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MONDO

Stilato elenco di persone "che sono ostinatamente pro-indipendenza"

Cina vara sanzioni al premier e ad altri dirigenti di Taiwan: la "lista nera" degli irriducibili

Nella "lista nera" oltre al premier anche il ministro degli Esteri Joseph Wu e You  Si-kun, presidente dello Yuan Legislativo. Ai tre e alle loro famiglie è vietato l'accesso al territorio cinese; agli istituti a loro affiliati sarà impedita la cooperazione con la Cina, e i tre saranno ritenuti responsabili penalmente a vita delle loro azioni

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Il premier di Taiwan Su Tseng-chang (Ansa)
Nuovo capitolo nelle tensioni tra Cina e Taiwan. Pechino ha annunciato la decisione di imporre sanzioni per quelli che considera "secessionisti irriducibili" dell'isola, a cominciare dal premier Su Tseng-chang. L'Ufficio per gli Affari di  Taiwan del Consiglio di Stato ha annunciato "punizioni", scrive il Global Times, con un riferimento a un divieto di ingresso in Cina, a Hong Kong e Macao, anche per i familiari, e di cooperazione con la Cina per gli istituti a loro affiliati, misure che dovrebbero avere un impatto limitato nei fatti. 

Sulla "lista nera", secondo il giornale che è la voce all'estero del  governo di Pechino, anche il ministro degli Esteri Joseph Wu e You  Si-kun, presidente dello Yuan Legislativo, il Parlamento dell'isola che Xi Jinping ha ribadito di recente di voler "riunificare". La Cina "perseguirà la responsabilità penale per i secessionisti irriducibili", riporta il Global Times, scrivendo di misure "a vita"  dopo le parole arrivate da Zhu Fenglian, portavoce dell'Ufficio per gli Affari di Taiwan. Ai tre e alle loro famiglie è di fatto vietato l'accesso al territorio cinese; agli istituti a loro affiliati sarà impedita la cooperazione con la Cina.

Lo scopo dell'iniziativa è di rendere "penalmente responsabili a vita le persone che sostengono l'indipendenza di Taiwan", stilando un elenco di persone "che sono ostinatamente pro-indipendenza", ha affermato la portavoce, in una nota diffusa dall'Ufficio nella forma di "domanda e risposta" su misure disciplinari allo studio da partedi Pechino riportate da imprecisati media.

Il premier Su è definito "capo dell'autorità esecutiva diTaiwan", il ministro degli Esteri Wu "capo dell'autorità per gli Affari esteri" e il presidente del parlamento You "capo dell'organo legislativo", a rimarcare l'appartenenza dell'isola alla Cina, da riunificare anche con l'uso della forza, se necessario, come detto in passato anche dal presidente Xi Jinping.   

I "secessionisti irriducibili", banditi anche dalla"cooperazione commerciale" con la Cina attraverso gli "istituti a loro associati", sono responsabili di "aver cercato di istigare il confronto attraverso lo Stretto di Taiwan, di aver attaccato e calunniato maliziosamente la terraferma, di aver cercato l'indipendenza con parole e azioni legate a forze esterne per dividere il Paese e di aver gravemente minato le relazioni bilaterali e messo in pericolo lo Stretto di Taiwan".   "Avvertiamo gli irriducibili - conclude la nota con un monito- che coloro che dimenticano i loro antenati, tradiscono la madrepatria e dividono il Paese non finiranno mai bene e saranno messi da parte dal popolo e giudicati dalla storia". 

La delegazione Ue a Taiwan
Nei giorni scorsi il premier taiwanese ha accolto a Taiwan la delegazione del Parlamento europeo in visita sull'isola, una scelta che non ha mancato di suscitare le ire di Pechino. La Cina, dicendosi  "molto insoddisfatta", ha sollecitato il Parlamento europeo al rispetto della politica di "una sola Cina". 

La delegazione del Parlamento europeo a Taipei ha concluso oggi la sua visita volta a studiare le esperienze taiwanesi nell'affrontare le campagne di interferenza e manipolazione. Lo comunica il Parlamento europeo in una nota. I  sette membri del Comitato speciale sull'interferenza straniera e la disinformazione (Inge) hanno incontrato il presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, altri rappresentanti delle autorità taiwanesi e delle organizzazioni della società civile per discutere del sistema innovativo di Taiwan per combattere le campagne di disinformazione e altri tipi di attacchi ibridi. 

Si è trattato della prima visita ufficiale del Parlamento europeo a Taiwan. Facendo eco a una relazione recentemente adottata dal Parlamento, i deputati hanno definito Taiwan un "partner chiave e alleato democratico". Hanno invitato l'Ue e le altre democrazie che affrontano operazioni di interferenza simili a trarre insegnamenti dalle migliori pratiche taiwanesi. La delegazione ha espresso solidarietà a Taiwan per i suoi sforzi nell'affrontare una pressione senza precedenti da parte della Repubblica popolare cinese e ha accettato di esplorare strade di partenariato, inclusa una possibile creazione di un centro comune di disinformazione a Taipei. Nessuna pressione sull'Ue o sui singoli Stati membri può essere accettata, hanno affermato.

Durante i loro incontri, i deputati hanno elogiato i grandi successi di Taiwan, che è diventato un modello di democrazia nella regione e una delle economie più avanzate del mondo.

Oggi Taiwan è la democrazia più vivace della regione, un tesoro che tutti i democratici del mondo dovrebbero custodire e proteggere. L'Europa è al fianco di Taiwan nella difesa della libertà, dello stato di diritto e della dignità umana. Abbiamo imparato molto dalla sua esperienza nel resistere ai tentativi di destabilizzazione. Ora attendiamo con impazienza nuove modalità di cooperazione", ha affermato Raphaël Glucksmann (S&D), il leader della delegazione.

"Taiwan - si legge nella nota del Parlamento - è riuscita a contrastare le campagne di destabilizzazione organizzate dall'esterno rendendo la sua intera società più resiliente ed evitando restrizioni alla libertà di espressione. La sua strategia prevede la cooperazione tra tutti i rami del governo, ma anche con Ong indipendenti specializzate in fact-checking e alfabetizzazione mediatica, nonché con piattaforme di social media, come Facebook.  Promuove l'alfabetizzazione mediatica per tutte le generazioni, ridimensiona la disinformazione e frena la diffusione di messaggi manipolativi.  Il sistema prevede anche la fornitura di informazioni accurate non appena viene rilevata una campagna di disinformazione. Le lezioni che i deputati hanno tratto dall'esperienza di Taiwan nelle campagne di disinformazione e destabilizzazione, orchestrate principalmente da attori statali cinesi, confluiranno nel lavoro in corso sulle raccomandazioni del comitato speciale"