ITALIA
Il caso
Sesso a pagamento, dopo servizio "Le Iene" bufera sull'Unar: si dimette direttore Francesco Spano
La notizia e' arrivata al termine di una giornata di polemiche dopo un servizio tv delle Iene dal quale emergerebbe un uso improprio dei fondi assegnati da Palazzo Chigi all'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio: in particolare il finanziamento a un'associazione gay che organizzava incontri sessuali a pagamento

L'epilogo arriva al termine di una giornata tesa, che aveva visto montare la polemica negli ambienti politici e sui social network. Il 39enne avvocato toscano, da un anno alla guida dell'Unar, è stato convocato a Palazzo Chigi dalla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, e poco dopo e' arrivata la comunicazione del passo indietro. Le dimissioni, sottolinea Palazzo Chigi, vogliono essere "un segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l'Unar". l'Ufficio, istituito nel 2003 in recepimento di una direttiva comunitaria, opera nell'ambito del Dipartimento per le Pari Opportunita'. La Presidenza del Consiglio, per quanto non si ravvisino violazioni della procedura prevista e d'accordo con lo stesso Spano, ha reso noto che disporra' la sospensione in autotutela del Bando di assegnazione denunciato dalle Iene, per effettuare "le ulteriori opportune verifiche". I relativi fondi, comunque, viene precisato, non sono stati ancora erogati. Secondo la onlus Provita, l'associazione di cui parlava il servizio delle Iene e' l'Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale (Anddos).
Bufera politica
Il caso ha sollevato un polverone politico, con richieste di dimissioni e chiarimenti da Lega, centrodestra e M5S. "Chiediamo che l'Unar, il sedicente 'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali' della Presidenza del Consiglio dei Ministri", aveva chiesto Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, "venga chiuso oggi stesso. L'Italia non ha alcun bisogno di un 'ufficio' che con una mano finanzia un'associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l'altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero". Interrogazioni sono state preannunciate da Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega in Senato, e dal senatore di Forza Italia Lucio Malan. I Cinque Stelle hanno parlato di "scenario inquietante" e hanno sollecitato verifiche sull'erogazione dei fondi pubblici.
Arcigay: "Basta con la macchina del fango"
"In queste ore assistiamo al tentativo di sospensione della libertà di associazione per le persone, omosessuali e non, in Italia", dice Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, dopo le polemiche sull'Unar che hanno portato alle dimissioni del direttore, Spano. "Il servizio andato in onda nella trasmissione 'Le Iene', che in malafede dosava anonimati, vaghezza e repentini precisi dettagli perfino lesivi del diritto alla privacy", lamenta l'Arcigay, "ha innescato una macchina del fango ignobile, subito cavalcata dagli omofobi di professione, dentro e fuori il Parlamento. In serata sono poi giunte le dimissioni del Direttore dell'Unar, che si e' fatto carico di rispondere in prima persona del polverone assurdo sollevato dalla denuncia delle Iene. Il passo indietro del direttore serve a ristabilire la serenita' necessaria a far proseguire il lavoro importante di Unar. L'elenco dei progetti finanziati dalla dipartimento della Presidenza del Consiglio contiene iniziative importanti che si occupano di marginalita' e di contrasto alle discriminazioni e all'esclusione sociale: e' necessario che il Paese e le persone (lgbt e non) che ci vivono e lo attraversano possano contare su queste possibilita', rare almeno quanto sono necessarie. C'e' tutto un mondo del volontariato che lavora, fa tanto, nella stragrande maggioranza dei casi senza l'ombra di un euro di finanziamento pubblico . E c'e' tutto un mondo di persone lgbt che hanno bisogno di interventi sociali e di sostegno, persone che non possono essere lasciate sole. Strumentalizzare delazione carpite, confezionarle in una narrazione piena di pruderie e illazioni solo per affossare l'Unar e' un'operazione politica miope. Non si getti fango, piuttosto si chieda chiarezza. L'Unar e' e deve continuare ad essere un organo di garanzia di tutti e tutte sulle politiche contro le discriminazioni" conclude Piazzoni.
Il direttore dell’ufficio della Presidenza del Consiglio che ha deciso i finanziamenti per questa associazione è socio dell’associazione? pic.twitter.com/YCFouf0tlg
— Le Iene (@redazioneiene) 19 febbraio 2017
Bufera politica
Il caso ha sollevato un polverone politico, con richieste di dimissioni e chiarimenti da Lega, centrodestra e M5S. "Chiediamo che l'Unar, il sedicente 'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali' della Presidenza del Consiglio dei Ministri", aveva chiesto Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, "venga chiuso oggi stesso. L'Italia non ha alcun bisogno di un 'ufficio' che con una mano finanzia un'associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l'altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero". Interrogazioni sono state preannunciate da Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega in Senato, e dal senatore di Forza Italia Lucio Malan. I Cinque Stelle hanno parlato di "scenario inquietante" e hanno sollecitato verifiche sull'erogazione dei fondi pubblici.
Arcigay: "Basta con la macchina del fango"
"In queste ore assistiamo al tentativo di sospensione della libertà di associazione per le persone, omosessuali e non, in Italia", dice Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, dopo le polemiche sull'Unar che hanno portato alle dimissioni del direttore, Spano. "Il servizio andato in onda nella trasmissione 'Le Iene', che in malafede dosava anonimati, vaghezza e repentini precisi dettagli perfino lesivi del diritto alla privacy", lamenta l'Arcigay, "ha innescato una macchina del fango ignobile, subito cavalcata dagli omofobi di professione, dentro e fuori il Parlamento. In serata sono poi giunte le dimissioni del Direttore dell'Unar, che si e' fatto carico di rispondere in prima persona del polverone assurdo sollevato dalla denuncia delle Iene. Il passo indietro del direttore serve a ristabilire la serenita' necessaria a far proseguire il lavoro importante di Unar. L'elenco dei progetti finanziati dalla dipartimento della Presidenza del Consiglio contiene iniziative importanti che si occupano di marginalita' e di contrasto alle discriminazioni e all'esclusione sociale: e' necessario che il Paese e le persone (lgbt e non) che ci vivono e lo attraversano possano contare su queste possibilita', rare almeno quanto sono necessarie. C'e' tutto un mondo del volontariato che lavora, fa tanto, nella stragrande maggioranza dei casi senza l'ombra di un euro di finanziamento pubblico . E c'e' tutto un mondo di persone lgbt che hanno bisogno di interventi sociali e di sostegno, persone che non possono essere lasciate sole. Strumentalizzare delazione carpite, confezionarle in una narrazione piena di pruderie e illazioni solo per affossare l'Unar e' un'operazione politica miope. Non si getti fango, piuttosto si chieda chiarezza. L'Unar e' e deve continuare ad essere un organo di garanzia di tutti e tutte sulle politiche contro le discriminazioni" conclude Piazzoni.