista mediatico lo abbiano portato con disinvoltura a fare le cose che i giudici hanno acclarato'' aggiunge Clemente Mastella.

''Detto questo, ritengo la Legge Severino ingiusta ed anticostituzionale, perché aggira in malo modo l'articolo 3 della nostra Carta, per il quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Invece, così non è se i parlamentari decadono solo dopo il terzo grado di giudizio, mentre gli amministratori locali, i sindaci, i consiglieri provinciali e regionali vengono sanzionati già al primo grado di giudizio. Mi auguro che la Consulta - conclude l'ex Guardasigilli - intervenga per sanare questa grave lesione della Costituzione''.