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ITALIA

Inchiesta di Roma su appalti e corruzione

Consip, dopo l'arresto di Romeo la Procura accusa Tiziano Renzi: "Si faceva promettere soldi"

"Attacchi vergognosi", replica il padre dell'ex Premier. "Ho 65 anni - aggiunge - e non ho mai avuto un problema con la giustizia per una vita intera fino a due anni fa, quando sono stato indagato e poi archiviato dalla procura di Genova. Confermo la mia fiducia nei confronti del sistema giudiziario italiano e della magistratura"

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Promesse di denaro in cambio dell'attivita' di mediazione sui vertici di Consip: l'accusa per Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, e' circostanziata nelle 4 pagine del decreto di perquisizione emesso dalla procura di Roma nei confronti dell'imprenditore toscano Carlo Russo nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere Alfredo Romeo.

Russo e Renzi, sostengono i pm, "sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni", Ad di Consip, "si facevano promettere indebitamente" da Romeo, "che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilita' a contenuto economico, consistenti nell'erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni", in relazione allo svolgimento di gare.  


Oltre a Tiziano Renzi e Russo, con l'accusa di concorso in traffico di influenze, sono indagati anche lo stesso Romeo e Italo Bocchino. Secondo i pm, Romeo in concerto con l'ex parlamentare, si sarebbe "accordato con Carlo Russo (a fronte di ingenti somme di denaro promesse) ... affinche' questi" - si legge nel decreto - utilizzando le sue personali relazioni e quelle di Tiziano Renzi, "interferisse indebitamente sui pubblici ufficiali presso la Consip al fine di agevolare la societa' di cui Romeo e' dominus".


Russo, in particolare avrebbe agito "utilizzando le proprie relazioni (di cui vi e' prova diretta) e le relazioni di Tiziano Renzi (con il quale lo stesso Russo afferma di aver agito di concerto e al quale parimenti, da un appunto vergato dallo stesso Romeo, appare essere destinata parte della somma promessa)".  

Tiziano Renzi: "Attacchi vergognosi"
"Nessuno mi ha mai promesso soldi, ne' io ho chiesto alcunche'. Gli unici soldi che spero di ottenere - dice Tiziano Renzi, convocato per domani dai pm romani - sono quelli del risarcimento danni per gli attacchi vergognosi che ho dovuto subire in questi mesi. Sono contento del fatto che il 16 marzo finalmente inizieranno i processi contro chi mi ha diffamato". "Ho 65 anni - aggiunge - e non ho mai avuto un problema con la giustizia per una vita intera fino a due anni fa, quando sono stato indagato e poi archiviato dalla procura di Genova. Confermo la mia fiducia nei confronti del sistema giudiziario italiano e della magistratura". Il suo legale parla di fatti "del tutto insussistenti": non sono mai stati chiesti soldi ne' alcun'altra utilita' all'imprenditore Romeo - sottolinea l'avvocato Federico Bagattini - e non e' stata promessa alcuna forma di interessamento, in effetti mai avvenuta, nei confronti di Marroni e/o Consip, a favore del medesimo o di qualsiasi altro soggetto".  

Il "pizzino" nella discarica
 A chiamare in causa il padre dell'ex premier sarebbe tra l'altro un foglietto trovato tra i rifiuti dell'ufficio romano di Romeo, recuperato dai carabinieri nella discarica di Roma nel quale compaiono alcune iniziali e delle cifre che corrisponderebbero a delle somme di denaro. Una prassi, quella dei pizzini, che l'imprenditore arrestato oggi utilizzava frequentemente. "Questa modalita' - ha messo a verbale il funzionario della Consip Marco Gasparri, nei due interrogatori in cui ha confessato di aver preso soldi dall'imprenditore - era una consuetudine perche' Romeo era convinto che il proprio cellulare fosse inoculato da captatore informatico, mentre era sicuro che il suo ufficio fosse pulito". Sui pizzini, dice il Gip, "vi e' riserbo dovuto ad indagini in corso".  

L'ufficio di Via della Pallacorda e gli "opachi rapporti"
 Tutti i foglietti sarebbero stati scritti da Romeo nel suo quartier generale romano, in via della Pallacorda. Nel cuore di Roma, a due passi da Palazzo Madama e Montecitorio, l'imprenditore riceveva "non solo - scrive la procura - il proprio consulente Italo Bocchino, ma anche il dirigente Consip Gasparri ed altri pubblici ufficiali, faccendieri e persone che si propongono in attivita' di 'intermediazione' con la Pa, con cui intrattiene opachi rapporti".