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ITALIA

L'omicidio nel 2010

Caso Yara, al via il processo:oggi prima udienza per Massimo Bossetti

A Bergamo già molte troupe televisive. Una delle prime questioni che si presenterà alla Corte è quello dell'ammissione delle telecamere. In aula, con ogni probabilità, ci sarà Bossetti ma non i genitori della ragazza assassinata

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Dopo oltre cinque anni dall'omicidio di Yara Gambirasio comincia oggi a Bergamo il processo nei confronti di quello che, ad oggi, è l'unico accusato della morte della ragazza: l'ex muratore Massimo Bossetti. Con l'imputato che rischia l'ergastolo, date le aggravanti della crudeltà e dell'occultamento di cadavere contestate all'uomo. Già numerose le troupe televisive posizionate fuori dal palazzo di Giustizia bergamasco per seguire il dibattimento sul caso della tredicenne il cui corpo fu trovato solo 3 mesi dopo la scomparsa, il 26 febbraio del 2011, in un campo di Chignolo d'Isola. Ingenti le misure di sicurezza e aula interdetta a tablet e telefoni cellulari.  

Oltre ai numerosi giornalisti, alcuni dei quali provenienti anche dall’estero,Bossetti troverà ad attenderlo la rappresentante dell’accusa, il pubblico ministero Letizia Ruggeri, che cercherà di dimostrare la sua colpevolezza alla giuria composta da due giudici togati e sei popolari.

In aula ci sarà l'ex muratore, che intende seguire tutte le fasi del processo ma non ci saranno, con tutta probabilità, i genitori della ragazza uccisa che hanno fatto sapere che limiteranno la loro presenza solo per testimoniare. Come assenti dall'aula saranno anche la moglie di Bossetti e sua madre, citate come testimoni.

Uno dei primi problemi che si presenterà alla Corte è quello dell'ammissione delle telecamere in aula. L'imputato vorrebbe infatti che a queste fosse consentito di entrare per seguire il dibattimento, "voglio le telecamere. Voglio lottare perché questo processo si svolga esclusivamente a porte aperte, così che chiunque possa prendere atto di tutte le dichiarazioni fatte da me e dall'accusa, perché non ho niente da temere o da nascondere", ha spiegato Bossetti in una lettera. Contrari i pareri del pm, Letizia Ruggeri, e del presidente della Corte, Antonella Bertoja, stando ai quali non esistono i presupposti dell'accoglimento della richiesta del Bossetti.

Dubbi e interrogativi anche sull'impianto difensivo del quale si avvarranno i legali del 44enne muratore di Mapello per tentare di dimostrarne l'estraneità ai fatti contestati. Le prove a carico del proprio assistito paiono infatti numerosissime e per alcuni versi difficili da confutare: la prima e più importante è quella del DNA. Il muratore di Mapello dovrà spiegare come possa essere finito sugli indumenti della piccola Yara il proprio DNA e raccontare alla Corte per quale motivo nel giorno della scomparsa della ragazzina sia stato a ripreso a bordo del proprio furgone Iveco mentre girava attorno alla palestra di Brembate di Sopra. L'ultimo luogo frequentato da Yara prima di essere uccisa. E poi ancora Bossetti dovrà fornire una spiegazione convincente circa le frequenti ricerche in rete che le vedevano digitare key quali 'tredicenni vergini' o 'tredicenni'.