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MONDO

Il governo cinese attacca: "Il caso della tennista Peng Shuai è montato ad arte"

L'ex star del tennis cinese aveva accusato l'ex vice premier Zhang Gaoli di abusi sessuali. Non si sono avute notizie di lei per settimane

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Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha affermato che il caso della tennista Peng Shuai sta venendo "gonfiato" ad arte per attaccare la Cina. Dopo aver affermato che non si tratta di una "questione diplomatica", il governo di Pechino è costretto a intervenire in modo diretto sulla vicenda della celebre atleta, che era sparita dalla circolazione tre settimane fa dopo aver accusato di aggressione sessuale l'ex vicepremier Zhang Gaoli.

Nei giorni scorsi, i media cinesi hanno diffuso filmati che dimostrerebbero che Peng è libera e in salute.  La campionessa è poi apparsa domenica durante una videoconferenza con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, cercando di fornire rassicurazioni sulle sue attuali condizioni. Un tentativo che però non è servito a dipanare totalmente i dubbi sulla sua sorte.

La comunità internazionale e le istituzioni sportive non hanno però ritenuto rassicurante nemmeno la successiva videochiamata della tennista con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach.

"Credo che alcune persone dovrebbero smettere di gonfiare in modo deliberato e ostile questa vicenda, per non parlare del politicizzarla", ha risposto Zhao interpellato sull'impatto del caso sull'immagine internazionale della Cina.

Oltre a tante star del tennis mondiale, da Chris Evert a Novak Djokovic, diversi Paesi occidentali, tra cui Francia, Stati Uniti e Regno Unito, hanno invitato Pechino a fare luce sul destino di Peng Shuai.

La Cina tenta di seppellire il caso Peng Shuai con la benedizione del Comitato olimpico internazionale (Cio): questa l'accusa lanciata da Le Monde dopo la video chiamata di domenica fra la star cinese del tennis e Thomas Bach. A quest'ultimo Peng ha detto di "stare bene" ma ha anche chiesto il rispetto della privacy.

Peng Shuai è sparita dalla circolazione per oltre due settimane dopo aver accusato l'ex vice premier Zhang Gaoli, potente ex funzionario del Partito Comunista di 40 anni più anziano di lei, di averla costretta a fare sesso durante una relazione discontinua durata diversi anni.

Nei giorni scorsi era cresciuta la pressione internazionale su Pechino perché fornisse informazioni sulle condizioni di salute della tennista.Il quotidiano francese solleva dubbi circa la reale condizione in cui si trova la 35enne ex numero uno mondiale del doppio: "Nulla ci dice che è libera".

Secondo Human Rights Watch, la conversazione tra Bach e Peng è stata condotta sotto "coercizione".

"Il Cio è complice della macchina della propaganda e di un caso di coercizione e sparizione forzata da parte del governo cinese", ha twittato un attivista dell'organizzazione.

Le Monde osserva che il comunicato diffuso dal Cio dopo il colloquio fra Bach e l'atleta è "particolarmente leggero" aggiungendo che il Comitato, "che si appresta a organizzare i Giochi olimpici invernali a Pechino, il prossimo febbraio, non ha citato le accuse di stupro rivolte a Gaoli".

"Stando a quanto afferma il Cio, va tutto bene per Peng Shuai ed è meglio lasciarla in pace", prosegue il quotidiano.Il New York Times ha inoltre evidenziato che Peng era affiancata da un "amico" durante la video chiamata, per aiutarla a esprimersi in inglese.

Ma la tennista "lo parla correntemente dopo aver giocato per 15 anni nel circuito internazionale", osserva ancora Le Monde sottolineando che "in passato la Cina ha spesso messo in scena confessioni forzate di dissidenti, intellettuali o dirigenti silurati".

"Il Cio ha coronato gli sforzi propagandistici di Pechino", si legge ancora nell'articolo, firmato da Simon Leplatre, corrispondente da Shanghai.

"E' dall'inizio della vicenda che il Cio si è distinto per la sua compiacenza con Pechino", conclude il giornalista francese osservando che, "al contrario, l'associazione delle giocatrici di tennis, la Wta, ha deciso di tenere testa alla Cina, anche se rischia di perdere importanti incassi con i circa dieci tornei organizzati nel Paese e i relativi diritti tv".

Le apparizioni di Peng negli ultimi giorni "sono sufficienti a eliminare le preoccupazioni", ha twittato il direttore del quotidiano Global Times, Hu Xijin, che già sabato scorso aveva annunciato che la tennista sarebbe apparsa in pubblico.

Nei giorni scorsi, i media legati al governo hanno diffuso su Twitter diversi video e immagini della tennista che il 2 novembre ha denunciato gli abusi sessuali.

Tuttavia la storia continua ad essere completamente censurata dai media e dai social cinesi, e anche il segnale in diretta di alcune reti internazionali come la Cnn sbiadisce quando i suoi giornalisti iniziano a parlare del caso, ha denunciato la stessa emittente sulla sua pagina web. Il ministero degli Esteri cinese insiste sul fatto che il caso "non e' una questione diplomatica".