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ITALIA

Svolta nell'inchiesta sull'agguato di Brescia

Delitto di Brescia, il procuratore: "I due arrestati hanno confessato"

Finiti in manette un indiano e un pachistano concorrenti nell'attività di ristorazione. Hanno un locale poco lontano da quello dei coniugi uccisi. La prima versione, ossia che l'omicidio sia legato alla 'concorrenza' tra commercianti vicini, non convince del tutto gli investigatori. Alla base del duplice omicidio ci potrebbero essere anche ragioni economiche: forse un debito

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"Abbiamo raccolto la confessione piena di chi ha commesso il duplice omicidio" ha affermato il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno, nella conferenza stampa convocata a seguito dell'arresto di due persone ritenute responsabili dell'omicidio di Francesco e Giovanna Serramondi. Si tratta di Singh Sarbjit, cittadino indiano di 33 anni, e di Adnan Muhammad, pachistano di 32 anni. I presunti assassini di Franco Seramondi e della moglie Giovanna Ferrari, i coniugi uccisi martedì mattina nella loro pizzeria da asporto 'da Frank' a Brescia, sarebbero dei concorrenti nell'attività di ristorazione. Le due attività erano nello stesso piazzale, una davanti all'altra.  

"Fondamentali per l'individuazione degli autori - ha spiegato Buonanno - sono stati le videoregistrazioni effettuate all'interno e all'esterno del locale dove è avvenuto il duplice omicidio". Buonanno ha poi spiegato che "gli autori stavano tentando di distruggere il motorino usato per la spietata esecuzione dell'omicidio". Secondo il procuratore, gli arrestati sarebbero anche i responsabili dell'agguato ad un dipendente del locale dei Seramondi, un pizzaiolo albanese di 42 anni, rimasto ferito circa un mese fa quando è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola esplosi da un'auto mentre, alle 5 del mattino, al volante della sua vettura stava andando a lavorare proprio 'da
Frank'.

Movente da chiarire
Da chiarire il movente: la prima versione, ossia che l'omicidio sia legato alla 'concorrenza' tra commercianti vicini, non convince del tutto gli investigatori. Alla base del duplice omicidio ci potrebbero essere anche ragioni economiche. Un debito, forse, che i killer avevano con le vittime.

In casa delle vittime un "tesoro" nascosto
Secondo alcune indiscrezioni, che non hanno trovato conferma dalla Procura, gli uomini della Squadra Mobile avrebbero trovato un vero e proprio tesoro nella casa dei coniugi uccisi. Denaro in contante di cui si sta cercando di capire la provenienza. Denaro di cui non si trova traccia su libri contabili o nei conti bancari intestati alle società riconducibili alla coppia uccisa. Per questo la Polizia di Stato ha chiesto la collaborazione degli esperti della Guardia di Finanza.

Una rivalità che durava da anni
Non sarebbe, quindi, soltanto la rivalità sul mercato, oltre ad accordi economici non rispettati, il movente della morte dei coniugi Seramondi. Pare che gli assassini dovessero ancora del denaro alle vittime, ma non erano più in condizioni di pagare. Tra Seramondi e i suoi killer i rapporti iniziarono ad incrinarsi nel 2010 quando un'ordinanza del Comune di Brescia obbligava la proprietà del Dolce e Salato a chiudere alle 22, per motivi di ordine pubblico, mentre la pizzeria da Frank poteva rimanere aperta tutta la notte.

Trovata l'arma del delitto e lo scooter
Gli agenti della Squadra Mobile di Brescia hanno anche recuperato in un campo l'arma del delitto: si tratta di un fucile a canne mozze come già era stato ipotizzato dagli inquirenti. I killer hanno infatti sparato ripresi dalla telecamera interna della pizzeria, prima di scappare a bordo di uno scooter di piccola cilindrata. Gli inquirenti sono arrivati agli assassini dalla targa del motorino immortalata, dopo l'omicidio, da alcune telecamere di sicurezza installate in strada. Anche lo scooter usato per il duplice omicidio é stato trovato e posto sotto sequestro.             

Le parole di Alfano
Confermando l'arresto degli esecutori materiali dell'agguato di Brescia, il ministro degli Interni Angelino Alfano ha detto: "Il presidio dello Stato funziona, è attivo ed è efficace e rafforza il senso di sicurezza e di protezione nei cittadini. Mi congratulo - ha aggiunto Alfano - con la polizia e la Magistratura di Brescia per il silenzioso e incessante lavoro".