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MONDO

Dibattito dopo gli attentati

Centri di detenzione per sospetti jihadisti: in Francia l'ipotesi di una nuova Guantanamo

Il governo chiede ai giudici se sia costituzionale la detenzione preventiva di persone considerate pericolose per la sicurezza nazionale. Poi precisa: proposta arrivata dall'opposizione

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Polizia nelle strade di Parigi (AP)
Parigi
Colpita dagli attentati, scossa dalla minaccia terroristica, la Francia si interroga sulle misure da prendere per combattere un nemico che ha già dato prova della sua pericolosità e della sua spietatezza. Nel dibattito entra anche una misura estrema, un progetto di legge che istituirebbe una nuova Guantanamo per sospetti jihadisti. Un’idea senza precedenti perché, contrariamente al centro di detenzione voluto da George W. Bush dopo l’11 settembre, sarebbe destinato non solo agli stranieri ma anche ai cittadini francesi.

Il governo: proposta dell'opposizione 
“La legge può autorizzare una provazione di libertà degli interessati a titolo preventivo e prevedere la loro detenzione in centri realizzati a questo scopo?”. È questa, come rivela Le Monde, la domanda rivolta dal governo al Consiglio di Stato. Una richiesta, precisa poi l’esecutivo, che ha all’origine una proposta “formulata dall’opposizione dopo gli attentati”.

Migliaia di persone potenzialmente coinvolte 
Di fatto, una proposta che comunque è stata valutata. Nel mirino potrebbero finire le circa 20mila persone schedate perché ritenute un rischio per la sicurezza pubblica o la sicurezza dello Stato. Cittadini che potrebbero anche non aver mai commesso un reato, ma per qualche motivo ritenuti meritevoli di attenzioni. Quelli segnalati per rapporti con il movimento islamico sarebbero circa 10.500.

Detenzione preventiva 
L’ipotesi, ancor più controversa nella Francia che è la patria dei diritti dell’uomo, è di dare la possibilità alle autorità di sottoporre a detenzione preventiva al di fuori del procedimento ordinario, che prevede l’apertura di un’inchiesta e la difesa dell’indagato. Mentre per Guantanamo a decidere è un giudice militare, in questo caso la valutazione spetterebbe a un giudice amministrativo.

Ipotesi alternative 
In caso di parere negativo, il ministero dell’Interno ipotizza anche altre due alternative. Riservare la misura solo a persone già condannate per terrorismo anche se hanno già scontato la propria pena oppure sottoporre le persone più a rischio a misure come il braccialetto elettronico o gli arresti domiciliari.

Il ministero della Giustizia: parere chiesto per sottolineare l'incostituzionalità 
Ipotesi destinate a fare discutere, anche se dal ministero della Giustizia si cerca di gettare acqua sul fuoco. La richiesta al Consiglio di Stato, affermano dall’entourage del ministro Christiane Taubira, sarebbe stata fatta solo perché il governo è contrario a queste misure e conta su un parere negativo per sottolineare l’incostituzionalità delle proposte dell’opposizione.