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POLITICA

La frase shock

Caso Borsellino, Crocetta contrattacca: "Dossieraggio contro di me, vogliono uccidermi"

Dopo la smentita della Procura di Palermo il direttore del settimanale conferma: "Il dialogo esiste ma non fa parte degli atti pubblici" e spiega: non abbiamo audio ma cronista ha ascoltato l'intercettazione. Crocetta torna a difendersi: "Sono pulito"

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Borsellino, Tutino e Crocetta (Ansa)
Il giorno dopo il caso della frase shock su Lucia Borsellino che lo ha travolto il governatore Crocetta, che si è autosospeso, torna a difendersi su varie pagine dei quotidiani. Va al contrattacco: "Non c'è dubbio. C'è stata un'azione di dossieraggio contro di me. Mi hanno distrutto, ucciso, perché è questo che volevano: farmi fuori, eliminarmi. Ci stavano riuscendo, ma tutto sta diventato chiaro e lo diventerà ancora di più. Palermo è un tritacarne, lo sapevo e ne ho la conferma". Poi ribadisce: "quella frase non l'ho mai sentita". Intanto la Procura di Palermo smentisce di nuovo l'esistenza dell'intercettazione. "Non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio
e neanche tra quelle registrate dal Nas" ribadisce il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi.

Espresso: "Dialogo esiste"
"Il dialogo esiste ma non fa parte degli atti pubblici, quelli a disposizione delle parti coinvolte. Pertanto ribadiamo quanto pubblicato nel giornale in edicola". Il direttore de "L'Espresso" Luigi Vicinanza conferma l'esistenza della conversazione tra Tutino e Crocetta. In un'intervista a La Stampa spiega la smentita della Procura di Palermo secondo la quale agli atti "non risulta trascritta alcuna telefonata" con parole di quel tenore contro Lucia Borsellino: "Non c'è solo l'inchiesta nell'ambito della quale il medico Matteo Tutino è stato arrestato - dice - Ci sono altri filoni di indagine, altri documenti". Una telefonata, precisa il direttore, che risale al al 2013, "la conversazione fa parte dei fascicoli secretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull'ospedale Villa Sofia di Palermo". 
"Posso confermare che l'audio è sporco, ci sono alcune interferenze. I due parlano con grande confidenza, a tratti in siciliano". Un'audio che però, spiega sempre Vicinanza il settimanale non possiede: il cronista ha ascoltato l'intercettazione e ha poi ricopiato la trascrizione. 

La telefonata
Il caso è scoppiato ieri mattina con l'anticipazione de "L'espresso" che riportava la frase shock, che sarebbe stata intercettata in un'indagine:  Lucia Borsellino "va fermata, fatta fuori. Come suo padre". Cioè come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Sarebbero state pronunciate da Matteo Tutino, primario dell'ospedale palermitano Villa Sofia, arrestato nei giorni scorsi per truffa, peculatoe  abuso d'ufficio. All'altro capo del telefono ci sarebbe stato il governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Una macabra minaccia nei confronti dell'assessore della Salute alle quali il presidente della regione non avrebbe replicato. Nessuna indignazione, solo silenzio. Una frase che ha travolto il governatore siciliano - già in precarie condizioni politiche - che da sempre ha fatto dell'antimafia la sua bandiera. 



Autosospensione e Pd chiede le dimissioni
Mentre il governatore si autosospende - non è però prevista dallo statuto siciliano - il Pd chiede a più voci le dimissioni. "Le parole ma anche i silenzi che emergono dalle intercettazioni e che coinvolgono la sua persona e un martire della Repubblica come Paolo Borsellino sono gravi, inaccettabili e provocano ribrezzo" dice il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini che parla di "responsabilità politica" di Crocetta. "Chiarisca, anche se il tutto appare purtroppo abbastanza chiaro". Non ha dubbi  il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone: "Inevitabili dimissioni Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile". Tutte dichiarazioni politiche arrivate, però, prima che la procura di Palermo smentisse l'esistenza agli atti della conversazione tra Crocetta e il suo medico.

L'arresto di Tutino e i rapporti con Crocetta
Il primario dell'ospedale Villa Sofia è stato arrestato lo scorso 29 giugno per truffa, peculato e abuso d'ufficio. Contestato un intreccio tra incarichi privati e pubblici. "Mi dispiace per Matteo Tutino, l'ho conosciuto come un uomo buono, religioso, ma i suoi problemi con la giustizia non tocca a me giudicarli. Ci sono dei magistrati che indagano. So che da oggi non ho il medico curante e mi dispiace" fu il primo commento di Crocetta.