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ECONOMIA

Contratto di governo

Confindustria avverte: c'è il rischio che aumentino le tasse

Il centro studi degli industriali: le stime del governo sul Pil sono difficili da realizzare ed è cruciale non fare retromarce sulle pensioni. Inoltre c'è "incertezza" sull'azione del governo. Di Maio: si illudono, il governo non torna indietro. Salvini: alla fine ci daranno ragione

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Gli italiani rischiano di pagare più tasse in futuro qualora diventassero strutturali le misure di sostegno al reddito, come il reddito di cittadinanza, inserite nel contratto di governo. A lanciare l'allarme è il Centro studi di Confindustria negli ultimi scenari economici. "L'aumento del deficit  serve per avviare parti del contratto di governo di sostegno al welfare, misure molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali. Ciò potrebbe portare a più tasse in futuro e ad aumentare il tasso di risparmio già oggi, limitando la crescita dei consumi". 

Stime Pil del governo difficili da realizzare 
Le stime sulla crescita del Pil del governo (+1,6% nel 2019 e +1,7% nel 2020) rappresentano "ipotesi forti e difficili da realizzare". E' quanto sottolinea il centro studi di Confindustria spiegando che tra i fattori di rischio ci sono il rallentamento dell'economia Usa, la Brexit, l'esito delle elezioni in Baviera e di quelle europee.  

Pil frena, incertezza su azione governo 
Il Centro studi Confindustria stima il Pil "all'1,1% nel 2018 e allo 0,9% nel 2019" in "ribasso di 0,2% punti" per entrambi gli anni rispetto alle previsioni di giugno. Le stime "non incorporano le intenzioni del governo" in attesa della legge di Bilancio ma, tra vari fattori, "pesano" anche "l'aumento dello spread" e "l'incertezza" sulla "capacità del governo di incidere sui nodi dell'economia" e sulla "sostenibilità del contratto di governo" che causa "meno fiducia degli operatori".

Cruciale non fare retromarce sulle pensioni 
"Sarebbe cruciale non fare retromarcia rispetto alle riforme pensionistiche degli scorsi anni", avverte poi Confindustria, secondo cui "è opportuno evitare passi indietro pericolosi rispetto a quel processo di riforma del sistema pensionistico, in atto dal 1992, che ha reso la spesa previdenziale italiana sostenibile nonostante l'invecchiamento della popolazione e ha fatto guadagnare credibilità al Paese". L'intenzione del governo - si legge nel Rapporto Csc - è quella di introdurre Il meccanismo di  'quota 100' per permettere l'anticipo della pensione; se così molto dipenderà "da come effettivamente sarà definito. L'impatto sui conti pubblici e, in particolare, sul debito pensionistico, sarebbe, per esempio, ridotto nel caso in cui l'uscita anticipata fosse accompagnata da un ricalcolo dell'assegno". 

L'incertezza politica frena i consumi 
Il Centro studi Confindustria prevede poi che la spesa delle famiglie italiane rallenti al +0,9% quest'anno e al +0,8% nel 2019 rispetto al +1,5% del 2017. Secondo il Centro studi l'accresciuta incertezza generata sia dalle vicende politiche interne sia sul versante internazionale spinge le famiglie a una maggiore prudenza nella gestione dei bilanci. Concentrandosi in parte sui redditi bassi cioè quelli con più alte propensioni al consumo le misure del governo potrebbero far crescere la spesa rispetto a quanto qui previsto. Tuttavia se le famiglie si attendessero un aumento futuro della tassazione per il rientro del deficit la spesa potrebbe non aumentare abbastanza e anzi accentuarsi la tendenza in atto a far crescere il tasso di risparmio.

Di Maio a Confindustria: il governo non torna indietro 
Nessuno si illuda: il governo non torna indietro "sulle misure del contratto di governo". Luigi Di Maio, vice presidente del Consiglio, lo dice incontrando la stampa a Montecitorio. Chi pensa, spiega riferendosi al rapporto del Centro studi di Confindustria, che si torna indietro sulle misure, si illude e basta, si sta facendo una cattiva idea dell'atteggiamento di questo governo che sarà sempre dalla parte dei cittadini". 

Salvini: Confindustria, Inps e burocrati ci daranno ragione
 "Superare la legge Fornero è una priorità mia, della Lega e del governo. Restituire il diritto alla vita e alla pensione a centinaia di migliaia di lavoratori, liberando quei posti di lavoro per i giovani, è un mio dovere morale. Confindustria, Inps e burocrati europei alla fine del percorso ci daranno ragione", replica il ministro dell'Interno Matteo Salvini.