Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Cinema-cardinal-Martini-torna-in-Duomo-con-film-di-Olmi-343b46cd-7798-4608-9e9b-19128a2dcb5e.html | rainews/live/ | true
CULTURA

Milano

Cinema, il cardinal Martini 'torna' in Duomo con un film di Olmi

Proiezione-evento in Cattedrale nell'anniversario del suo insediamento

Condividi
Il regista Olmi su un set
Le porte del Duomo si riaprono per il cardinale Carlo Maria Martini (scomparso nel 2012 a 85 anni) grazie al documentario 'Vedete, sono uno di voi' di Ermanno Olmi, che ripercorre il pensiero e l'operato dell'arcivescovo, fra fede e impegno. Attesa per una proiezione eccezionale in Duomo nel pomeriggio, la pellicola narra i capitoli della vita di Martini, portando a galla il messaggio di ascolto e comprensione promosso dal cardinale tra temi come l'incontro con i terroristi pentiti o il dialogo tra religioni: "Ci sono alberi che crescono fuori dai giardini, dove l'ordine fra le piante è valutato non in funzione economica ma spirituale - ha detto stamane il regista a Milano nel corso di un'anteprima, parlando delle ragioni per cui ha deciso di raccontare in un film la figura del prelato - A suo tempo feci 'E venne un uomo' su Papa Giovanni XXIII, una figura che aveva sconvolto le strategie politiche e religiose per questo non mi ha stupito il fatto che Martini raccogliesse tanta simpatia".

A esporre il pensiero del cardinale è la voce dello stesso Olmi che, lavorando alla sceneggiatura con Marco Garzonio, ha raccolto e interpretato le parole di Martini, tra considerazioni autobiografiche, professioni di fede e messaggi sociali: "Era un uomo di scienza che una volta nominato arcivescovo ha capito che mettersi sui passi dell'umanità era più importante di ogni libro - ha ricordato il regista offrendo anche la propria esperienza personale - A Martini avevo fatto la prima intervista dopo la nomina da arcivescovo: mi mise in imbarazzo per come ascoltasse me che ero solo una riserva. Diceva che aveva molte cose da imparare, e così ha fatto per tutta la sua vita".

Fra i materiali d'epoca, foto e interviste raccolti il film arriva poi a riprendere luoghi simbolici per la vita di Martini, dalla casa d'infanzia alle montagne che amava: dal principio alla fine ricorre sempre la camera d'ospedale nell'Aloisianum di Gallarate dove Martini spirò il 31 agosto 2012, e proprio in questo scenario, in una rara registrazione video dei suoi ultimi giorni, si vede l'ex arcivescovo, profondamente segnato dalla malattia, che con un filo di voce benedice la diocesi milanese.

Fu in quei momenti che, in un'ultima conversazione pubblicata dal Corriere della Sera, Martini espresse il suo ultimo messaggio di premura per il ritardo storico della Chiesa, come ha ricordato Garzonio parlando del suo coinvolgimento nel film: "E' stata l'elezione di Bergoglio a farmi decidere di realizzarlo, in lui ho visto continuità con il messaggio espresso da Martini in quell'ultima conversazione. Papa Francesco parla di un nuovo governo della Chiesa, dell'arretratezza su temi come vita, amore e famiglia, del bisogno che il popolo di Dio frequenti le scritture e di problemi come periferie e immigrazione".

In questo modo il film trasmette anche l'eredità più politica e attuale di Martini, un'eredità ancora viva come testimonia il tributo che la città e la diocesi offrono alla memoria del cardinale proiettando nel Duomo 'Vedete, sono uno di voi': tra le autorità presenti il card. Angelo Scola e il sindaco di Milano Giuseppe Sala con molte personalità di politica e cultura, dal ministro Maurizio Martina o l'ex sindaco Gabriele Albertini fino a Elisabetta Sgarbi.