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POLITICA

Dopo dimissioni cda

Consip, al Senato si votano le mozioni. Pd per rinvio, opposizioni contrarie

Ermini (Pd): "Se governo va sotto non si può fare finta di nulla"

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Nell'aula del Senato è in corso la seduta dedicata all'esame delle mozioni presentate sul caso Consip. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha letto la comunicazione del ministro dell'Economia Padoan con la quale si informa delle dimissioni dei due componenti del Cda. "A tal riguardo scrive Padoan - appare opportuno informarla che l'amministrazione delegato" Consip "ha informato questo dicastero che il 17 giugno sono state presentate le dimissioni da parte di due consiglieri e che con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri si intende dimissionario l'intero cda".

Il presidente del Senato Grasso ha dichiarato inammissibile la parte della mozione presentata dal Mdp in cui si parla della necessità per Luca Lotti di rimettere le deleghe da ministro. Nella parte della mozione dichiarata inammissibile si impegna il governo "a valutare la sospensione delle deleghe al Ministro per lo sport Luca Lotti fino al chiarimento della vicenda che lo vede coinvolto, perché il Governo deve potere operare al riparo da ombre su comportamenti non irreprensibili dei suoi componenti, per portare avanti i suoi impegnativi obiettivi".

"Le mozioni, alla luce della comunicazione di Padoan, hanno raggiunto i loro effetti. Il Consiglio è decaduto. Sarebbe quindi più utile tenere il dibattito dopo il 27, data della riunione dell'assemblea Consip, dopo la nomina dei nuovi vertici". Lo ha proposto il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda. In mattinata, intervistato a Omnibus su La7, il deputato del Pd David Ermini aveva detto: "Nella situazione in cui siamo tutto può essere determinante, mi pare evidente che se dovesse andar sotto il governo non è che si può far finta di nulla, va bene che bisogna andare per forza a febbraio, si può anche cominciare a discutere se c'è una maggioranza che sostiene questo governo, comincio a dubitare su come si possa fare una legge di bilancio in una situazione di questa genere".

"La richiesta del Pd di un rinvio, che sarebbe probabilmente sine die, sembrerebbe la volontà di azzerare un dibattito che invece anche grazie all'iniziativa parlamentare ha fatto passi avanti. Il modo migliore per concludere questa vicenda sia arrivare a votare queste mozioni". Lo afferma in Aula il senatore "Idea" Gaetano Quagliariello.

"Non vedo le ragioni per cui non votare le mozioni in esame. Anzi, credo che le decisioni che potrà prendere il Parlamento, in modo sereno, potranno essere un utile contributo all'assemblea totalitaria della Consip del 27". Così il capogruppo di Forza Italia a Palazzo madama, Paolo Romani, ha replicato alla richiesta di Luigi Zanda. "Vorrei ricordare a tutti che proprio grazie al Parlamento - aggiunge Romani - Padoan ha cambiato idea, arrivando a far dare le dimissioni ai due componenti del Cda. Quindi sarebbe conto la logica chiedere al Parlamento di non discutere, in modo pacato, di questo argomento".

"Padoan è in confusione totale. Prima ha difeso Marroni e i vertici Consip ed ora, grazie alle probabili pressioni di Renzi per salvare il suo amico e braccio destro, Luca Lotti, lo ha scaricato ed ha costretto alle dimissioni il presidente Ferrara e la consigliera Ferrigno. Il ministro, inoltre, ci deve spiegare perché si è sbrigato a scrivere una letterina e a fornire al Presidente del Senato la relazione tecnica del Mef sui vertici Consip, nel tentativo di evitare la votazione odierna e salvare il ministro Lotti, e perché, invece, non ha ancora fornito la relazione sul ddl Richetti, dimenticato in commissione alla Camera". E quanto affermano in una nota i deputati M5S della commissione Affari costituzionali, che aggiungono: "Lo spieghi agli italiani Padoan che, quando occorre salvare la poltrona degli amici degli amici, dei potenti, in questo caso del braccio destro di Renzi, si è solleciti e proni e, invece, quando si tratta di tagliare i vitalizi ai parlamentari, odioso privilegio, non si fa nulla e ci si dimentica del proprio dovere". "Governo e maggioranza si dovrebbero vergognare - concludono gli esponenti pentastellati - ma ci penseranno gli italiani a mandarli a casa, quando ci permetteranno di tornare a votare".

Grasso: si va avanti
"Preso atto del dibattito" in Aula "l'ordine del giorno prevede la discussione sulle mozioni sulla Consip". Con queste parole il presidente del Senato Pietro Grasso sceglie, di fatto, di non rinviare il dibattito in Aula e, conseguentemente le votazioni, sulle mozioni presentate dai gruppi di maggioranza e opposizioni. Il capogruppo Pd Luigi Zanda aveva invitato Grasso a rinviare il dibattito a dopo il 27/6 ma senza avanzare alcun "petitum" formale per il quale sarebbe stato necessario il voto in Aula.