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ECONOMIA

'In 1/2 ora in più'

Confindustria, Boccia: "O da Governo c'è responsabilità o meglio elezioni"

Il presidente degli industriali, Vincenzo Boccia chiarisce che le previsioni di Confindustria che parlano di un'Italia ferma sono 'una sveglia che vogliamo dare al Governo, una sfida in positivo'

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di Tiziana Di Giovannandrea
Non si può subire il rallentamento economico passivamente ma bisogna reagire, in questo modo Vicenzo Boccia vuole dare la carica al Governo. 

Il presidente della Confindustria ospite a 'In mezzora in più ' su Rai 3 ci tiene a precisare che il suo non è assolutamente un attacco all'Esecutivo ma solo la presa d'atto di un rallentamento dell'economia in Italia. Il punto, per il presidente degli industrali, è la capacità di reagire: "Nel caso questa paralisi continuasse, di fronte a un Paese che ha davanti a sè, nella prossima manovra economica, 23 mld di clausole di salvaguardia da onorare o affronti la situazione con responsabilità o, evidentemente, c'è qualcosa che non va, di cui bisognerebbe prendere atto. Dipende dai risultati ma il voto non andrebbe escluso".  L'eventualità di un ricorso al voto anticipato, ha continuato il presidente di Confindustria, "dipende dai risultati certo, ma non possiamo escludere nulla. Dipende dalla dimensione economica e dalla capacità del governo. O il governo riesce ad essere parte integrante di questi due aspetti, o se non abbiamo soluzioni, perché le divergenze sono tali, i conti li devono fare i due partiti di governo. Non noi", ha continuato Boccia. "Se le divergenze sono strutturali - ha insistito il Numero Uno di Confindustria - non resta che prenderne atto ed è inutile andare avanti e galleggiare, perché ci troveremmo una manovra economica che non è affatto marginale".

Con il Governo abbiamo aperto un dialogo forte  "Si è aperto un dialogo forte col Governo, ci hanno convocato ed abbiamo fatto le nostre proposte sulla crescita e abbiamo chiesto di definire l'impatto sulla economia dei provvedimenti che mettono in atto". Così ha proseguito il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a 'In Mezz'ora in più'. Ha poi raccontato che dopo la presentazione delle stime del Csc (Centro Studi di Confindustria): "Di Maio, con cui parliamo in napoletano, mi ha mandato un sms, anche simpatico: "Presidè mentre stavo entrando alla Borsa di New York m'hai fatto 'sto regalo ". Boccia ha poi rivelato di avere ricevuto anche "un Whatsapp da Salvini, un po' più piccato" con scritto "Complimenti per il dato " ma "con i nostri dati - ha rassicurato il leader degli industriali - non abbiamo fatto un attacco al Governo abbiamo solo preso atto del rallentamento dell'economia. Il punto è la capacità di reagire e ora la sfida sta tutta nel Decreto crescita e nello Sblocca-cantieri" perché necessita urgentemente un' "operazione massiva" per il rilancio del Paese, specificando: "Il Decreto sulla crescita e lo Sblocca cantieri se saranno operazioni rilevanti possiamo avere auspicio che la crescita si recupera, se saranno marginali la crescita non ci sarà". Boccia, inoltre, invoca poi compattezza nel Governo invitando l’Esecutivo “a superare i conflitti”.

Tria, crescita verso lo zero ma no manovra correttiva  Di fatto, in maniera indiretta il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, dal Festival dell'Economia di Firenze, illustrando lo stato di salute del Paese ed elencando le ricette per la ripresa: subito lo Sblocca cantieri e il Decreto sulla crescita contro la stagnazione, dà una risposta alle considerazioni di Vincenzo Boccia. Per il ministro dell'Economia Tria l'Italia si avvia a una crescita pari allo zero per il 2019 ma non ci sarà alcuna manovra correttiva, perché nessuno ce la chiede. Il titolare di Via XX Settembre da Firenze inoltre elenca anche le altre ricette per la ripresa da mettere in campo "spero prima del Def " dice e precisamente : "un grande piano coordinato per il Mezzogiorno, puntato su innovazione tecnologica, formazione, infrastrutture, investimenti pubblici".

Anche il premier Giuseppe Conte assicura che il Decreto crescita sarà portato in Cdm "in settimana", avvertendo che "le riforme già varate non sono ancora nulla rispetto a quelle che stiamo per varare. L'impegno è ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni". Il presidente del Consiglio sottolinea anche che "la radice dei mali dell'Italia è la perdita di fiducia: l'assenza di fiducia negli altri frena lo slancio verso il futuro" e "mina il funzionamento dei mercati".