ITALIA
I funerali a Concordia Pordenone e a Catania
Le esequie di Marco Tondat e Adele Puglisi, le ultime due vittime italiane di Dacca
In Friuli-Venezia Giulia e Sicilia le esequie delle ultime due vittime dell'attentato terroristico in Bangladesh

Celebrati gli ultimi due funerali delle nove vittime dell'attentato terroristico di Dacca, in Bangladesh. Ieri in Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Campania, si sono svolte le esequie delle altre sette vittime e oggi, in Friuli-Venezia Giulia e Sicilia, le altre due.
Al funerale del friulano Marco Tondat, il vescovo di Concordia Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini, ha ricordato che la vittima "aveva lasciato l'Italia, stanco del precariato, alla ricerca di qualcosa di più sicuro e stabile. Desiderava vivere una vita piena di gioia e di felicità, facendo sempre del bene a tutti". E ha aggiunto: "Chi ha conosciuto Marco lo descrive come una persona sorridente e solare, con tanta voglia di vivere, con un cuore grande che batteva non solo per sé ma anche per gli altri. Lo possono ben testimoniare mamma Gemma, il fratello Fabio e i tanti amici".
Secondo il vescovo, "è necessario che la comunità internazionale, abbandonati i particolarismi segnati da ambizioni di guerra fredda, reagisca con fermezza a queste barbarie e insieme crei progetti comuni in difesa dei diritti dei popoli e della persona umana, garantendo la piena dignità di ogni individuo". Per mons. Pellegrini "si spendono ancora enormi cifre per armi e mezzi di distruzione; è necessario creare una cultura e una mentalità di pace e di giustizia".
Migliaia le persone accorse nel duomo di Cordovado (PN), il paese natale. Presente anche la presidente della Regione, Debora Serracchiani. che ieri ha partecipato anche ai funerali di un'altra vittima di Dacca, Cristian Rossi, ad Udine.
"Carissimi tutti, anche se umanamente non è facile da accettare, il Signore ci invita ad abbandonare sentimenti di odio e di vendetta" ha detto il vescovo. "C'è solo una cosa che può salvare il mondo: l'amore e la misericordia di Dio per gli uomini e degli uomini tra di loro - ha continuato Pellegrini -. Dobbiamo ribadire con fermezza e coraggio che la pace e la giustizia si raggiungono soltanto quando siamo capaci di mettere al centro della convivenza sociale e civile l'amore e il perdono, come valori assoluti anche per noi". Per il vescovo questo significa "credere che anche per la persona più crudele ci può essere una salvezza e una redenzione, un riscatto, a condizione però che si rivesta di sentimenti di amore, di giustizia e di rispetto verso gli altri".
Alle 17 la funzione per l'ultimo saluto, nella Cattedrale di Catania, di Adele Puglisi, la manager catanese di 54 anni. All'uscita dalla chiesa del feretro un lungo striscione salutava anche le altre otto vittime di quella drammatica sera:: "un abbraccio alle famiglie dei nove martiri italiani". Ieri nel vestibolo del Municipio, a Palazzo degli Elefanti, è stata allestita la camera ardente, aperta dalle 9 alle 19 per permettere ai catanesi di rendere omaggio alla loro concittadina.
E' stata sepolta oggi a San Cesario sul Panaro, nel Modenese, la salma di Claudia D'Antona. La tumulazione è avvenuta dopo una breve cerimonia in forma privata nella cappella di famiglia del marito Gian Galeazzo Boschetti, imprenditore tessile scampato alla furia omicida dei terroristi in Bangladesh, poichè era momentaneamente all'esterno del ristorante preso d'assalto. Ieri le esequie di Claudia D'Antona erano state celebrate a Torino, sua città d'origine.
Al funerale del friulano Marco Tondat, il vescovo di Concordia Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini, ha ricordato che la vittima "aveva lasciato l'Italia, stanco del precariato, alla ricerca di qualcosa di più sicuro e stabile. Desiderava vivere una vita piena di gioia e di felicità, facendo sempre del bene a tutti". E ha aggiunto: "Chi ha conosciuto Marco lo descrive come una persona sorridente e solare, con tanta voglia di vivere, con un cuore grande che batteva non solo per sé ma anche per gli altri. Lo possono ben testimoniare mamma Gemma, il fratello Fabio e i tanti amici".
Secondo il vescovo, "è necessario che la comunità internazionale, abbandonati i particolarismi segnati da ambizioni di guerra fredda, reagisca con fermezza a queste barbarie e insieme crei progetti comuni in difesa dei diritti dei popoli e della persona umana, garantendo la piena dignità di ogni individuo". Per mons. Pellegrini "si spendono ancora enormi cifre per armi e mezzi di distruzione; è necessario creare una cultura e una mentalità di pace e di giustizia".
Migliaia le persone accorse nel duomo di Cordovado (PN), il paese natale. Presente anche la presidente della Regione, Debora Serracchiani. che ieri ha partecipato anche ai funerali di un'altra vittima di Dacca, Cristian Rossi, ad Udine.
"Carissimi tutti, anche se umanamente non è facile da accettare, il Signore ci invita ad abbandonare sentimenti di odio e di vendetta" ha detto il vescovo. "C'è solo una cosa che può salvare il mondo: l'amore e la misericordia di Dio per gli uomini e degli uomini tra di loro - ha continuato Pellegrini -. Dobbiamo ribadire con fermezza e coraggio che la pace e la giustizia si raggiungono soltanto quando siamo capaci di mettere al centro della convivenza sociale e civile l'amore e il perdono, come valori assoluti anche per noi". Per il vescovo questo significa "credere che anche per la persona più crudele ci può essere una salvezza e una redenzione, un riscatto, a condizione però che si rivesta di sentimenti di amore, di giustizia e di rispetto verso gli altri".
Alle 17 la funzione per l'ultimo saluto, nella Cattedrale di Catania, di Adele Puglisi, la manager catanese di 54 anni. All'uscita dalla chiesa del feretro un lungo striscione salutava anche le altre otto vittime di quella drammatica sera:: "un abbraccio alle famiglie dei nove martiri italiani". Ieri nel vestibolo del Municipio, a Palazzo degli Elefanti, è stata allestita la camera ardente, aperta dalle 9 alle 19 per permettere ai catanesi di rendere omaggio alla loro concittadina.
E' stata sepolta oggi a San Cesario sul Panaro, nel Modenese, la salma di Claudia D'Antona. La tumulazione è avvenuta dopo una breve cerimonia in forma privata nella cappella di famiglia del marito Gian Galeazzo Boschetti, imprenditore tessile scampato alla furia omicida dei terroristi in Bangladesh, poichè era momentaneamente all'esterno del ristorante preso d'assalto. Ieri le esequie di Claudia D'Antona erano state celebrate a Torino, sua città d'origine.