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ECONOMIA

Dati sul commercio

Confesercenti, nel secondo semestre del 2014 segnali di ripresa

Nel settore +57mila occupati, protagoniste della ripresa le attività gestite da stranieri. "Il 2015 potrebbe essere finalmente l'anno della ripresa", secondo la previsione della Confesercenti ma "serve una politica fiscale meno punitiva e interventi per sbloccare il credito"

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ll commercio reagisce alla crisi e nella seconda parte del 2014 si iniziano a cogliere i primi segnali di ripresa del settore. Queste le stime di Confesercenti che parla di un aumento di oltre 57mila occupati nel commercio nel secondo semestre dell'anno.

31mila nuovi occupati in attività gestite da stranieri
Protagoniste della ripresa le attività gestite da imprenditori stranieri: queste imprese nel 2014 sono ormai più di 136mila, di cui oltre 93mila nel solo commercio ambulante, dove gli imprenditori stranieri arrivano a rappresentare la metà del totale. In questo settore gli occupati sono cresciuti di 31mila unità.

"2015 potrebbe essere anno della ripresa"
"La fase peggiore della crisi del commercio - spiega Massimo Vivoli, vice presidente vicario Confesercenti - parrebbe essere superata. Nel 2014 si scorgono segnali positivi, ed il 2015 potrebbe finalmente essere l'anno della ripresa". violi aggiunge, però, che si tratta di una ripresa da consolidare: "Serve una politica fiscale meno punitiva sui consumi, a partire dalla sterilizzazione del possibile aumento dell'Iva previsto dalla clausola di salvaguardia della legge di stabilità. Ma servono anche interventi per sbloccare il credito alle imprese e frenare la deriva della deflazione, che potrebbe gelare sul nascere la possibile ripresa".

Diminuiscono le attività chiuse
Secondo i dati Confesercenti, nel 2014, il commercio vede rallentare le chiusure di attività, mentre per alcuni comparti si registra il ritorno alla crescita del numero di imprese: soprattutto nel commercio ambulante (+5.455 imprese) e nel commercio al dettaglio in sede fissa di prodotti moda (+7.019), alimentari (+580) e di informatica (+314). Continua invece la crisi del dettaglio fisso di prodotti alimentari non specializzati (-6.238) e delle edicole (-824).