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MONDO

L'arresto dell'ex nunzio apostolico

Caso Wesolowski, l'accelerazione di Papa Francesco

Ridotto allo stato laicale ma in attesa della sentenza d'appello, l'arresto del sacerdote accusato di pedofilia rappresenta un segnale molto forte, voluto personalmente dal Pontefice

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Jozef Wesolowski è stato arrestato su ordine del promotore di giustizia vaticana per “espressa volontà del Papa”. E’ stata quindi la giustizia dello Stato Pontificio ad ordinare l’arresto dell’ex nunzio apostolico su “ordine” di Papa Bergoglio.
 
Nella vicenda del clamoroso arresto del sacerdote accusato di pedofilia il chi abbia eseguito il fermo, e su ordine di chi, sembrano questioni di poco conto, particolari di secondo piano. Sono, invece, proprio questi particolari a dare il senso e sottolineare l’importanza dello decisione presa oltre Tevere. E questo perché, tra i cavilli e le pieghe del diritto internazionale e di quello canonico, si sono spesso rifugiati quanti, soprattutto in Vaticano, volevano o speravano di sottrarre al giudizio dei tribunali i preti accusati di pedofilia.
 
Nel caso Wosolowski il Vaticano, chiaramente su input di Bergoglio, ha invece ribaltato il suo modus operandi: non più melina giudiziaria e difesa dei propri cittadini senza se e senza ma e, al contrario, un arresto che è un’accelerazione e persino un anticipo sulle mosse dei tribunali.
 
Allo stato delle informazioni non risulta infatti che l’ex nunzio fosse inseguito da un mandato di cattura internazionale e non è stato arrestato né su richiesta delle autorità domenicane, luogo in cui avrebbe commesso i reati, né su richiesta polacca (Wosolowski è nato in Polonia), né tantomeno su richiesta italiana. La decisione dell’arresto appare quindi come una decisione tutta vaticana, ma non è tutto.
 
Wosolowski, nominato nunzio da Papa Ratzinger, era stato richiamato a Roma da Bergoglio dopo l’emergere delle accuse nei suoi confronti. Qui era stato ridotto allo stato laicale, la pena massima nel diritto canonico, perdendo lo status di cittadino vaticano, cosa che aveva dato il “la” ai rumors su una possibile estradizione.
 
Ma senza nessuna notizia di richieste di estradizione, e prima ancora che si svolgesse il processo d’appello, correttamente e puntualmente chiesto dall’ex nunzio, Papa Francesco ne ha chiesto l’arresto.
 
Un episodio che, oltre a rappresentare probabilmente un unicum nella storia vaticana, è un significativo precedente nella gestione dei casi di pedofilia e, soprattutto, un segnale incredibilmente forte e concreto della nuova direzione che Bergoglio ha scelto di dare alla Chiesa.