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SALUTE

Primopiano

Col corrotto affianco

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di Gerardo D’Amico
Ci sono gli scandali che finiscono sui giornali: quello di Poggiolini che riempiva di lingotti d’oro i puff d casa sua, lingotti sporchi del sangue infetto che avrebbe poi contagiato migliaia di persone. La storia atroce della Clinica Santa Rita di Milano, dove venivano operati al polmone malati che non ne avevano bisogno, solo per lucrare sull’operazione. Lo scandalo del San Raffaele e più in generale della sanità Lombarda, col giro di mazzette e viaggi pagati su cui ancora ci sono processi in corso. L’ultimo, in ordine di tempo, i 4 arresti al Ruggi d’Aragona di Salerno, medici che spiegavano a malati di tumore al cervello che se volevano essere operati dovevano pagare da 1600 a 15 mila euro, per saltare la lista d’attesa. Oppure era pronto il ricovero in una clinica privata di Pisa, gestita a quanto sta accertando la magistratura dagli stessi medici e da un personaggio molto controverso, quel Fukushima che aveva fatto risultare col Photoshop una sua intimità con Papa Francesco, mettendo in giro la voce che lo avesse visitato. Tutto poi ritrattato.

Questi alcune delle centinaia di casi tanto eclatanti da finire in cronaca su giornali e televisioni. Poi c’è la corruzione di tutti i giorni, quella che non vedi, “piccole cose” che passano come favori di cui essere grati. L’infermiere che ti trova il letto quando gli altri stanno sulle barelle aspettando in astanteria, il medico che ti inserisce in lista d’attesa senza farti aspettare, l’esame molto costoso fatto passare come assolutamente indispensabile per chi invece non ne aveva assoluto bisogno….A parte la corruzione, il meccanismo che si innesca è che passa per gentile concessione quello che sarebbe sacrosanto diritto pagato con le tasse e garantito dalla Costituzione: di più, ognuno di questi “favori” toglie qualcosa a qualcun altro, che aveva bisogno.

Il Presidente della Toscana Rossi ha individuato nella libera professione, la cosiddetta “intra moenia” uno dei meccanismi su cui intervenire: perché accade troppo spesso che quel medico che ti dice scuotendo la testa che potrà visitarti o operarti solo tra un anno, se gli dai duecento (e più) euro al suo studio ti vede la sera stessa, e magari ti opera in pochi giorni.

Ma quel professionista è pagato dallo Stato, per fare il medico del Servizio Sanitario Nazionale: due parti in commedia, quanto meno un conflitto di interessi.

Se si elimina la libera professione negli ospedali resteranno solo i meno bravi: i professoroni col nome noto lasceranno il pubblico, e sarà un danno per tutti. Questo il timore di chi ha pensato prima, difeso oggi la libera professione. Bisogna regolamentarla, non abolirla, ha detto il Ministro Lorenzin. Aspettiamo soluzioni.



Un’altra faccia della corruzione sono gli sprechi: l’ospedale Sant'Orsola di Bologna è riuscito ad abbattere i costi per decine di milioni, gestendo in modo diverso i servizi di mensa e lavanderia. Molti ospedali ricevono in comodato d’uso (quindi gratuitamente) apparecchiature che poi hanno bisogno di reagenti e pezzi di ricambio da acquistare dalla “generosa” ditta che glieli ha forniti. Bisogna prevenire e saper gestire. Se c’è la volontà, se c’è l’onestà, se ci si fa bastare il proprio stipendio.

I criminali, i truffatori ci saranno sempre: come pure le leggi più o meno efficaci per contrastarli. Ma senza controlli incrociati e veri, non ne saremo mai fuori.