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ITALIA

La Corte deciderà sull'acquisizione degli atti

Caso Musy. Aggiornato all'8 aprile il processo bis, il pm chiede la perizia psichiatrica per Furchì

E' stato aggiornato all'8 aprile il processo a Francesco Furchì per l'attentato al consigliere comunale dell'Udc, Alberto Musy, morto dopo 19 mesi di coma lo scorso ottobre

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Furchì in aula (ansa)
Torino
E' stato aggiornato all'8 aprile il processo a Francesco Furchì per l'attentato al consigliere comunale dell'Udc, Alberto Musy, morto dopo 19 mesi di coma lo scorso ottobre. La corte d'assise comunicherà la sua decisione sulla richiesta avanzata dall'accusa di acquisire gli atti e le testimonianze già acquisite nel procedimento davanti al tribunale torinese, processo poi interrotto a seguito della morte di Musy.  Nel nuovo processo, dinnanzi alla Corte d'Assise, l'imputazione per Furchì è di omicidio volontario. Nell'udienza di oggi Il pm Roberto Furlan ha chiesto anche di sottoporre Furchì a una perizia psichiatrica. La difesa si è opposta a entrambe le richieste.

In questi anni Furchì ha sempre sostenuto di non essere lui l'attentatore che quella mattina sparò a Musy nel cortile della sua abitazione nel centro di Torino. Di altro parere la procura: secondo il pm Roberto Furlan dietro il casco integrale marca Acerbis ripreso dalle telecamere del quartiere c'era proprio Francesco Furchì. Secondo i consulenti della Procura, che hanno analizzato i filmati, Furchì avrebbe una compatibilità per oltre il 90% con la struttura fisica e la camminata dell'uomo con il casco. Ma Furchì, assistito dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Mariarosaria Ferrara, ha sempre negato ogni accusa. Non ha mai avuto cedimenti, nemmeno quando in aula si era seduta la moglie del consigliere comunale, Angelica.

Secondo la procura il 50enne avrebbe deciso di uccidere il consigliere Udc per una serie di torti che riteneva di aver subito. Un personaggio definito nelle carte 'ambiguo': presidente della Magna Graecia Millennium, associazione di promozione della cultura calabrese, alle ultime comunali era stato candidato nella lista ''Alleanza per la citta''' che sosteneva la candidatura a sindaco di Musy. Senza un'occupazione precisa ''un faccendiere'' lo definisce il magistrato nel decreto di fermo, a cui piace avere contatti con personaggi di rilievo.

Tre i principali motivi di rancore da parte di Furchì individuati dall'accusa: Musy non appoggiò Biangio Andò, figlio dell'ex ministro Salvatore, per una cattedra all'università di Palermo dove era in commissione; non ebbe alcun ''ritorno'' dalla sua partecipazione alla campagna elettorale; e il naufragio dell'operazione Arenaways, società ferroviaria poi fallita, per la quale Furchì aveva chiesto a Musy aiuto per trovare degli investitori per rilevare l'azienda.