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POLITICA

Le comunicazioni del premier in vista dell'appuntamento europeo

Consiglio Ue, Renzi: "Politica estera non si fa su emozioni". Alla Camera lo scontro con Brunetta

Il presidente del Consiglio a Montecitorio per le consuete comunicazioni che precedono la riunione del Consiglio Europeo. L'intervento incentrato sulla politica estera, ma in Aula va in scena lo scontro col capogruppo forzista: "Noi tra Brunetta e la povera gente staremo sempre con la povera gente"

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Una politica estera e militare seria "non si fa sulle emozioni del momento, ma avendo un respiro strategico". Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel suo intervento alla Camera dei Deputati in vista del prossimo Consiglio Europeo. La politica di sicurezza dell'Italia è stata raccontata con "superficialità", ha continuato il premier, "non è che se ci sono 4 Tornado in più o in meno che cambia la politica militare di un Paese".

Un intervento, quello del presidente del Consiglio, in cui ampio spazio ha trovato il tema terrorismo che, inevitabilmente, sarà anche al centro del prossimo incontro continenatale. "Tutti noi siamo impegnati a
contrastare Daesh e la sua azione di morte che esso persegue in tutto il mondo, ma se se siamo leali con la nostra coscienza dobbiamo dire che gli attentati del 13 novembre pongono una sfida al cuore dell'Europa, sono un atto di morte che ha suscitato e seminato morte", ha detto Renzi in Aula aggiungendo che "non è immaginabile che nascano dal niente le missioni, senza un disegno ed una strategia, che si condividano notizie dell'intelligence se poi si rimane fermi ad aspettare l'attentato successivo".

"Dobbiamo fare uno sforzo per evitare toni superficiali. Ho sentito dire: chiudiamo Schengen. Per far che? Tenerli dentro? Gli attentatori di Parigi avevano passaporto anche europeo. Chiudere Schengen per dare segnale di tranquillità non serve. Affrontare i problemi vuol dire offrire un'alternativa al nichilismo che porta i giovani a farsi saltare in aria davanti ad un teatro, un bar", ha detto ancora il premier sottolineando che "il 13 novembre a Parigi dei cittadini europei hanno ucciso altri cittadini europei e chi ha ucciso è intriso di un radicalismo selvaggio che va combattuto alle radici non solo con i bombardamenti ma anche lavorando pancia a terra nelle nostre periferie".

"Bisogna avere consapevolezza del grande ruolo che l'Europa dovrà avere nei prossimi mesi per attuare l'impegnativo accordo di Parigi sul clima - ha detto poi Renzi parlando del summit sul clima da poco concluso -. Un accordo di portata rilevante, al quale siamo fieri e orgogliosi che l'Italia abbia contribuito da protagonista non solo con diplomazia, politica ed associazionismo, ma con le sue imprese, che hanno lavorato in prima fila per un accordo vero in nome della sostenibilità".

Lo scontro in Aula con Brunetta
Durissimo scontro tra Matteo Renzi e Renato Brunetta in Aula alla Camera. Il premier replica al capogruppo di Forza Italia che lo accusava di aver fatto una legge di stabilità piena di "mance e marchette". "Se tutto ciò che facciamo è una mancia indecente... - attacca Renzi in un crescendo - mi chiedo come si fa a definire 'mancia indecente' 80 euro a poliziotti e carabinieri quando notoriamente non hanno redditi milionari ed è certamente un sostegno alla loro vita quotidiana? Come si fa, quando si è fatto il ministro della funzione pubblica, e si è votato il decreto legge 78 del 2010, art. 9, 'Contenimento della spesa', con il quale avete bloccato i contratti delle forze di sicurezza? Noi abbiamo sbloccato ciò che avete bloccato. Come si fa a prendere in giro il parlamento italiano? Onorevole Brunetta la prego torni in se'!", grida Renzi per superare le urla che intanto arrivano dal banco di Brunetta. Il premier poi aggiunge: "Il fatto che lei urli in quest'Aula non può che rendere disgustoso agli occhi degli studenti il suo intervento. Ma non mi fermerà. Noi tra Brunetta e la povera gente staremo sempre con la povera gente".