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ITALIA

Il processo a Grosseto

Concordia, difensore Schettino: "Su di lui due pesi e due misure"

Il legale del comandante della Nave da crociera che naufragò al largo dell'Isola del Giglio nel 2012, definisce il suo assistito "ghettizzato processualmente". E accusa la procura di aver "adottato due pesi e due misure", sulle posizioni di Schettino e "del comandante in seconda Roberto Bosio"

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"Contro Schettino sono stati usati due pesi e due misure". Al processo sul disastro della Concordia, Donato Laino, difensore del comandante Francesco Schettino, attacca la procura di Grosseto per aver "isolato" la figura del suo assistito, tralasciando altre persone che avrebbero avuto un ruolo decisivo la sera del 13 gennaio 2012. Nel disastro, persero la vita 32 persone. 

Tra questi il comandante in seconda - a detta di Laino - Roberto Bosio, la cui posizione è stata archiviata. "Cosa ci faceva Bosio in plancia - ha detto il legale - se non supportava il comandante? Perché non e mai andato a vedere cosa era successo alla nave? La fase dell'emergenza viene addebitata solo a Schettino, ma un secondo dei compiti li ha o no? Quella sera, forse dormiva, stava con le braghe in mano come un pappagallo accanto a Schettino. Ma un ruolo, il K2 ce l'ha o no? Per l'accusa no". Questi, dunque, gli interrogativi della difesa del comandante. 

"Qua ci stanno due pesi e due misure: per Schettino si chiedono 26 anni, e per il comandante in seconda, il K2, Roberto Bosio, a cui il ruolo d'appello affidava compiti precisi, c'è stata l'archiviazione", chiosa Laino. La richiesta della Procura è infatti di 26 anni e tre mesi di reclusione per Schettino, con l'arresto immediato, per evitare il pericolo di fuga.