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EUROPA

Bruxelles

Consiglio Ue, Conte: "Si parte dalla Brexit. No ad accordo a tutti i costi, sia equo"

Al via la due giorni che vede riuniti i capi di Stato e di Governo dell'Ue. Oggi Brexit e clima, domani emergenza covid e partenariato con l'Africa. Sassoli ai leader Ue: "Sbloccate il negoziato sul Recovery Fund". Ursula von der Leyen abbandona il summit per un caso positivo nel suo staff

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Al via il Consiglio europeo a Bruxelles. La riunione dei capi di stato e di governo dell'Ue si svolge oggi e domani. Sul tavolo, Brexit, clima, emergenza Covid e Africa.

Si parte dalla Brexit. "Siamo tutti uniti, siamo entrati in una fase in cui bisogna stringere i tempi, entro la fine dell'anno. Non c'è molto tempo- dice il premier Giuseppe Conte, entrando al Consiglio-. Per quanto riguarda l'Ue, dobbiamo lavorare tutti affidandoci al nostro negoziatore Barnier per arrivare a un accordo: lavoreremo fino all'ultimo istante, ma non possiamo rinunciare a un accordo che sia equo ed equilibrato, non un accordo a tutti i costi".

Sulla stessa linea il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera Angela Merkel. Sulla Brexit "vogliamo un accordo, ma non a qualsiasi prezzo" ha detto Merkel all'ingresso del summit. La quadra con il Regno Unito deve essere "un accordo equo a vantaggio di entrambe le parti". Un obiettivo che "vale tutto gli sforzi" fatti finora nei negoziati, ha precisato la cancelliera.

I capi di Stato e di governo dell'Ue  "ridettaglieranno il mandato a Michel Barnier, per finalizzare un  accordo di relazione futura" con il Regno Unito. "Ma non sarà un accordo a tutti i costi. E' anche possibile che non ci sia un accordo. Se non ci saranno buone condizioni, siamo pronti al no deal" ha detto Macron, a margine del Consiglio.

Poi la questione climatica. "Sul tema dei cambiamenti climatici non prenderemo decisioni in questo Vertice: gli impegni politici, le conclusioni sono rinviate al Consiglio europeo di dicembre. Però stiamo lavorando per indirizzare questo tema. Dobbiamo lavorare per la transizione energetica. Abbiamo obiettivi molto ambiziosi a livello di Unione Europea" ha detto Conte. "Dobbiamo ridurre fino al 55% - ha sottolineato Conte - le emissioni di CO2 entro il 2030 assumendo come parametro le emissioni del 1990. E' una sfida molto ambiziosa: ci sono Stati membri in difficoltà, hanno apparati produttivi industriali che per questa conversione sono mal predisposti. L'arco temporale così definito è un impegno molto sfidante. Dobbiamo lavorare tutti insieme per procedere verso questi obiettivi, nell'interesse comune. L'Italia è particolarmente interessata perché il tema dei cambiamenti climatici sarà al centro dell'agenda del G20 che si terrà sotto la presidenza italiana l'anno prossimo", ha ricordato ancora il capo del Governo.

Domani, il Consiglio discuterà dell'emergenza Covid19 e del partenariato con l'Africa. Sarà  "l'occasione per cercare di coordinare meglio le nostre risposte, fermo restando il rispetto dei processi decisionali nazionali" ha detto Conte. "Cercheremo di rafforzare la strategia per le risposte sanitarie, ci scambieremo informazioni e  aggiornamenti sui vaccini".

Quanto ai rapporti con l'Africa, "dobbiamo assolutamente rendere costante e molto serrata la collaborazione con l'Ua e le organizzazioni regionali" ha spiegato il premier. "Il continente africano è strategico anche in uno sviluppo futuro", ha aggiunto sottolineando che l'Ue punterà a un "partenariato tra eguali", di cui si parlerà anche al G20 che avrà la presidenza italiana nel 2021.

Recovery, Sassoli ai leader Ue: sbloccate il negoziato
"Attualmente, i negoziati" tra il Parlamento Ue e il Consiglio sul Quadro finanziario pluriennale "si sono arenati. Sbloccarli è nelle vostre mani. Per fare progressi è indispensabile aggiornare il mandato negoziale della Presidenza tedesca. Non si tratta di rimettere in discussione l'accordo di luglio, ma di fare un piccolo passo da parte vostra per andare verso l'approvazione finale del pacchetto". Così il presidente del Parlamento europeo David Sassoli nel suo discorso ai leader Ue riuniti al Consiglio. "Il Parlamento è impegnato nella negoziazione sul Qfp e sul piano di ripresa per arrivare a un accordo. Vi sono passi in avanti in alcuni ambiti. Bene. È positivo, ma dobbiamo andare avanti. Il Pe non sta bloccando nulla", ha aggiunto.

