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ITALIA

Roma

Caso Meredith, attesa per la conferenza stampa di Raffaele Sollecito

Il ragazzo pugliese, assolto in Cassazione, sarà con i suoi avvocati

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Conferenza stampa dopo l'assoluzione. Potrebbe intitolarsi così l'appuntamento oggi alle 12, al centro congressi Cavour a Roma, con Raffaele Sollecito, definitivamente assolto in Cassazione dall'accusa di avere ucciso Meredith Kercher. Con lui ci sarà il padre Francesco e gli avvocati Giulia Bongiorno, Luca Maori e Francesco Mastro.

Proprio dai legali, nei giorni scorsi sono arrivati i commenti che hanno anticipato i temi che verranno trattati a Roma. "E' presto per poter annunciare la richiesta di indennizzo per l'ingiusta detenzione, ma mi aspettavo l'annullamento senza rinvio della Cassazione perché la sentenza di condanna di Firenze era oggettivamente imbarazzante, era fatta davvero male. Era troppo aggredibile". L'avvocato Francesco Mastro, uno dei legali di Raffaele Sollecito, assieme ai suoi colleghi valuterà solo dopo il deposito delle motivazioni della sentenza della Suprema Corte, se chiedere l'indennizzo per i quattro anni trascorsi in carcere dal giovane ingegnere informatico pugliese per l'omicidio di Meredith Kercher.

"Scambiare, come hanno fatto i giudici di appello di Firenze, l'impronta della scarpa con l'orma del piede, inventarsi il quarto movente, dichiarare possibile la morte tra le ore 18 e le 5 del mattino era davvero troppo. E poi la relazione introduttiva della Cassazione - spiega il legale - è stata durissima e molto critica rispetto alla sentenza di condanna, pur mantenendo un profilo neutro". Per Giulia Bongiorno, altro legale di Sollecito, le indagini "sono state fatte malissimo. Il processo - ha detto - è stato viziato dal voler restare attaccati a cio' che era stato deciso a quattro giorni dall'omicidio. In carcere erano in tre, Sollecito, Knox e Lumumba. E quando Lumumba ha fornito un alibi, non si è voluto ricominciare daccapo". Bongiorno ha detto di aver capito che Sollecito era innocente quando "nel corso di un'udienza ero seduta accanto a lui ed è entrato Guedè. Raffaele allora ha detto, quasi parlando tra sè e sè, 'dai giornali mi sembrava più alto'. Quel commento mi ha fatto capire che non l'aveva mai visto prima".