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ECONOMIA

Fisco

Cgia: senza spending review rischio stangata da 29 miliardi

Il governo deve tagliare o le famiglie pagheranno 1.100 euro in più: è l'allarme dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha messo in fila gli effetti delle clausole di salvaguardia che le leggi di Stabilità 2014 e 2015 hanno previsto per i prossimi anni

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Se entro il 2018 il Governo non riuscirà a tagliare quasi 29 miliardi di euro di spesa pubblica, le famiglie italiane, tra aumenti dell'Iva e il ritocco verso l'alto delle accise sui carburanti, potrebbero subire un aggravio fiscale di oltre 1.100 euro. A stimarlo la Cgia di Mestre, che ha messo in fila gli effetti delle clausole di salvaguardia che le leggi di Stabilità 2014 e 2015 hanno previsto per i prossimi anni.

"Le clausole di salvaguardia - spiega il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - sono una sorta di garanzia che il nostro Governo dà all'Unione europea. In altre parole, il nostro Paese si impegna a rispettare i vincoli di bilancio richiesti a Bruxelles attraverso il taglio della spesa pubblica. Diversamente, scattano automaticamente gli aumenti di imposta che garantiscono comunque i saldi di bilancio. Insomma, l'Esecutivo non è in grado di tagliare sprechi e sperperi? Nessun problema: a pagare il conto sono ancora una volta gli italiani che subiranno l'aumento dell'Iva e delle accise sui carburanti". 

Il governo Renzi dovrà razionalizzare la spesa di 16,8 miliardi nel 2016, che saliranno a 26,2 nel 2017 e a 28,9 nel 2018; se questi risultati non saranno raggiunti, è previsto un aumento dell'aliquota Iva di 2 punti a partire dal 1 gennaio del 2016, sia per quella attualmente al 10 per cento sia per quella al 22 per cento.

Dal 1 gennaio 2017 entrambe le aliquote subiranno un altro ritocco dell'1 per cento, mentre dal 1 gennaio 2018 aumenterà di un altro 0,5 per cento solo quella più elevata. Alla fine del triennio 2016-2018, l'aliquota inferiore potrebbe arrivare al 13 per cento, mentre l'altra al 25,5 per cento. Analogamente, se non verranno raggiunti gli obiettivi in termine di riduzione della spesa, dal 1 gennaio 2018 scatterà un ulteriore aumento dell'accisa sui carburanti in misura tale da assicurare in quell'anno maggiori entrate nette per almeno 700 milioni di euro.