"C'è un'area in cui non sono stati compiuti progressi. I vostri sforzi a luglio si sono concentrati comprensibilmente sul Recovery Instrument e sulle dotazioni nazionali. Ma ridurre i programmi settennali con una chiara dimensione europea non è la strada giusta. Per arrivare a un compromesso, il Parlamento ha fatto passi enormi rispetto alle proprie richieste iniziali sul QFP. Con realismo e spirito costruttivo voglio riassumervi i punti chiave del Parlamento -ha proseguito Sassoli -. Per prima cosa ricordo che i nostri negoziatori hanno chiesto di aggiungere 39 miliardi di euro. Si tratta di una modifica minima al pacchetto da 1800 miliardi, ma che farebbe un'enorme differenza per i cittadini che beneficiano delle nostre politiche comuni". Sassoli ricorda che "abbiamo avanzato proposte creative per finanziare questi 39 miliardi. Per farlo occorre un aumento del tetto di spesa di 9 miliardi di euro con cui raggiungeremmo esattamente lo stesso livello dispesa del periodo 2014-2020 in termini reali". Sassoli ha poi precisato che il Pe propone "di contabilizzare i costi degli interessi di Next Generation EU oltre i massimali del QFP. Occorre ricordare che Next generation EU è un impegno straordinario, e quindi anche i costi per gli interessi di Next generation EU hanno un valore di spesa straordinaria. Questi costi non devono entrare in competizione con i programmi del Qfp. Pertanto se mettiamo gli interessi NGEU oltre e al di fuoridei massimali, avremo 13 miliardi da utilizzare per i programmi". In terzo luogo, "dobbiamo garantire strumenti di flessibilità sufficienti per far fronte agli imprevisti e per non perdere un solo euro del QFP o del Recovery instrument. Eventuali fondi inutilizzati devono essere ridistribuiti nei programmi del Bilancio pluriennale".

Preoccupa la mancanza di chiarezza dalla Gran Bretagna
"Sebbene i colloqui si siano recentemente intensificati e l'Ue intenda continuare a negoziare fino all'ultimo momento possibile, sono piuttosto preoccupato per la mancanza di chiarezza da parte del Regno Unito, ora che ci stiamo avvicinando rapidamente alla fine dell'anno" ha detto Sassoli. "Un accordo è nell'interesse di entrambe le parti ma, come ho già detto in precedenza, ciò non può mai avvenire a qualsiasi costo - ha aggiunto-. Ci auguriamo che i nostri amici del Regno Unito sfruttino il ristretto spiraglio di opportunità rimasto per lavorare in modo costruttivo al fine di superare le nostre differenze".

Altre misure per la fase 2, Recovery insufficiente
I leader Ue "sono impegnati a finire la fase uno dell'emergenza" del Covid-19, "ma probabilmente dovrà aprirsi una fase due" nella quale "questi strumenti messi in campo come il Recovery Fund non saranno sufficienti ad affrontare la crisi" ha detto ancora Sassoli.

Dopo l'introduzione del presidente dell'Eurocamera, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha aperto il dibattito e "abbiamo avuto una bella discussione, alla quale mi ha fatto piacere assistervi per poi replicare", ha aggiunto Sassoli. Con riferimento al negoziato in stallo tra Eurocamera e Consiglio, il presidente fa notare che "il Parlamento non è in ritardo, si era detto che la partita doveva chiudersi entro ottobre e siamo ancora in tempo", ha aggiunto. "Fantasia e tecnica" sono le qualità "di cui abbiamo bisogno per aiutare i cittadini".

Ue dia prova di leadership, taglio emissioni 60% in 2030
"L'Europa deve dare prova di leadership anche sul clima: le nazioni europee si sono impegnate a svolgere un ruolo guida verso una transizione verde ed ora è nostra responsabilità politica morale tener fede a tali promesse con risultati tangibili. La Ue ha la capacità economica e politica per farlo" ha detto il presidente, spiegando la posizione degli eurodeputati che chiedono di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 60% entro il 2030.

Von der Leyen in auto-isolamento
La presidente della Commissione ha annunciato oggi che andrà in isolamento dopo che un suo collaboratore è risultato positivo al nuovo coronavirus. Con un messaggio su Twitter, Von der Leyen ha riferito di essersi già sottoposta a un esame e di essere risultata negativa. "Tuttavia - si legge nel testo - come precauzione lascio subito il Consiglio europeo per andare in auto-isolamento".

Von der Leyen in quarantena, salta visita a Roma lunedì
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen non potrà recarsi in visita ufficiale a Roma come in precedenza previsto per le giornate di lunedì 19 e martedì 20. Lo confermano all'Agi fonti Ue. Von der Leyen si trova in quarantena da questo pomeriggio dopo che un membro del suo staff è risultato positivo al test del Covid-19. La presidente della Commissione è risultata negativa al test, ma dovrà osservare la quarantena imposta dalle regole belghe per i casi di contatto con persone risultate positive.