ECONOMIA
Dati Istat sull'occupazione
Confindustria, Boccia: "Presto piano per includere i giovani"
Il Presidente degli industriali ha parlato di "una nuova stagione della crescita" in cui "l'export diventa essenziale". Cisl, Furlan: "Bene l'annuncio di Poletti di aprire un tavolo con i sindacati"

"Dobbiamo lavorare ad una grande stagione di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro". E' quanto ha affermato il Presidente di Confindustria, Francesco Boccia commentando i dati di oggi dell'istat sull'occupazione. Boccia ha parlato di "una nuova stagione della crescita" in cui "l'export diventa essenziale". L'Italia, ha rilevato, ha bisogno di "mercati larghi perchè è la seconda potenza industriale d'Europa". Proprio riguardo all'Europa, ha aggiunto, "è il momento che si dia una svegliata, in un tale contesto di politiche protezionistiche".
E i dati sul lavoro preoccupano il fronte sindacale. Di "assunzione di responsabilità da parte di tutti" parla la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel suo intervento al consiglio generale del sindacato, riunito a Roma. "Siamo d'accordo con il presidente di Confindustria, Boccia: il lavoro dei giovani deve diventare la priorità del governo, delle forze economiche e sociali e di quanti hanno responsabilità istituzionali a tutti i livelli".
"Non possiamo aspettare le elezioni o le consuete alchimie della politica", ha proseguito Furlan, "di fronte alla gravità della situazione occupazionale del paese, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, o indispensabile un Patto sociale per lo sviluppo e la crescita incentrato sulla decontribuzione permanente per le assunzioni stabili, la detassazione degli investimenti in innovazione, ricerca e formazione, far decollare subito le politiche attive del lavoro e l'alternanza scuola-lavoro, attivare il piano di industria 4.0, sbloccando tutto ciò che oggi è spendibile sul piano della costruzione di infrastrutture, reti digitali ed altre opere pubbliche".
Secondo Furlan, "ha fatto bene ieri il ministro Poletti ad annunciare una prossima convocazione del sindacato sui temi del lavoro, della modifica dei voucher e delle parti ancora inattuate dell'accordo sulla previdenza. Serve una svolta, perché non possiamo accontentarci di qualche occupato in più o di qualche inattivo in meno come certifica oggi l'Istat".
"Dobbiamo affrontare il tema della disoccuppazione e dell'inclusione sociale con una politica nuova di redistribuzione del reddito, facendo una battaglia seria nel prossimo vertice europeo di giugno come sistema paese per un cambiamento radicale dello Statuto economico e dei vincoli troppo rigidi ai bilanci che bloccano oggi gli investimenti pubblici produttivi", ha concluso la sindacalista.
Loy: effetto stagnazione non spinge aziende all'assunzione
Il dato che più evidenzia la 'stasi' della nostra economia e del lavoro è l'immobilità del tasso di occupazione (quante persone lavorano) che si è inchiodato al 57,3%". Il Segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, commenta così i dati Istat sull'occupazione.
"La composizione di questo dato diffuso oggi dall'Istat (circa 22,8 milioni di occupati) segnala e conferma 3 criticità: il disagio occupazionale degli under 50, la cronica debolezza dell'occupazione femminile, la graduale risalita del lavoro temporaneo su quello stabile -continua Loy-. L'effetto stagnazione dell'economia non produce quella fiducia che spingerebbe le imprese a rischiare un'assunzione stabile, nonostante gli incentivi ancorché ridotti, e induce molte imprese a affidarsi a lavoratori già "formati", come dimostra la crescita costante degli over 50". "Ogni azione e scelta economica dovrebbe coniugare politiche di sostegno allo sviluppo produttivo e buone regole che evitino l'abuso di lavori deboli, sottopagati e scarsamente tutelati", conclude Loy.
E i dati sul lavoro preoccupano il fronte sindacale. Di "assunzione di responsabilità da parte di tutti" parla la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel suo intervento al consiglio generale del sindacato, riunito a Roma. "Siamo d'accordo con il presidente di Confindustria, Boccia: il lavoro dei giovani deve diventare la priorità del governo, delle forze economiche e sociali e di quanti hanno responsabilità istituzionali a tutti i livelli".
"Non possiamo aspettare le elezioni o le consuete alchimie della politica", ha proseguito Furlan, "di fronte alla gravità della situazione occupazionale del paese, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, o indispensabile un Patto sociale per lo sviluppo e la crescita incentrato sulla decontribuzione permanente per le assunzioni stabili, la detassazione degli investimenti in innovazione, ricerca e formazione, far decollare subito le politiche attive del lavoro e l'alternanza scuola-lavoro, attivare il piano di industria 4.0, sbloccando tutto ciò che oggi è spendibile sul piano della costruzione di infrastrutture, reti digitali ed altre opere pubbliche".
Secondo Furlan, "ha fatto bene ieri il ministro Poletti ad annunciare una prossima convocazione del sindacato sui temi del lavoro, della modifica dei voucher e delle parti ancora inattuate dell'accordo sulla previdenza. Serve una svolta, perché non possiamo accontentarci di qualche occupato in più o di qualche inattivo in meno come certifica oggi l'Istat".
"Dobbiamo affrontare il tema della disoccuppazione e dell'inclusione sociale con una politica nuova di redistribuzione del reddito, facendo una battaglia seria nel prossimo vertice europeo di giugno come sistema paese per un cambiamento radicale dello Statuto economico e dei vincoli troppo rigidi ai bilanci che bloccano oggi gli investimenti pubblici produttivi", ha concluso la sindacalista.
Loy: effetto stagnazione non spinge aziende all'assunzione
Il dato che più evidenzia la 'stasi' della nostra economia e del lavoro è l'immobilità del tasso di occupazione (quante persone lavorano) che si è inchiodato al 57,3%". Il Segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, commenta così i dati Istat sull'occupazione.
"La composizione di questo dato diffuso oggi dall'Istat (circa 22,8 milioni di occupati) segnala e conferma 3 criticità: il disagio occupazionale degli under 50, la cronica debolezza dell'occupazione femminile, la graduale risalita del lavoro temporaneo su quello stabile -continua Loy-. L'effetto stagnazione dell'economia non produce quella fiducia che spingerebbe le imprese a rischiare un'assunzione stabile, nonostante gli incentivi ancorché ridotti, e induce molte imprese a affidarsi a lavoratori già "formati", come dimostra la crescita costante degli over 50". "Ogni azione e scelta economica dovrebbe coniugare politiche di sostegno allo sviluppo produttivo e buone regole che evitino l'abuso di lavori deboli, sottopagati e scarsamente tutelati", conclude Loy.