Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Confindustria-Bonomi-manovra-Mef-legge-di-bilancio-a82a035b-3827-4a27-bf2e-970f4aa86ae8.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Viale dell'Astronomia

Confindustria, Bonomi: "Sulla manovra il Mef lascia ai partiti 8 miliardi"

Per Bonomi il "ministero dell'Economia ha abdicato al suo ruolo di indirizzo". Inoltre ritiene che Governo, sindacati e imprese si debbano sedere assieme per dare risposte al Paese: l'emergenza è creare più lavoro non pre-pensionare 

Condividi
di Tiziana Di Giovannandrea
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo all'assemblea pubblica organizzata da Confindustria Brindisi, riferendosi alla Manovra ha commentato: "Noi avevamo appreso dalle agenzie di stampa che c'era un accordo su come utilizzare il famoso fondo degli otto miliardi, oggi apprendiamo che l'accordo era sul numero degli emendamenti da presentare".

"Noi abbiamo proposto un forte taglio contributivo del cuneo fiscale perché è universale, va su tutti, non come i tagli Irpef che vengono proposti oggi, di cui leggiamo, dove nella realtà chi viene beneficiato sono i redditi tra 40 e 45mila euro, non gli incapienti. Questa legge di Bilancio - ha aggiunto - doveva essere il primo mattoncino di un grande riordino, ma continuamente si fanno interventi singoli, non all'interno di una strategia. E mi dispiace vedere che il Mef ha abdicato al suo ruolo di indirizzo politico, lasciando otto miliardi sul tavolo ai partiti per decidere come suddividerseli", ribadendo che "bisogna fare scelte coraggiose che in questo momento stentiamo a vedere. Bisogna fare delle scelte di medio-lungo periodo, perché parliamo di una battaglia di medio e lungo periodo, una battaglia sanitaria, economica. Purtroppo vedo una battaglia delle bandierine. Non è questa la strada giusta".

Governo, sindacati e imprese si siedano assieme per risposte al Paese, serve visione complessiva
"La strada, come è successo a marzo dell'anno scorso, dovrebbe essere sindacati, governo e imprese che si siedono insieme perché se vogliamo dare una risposta alla povertà e la dobbiamo dare, allora iniziamo a guardare quali sono gli strumenti che oggi abbiamo" ha proseguito il presidente di Confindustria. "Abbiamo il reddito di cittadinanza, l'assegno unico, la riforma fiscale, il riordino generale delle detrazioni di famiglia. Abbiamo quattro interventi che non si parlano tra loro. Ma è mai possibile? Ogni volta qualcuno fa un provvedimento per dire che lo fa, ma mai in una visione complessiva del Paese, per dare risposte". Anche perché l'emergenza è quella di creare più lavoro: "Per noi l'emergenza è creare più lavoro non pre-pensionare qualcuno che ce l'ha, come succede per altri provvedimenti". "Allora io chiedo - ha aggiunto - ma il problema delle imprese è licenziare o trovare le figure professionali che ci mancano? Noi non vogliamo licenziare, noi vogliamo crescere e vogliamo assumere, e questo dev'essere molto chiaro".

Necessari concentrare gli sforzi per un avanzamento materiale e morale del Paese
In un altro passaggio del suo intervento Bonomi ha osservato: "Questo dovrebbe essere il momento in cui tutti concentrano i propri sforzi per un avanzamento materiale e morale del Paese. Questa è la grande sfida che abbiamo di fronte a noi e invece dobbiamo registrare che stiamo tornando alla battaglia per il consenso effimero elettorale. La dimostrazione viene da questa Legge di Bilancio". "La legge di Bilancio è particolare, forse l'ultima che potrà utilizzare un deficit così importante perché dal 2022 dobbiamo rivedere il Patto di Stabilità, la politica degli aiuti di Stato, e gli interventi della Bce" aggiungendo: "Giovanni, donne e lavoratori a tempo determinato sono le categorie che hanno sofferto di più. I tassi disoccupazione giovanile sono da rabbrividire: in Italia rappresentano il 26% dei disoccupati, contro la media europea del 16%", ha detto facendo riferimento agli ultimi dati Istat. 

Super Green Pass non ci convince molto, andare verso obbligo vaccinale
 "Così come è strutturato oggi, il super Green Pass non ci convince molto, perché più metti delle particolarità all'interno dell'applicazione, più diventa difficile applicarlo. Quindi, credo che bisogna prendere atto che c'è una recrudescenza dei numeri e andare verso un obbligo vaccinale, con tutte le difficoltà", a partire da "come lo rendi obbligatorio". "Il super Green Pass - ha ribadito - diventa difficoltoso applicarlo, quindi qualche riflessione bisogna farla".

Transizioni 'ideologiche' spengono pezzi di filiere, vuol dire centinaia di migliaia di posti di lavoro
"Si parla poco" del fatto che "le transizioni hanno un costo anche sociale", perché "così come le abbiamo impostate, con un approccio ideologico, integralista, specialmente da parte del commissario Timmermans, dobbiamo dire che pezzi interi delle filiere industriali italiane saranno spenti, e vuol dire centinaia di migliaia di posti di lavoro", ha poi detto Bonomi. "Fare le transizioni ha dei costi. Si apriranno delle opportunità, siamo convintissimi, ma prima avremo dei costi". "Il Green Deal europeo, così come è pensato oggi - ha spiegato Bonomi - costerà all'Ue 3.500 miliardi di investimenti, per l'Italia si parla di 650 miliardi. Il PNRR ne stanzia poco più del 6%, vuol dire che il 94% degli investimenti necessari al Green Deal europeo lo dovranno coprire le nostre imprese, il privato". "E come facciamo noi - ha domandato Bonomi - a sostenere quegli investimenti se da una parte abbiamo costi delle materie prime alle stelle e costi energetici alle stelle?".

Reddito di Cittadinanza diventato disincentivo lavoro nel Mezzogiorno 
"Un miliardo sul reddito di cittadinanza, se fosse effettivamente per la lotta alla povertà, in cui ci sono 2 milioni di italiani a cui dobbiamo dare una risposta, andrebbe, ma così com'è strutturato oggi, ha dimostrato che non riesce a intercettare gli incapienti del Nord ed è diventato un disincentivo ad andare a lavorare nel Mezzogiorno" ha osservato Bonomi. "Quanto alle politiche attive del lavoro, abbiamo detto che non era quella la strada giusta e che non avrebbe funzionato. E sui Centri pubblici per l'impiego ci mettiamo 4 miliardi. A una platea di imprenditori chiedo quanti di voi assumono ricorrendo ai Centri pubblici per l'impiego". Dalla platea dei presenti qualcuno ha risposto nessuno.