ECONOMIA
Telecomunicazioni
Consob: Vivendi esercita il controllo di fatto su Tim
Diffusa una lettera con le motivazioni delle conclusioni raggiunte dalla Commissione. Tim e Vivendi preannunciano ricorsi

Vivendi esercita un controllo di fatto su Tim. E' quanto ha stabilito la Consob dopo l'analisi del dossier sui rapporti che intercorrono tra le due Società.
"La Consob ha concluso che la partecipazione di Vivendi in Tim debba essere qualificata come una partecipazione di controllo di fatto ai sensi dell'art. 2359 del codice civile e dell'art. 93 del TUF".
La Consob ha diffuso anche la lunga lettera con le motivazioni che hanno portato la Commissione al pronunciamento odierno.
Tali conclusioni della Consob sono state raggiunte, si legge nella lettera inviata alle parti, tenendo conto di quanto rappresentato nella corrispondenza intercorsa tra Tim, il Collegio Sindacale e Vivendi con la stessa Commissione in merito alla vicenda in oggetto, nonché sulla base dell'esame degli eventi concernenti Tim fino ad oggi intervenuti.
La Commissione evidenzia che "ciò che conta al fine dell'individuazione del soggetto controllante non è una particolare situazione formale (la proprietà, ad esempio, di oltre il 50% del capitale ordinario), ma sono le reali posizioni di potere all'interno della società, determinate dal numero di voti che di fatto si possono comunque utilizzare per conseguire l'influenza dominante sulla partecipata attraverso la nomina della maggioranza dei componenti del Consiglio di amministrazione".
Facendo poi riferimento all'assemblea del 4 maggio scorso, si ritiene che Vivendi "avesse dall'inizio la ragionevole certezza di poter disporre di voti sufficienti per nominare la maggioranza dei consiglieri di Tim e, quindi, di poter esercitare il controllo sulla gestione della partecipata". Con l'assemblea del 4 maggio, Vivendi "ha acquisito tale controllo di fatto in modo relativamente stabile". La ricostruzione di carattere generale sulla configurabilità della direzione e coordinamento come "pura scelta gestionale su base discrezionale", contenuta nei pareri forniti dalla Società, evidenzia la Consob, "non appare condivisibile" e, al contrario, "la dichiarazione dell'esistenza della direzione e coordinamento non può che derivare dall'esistenza di una relazione di controllo, che nel caso di specie si configura di tipo partecipativo". In conclusione, può ritenersi in ogni caso che i dati fattuali presenti nel "consentono di affermare la sussistenza di una relazione di controllo di fatto fra Vivendi e Tim".
La Consob riferisce anche sulla decisione del 27 luglio del cda Tim di conferire temporaneamente le deleghe precedentemente attribuite a Cattaneo al presidente esecutivo de Puyfontaine, fatta salva l'attribuzione ad interim delle deleghe relative alla funzione security e alla società Telecom Sparkle al vice presidente Recchi. Inoltre la dichiarazione di de Puyfontaine dell'avvio dell'attività di direzione e coordinamento da parte di Vivendi su Tim; l'ingresso di Amos Genish quale direttore operativo del gruppo Telecom; la sottoscrizione da parte di de Puyfontaine di un dettagliatissimo term sheet con Canal Plus; la circostanza che "rilevanti delibere" del cda di TIM in materia organizzativa a partire dal 4 maggio 2017 siano state adottate sempre a maggioranza.
Tim: ricorso contro provvedimento Consob
Tim, dopo aver ricevuto il provvedimento della Consob, comunica che "da un preliminare esame, si rileva che il provvedimento si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui Tim (e ragionevolmente il mercato intero) si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta". Tim quindi "porrà in essere le azioni legali a propria tutela nelle sedi competenti, sicura della correttezza dei propri comportamenti e della solidità delle proprie argomentazioni".
Vivendi: ci appelleremo ai tribunali competenti
Anche Vivendi si appellerà ai tribunali competenti contro la pronuncia della Consob. Lo annuncia la Società in una nota. "Vivendi prende atto della posizione espressa dalla Consob, che ha dichiarato l'esistenza di un controllo di fatto di Vivendi su Telecom Italia. Vivendi contesta formalmente questa interpretazione e si appellerà ai tribunali competenti. Il Gruppo ribadisce di aver sempre rispettato le leggi e di averle applicate".
"La Consob ha concluso che la partecipazione di Vivendi in Tim debba essere qualificata come una partecipazione di controllo di fatto ai sensi dell'art. 2359 del codice civile e dell'art. 93 del TUF".
La Consob ha diffuso anche la lunga lettera con le motivazioni che hanno portato la Commissione al pronunciamento odierno.
Tali conclusioni della Consob sono state raggiunte, si legge nella lettera inviata alle parti, tenendo conto di quanto rappresentato nella corrispondenza intercorsa tra Tim, il Collegio Sindacale e Vivendi con la stessa Commissione in merito alla vicenda in oggetto, nonché sulla base dell'esame degli eventi concernenti Tim fino ad oggi intervenuti.
La Commissione evidenzia che "ciò che conta al fine dell'individuazione del soggetto controllante non è una particolare situazione formale (la proprietà, ad esempio, di oltre il 50% del capitale ordinario), ma sono le reali posizioni di potere all'interno della società, determinate dal numero di voti che di fatto si possono comunque utilizzare per conseguire l'influenza dominante sulla partecipata attraverso la nomina della maggioranza dei componenti del Consiglio di amministrazione".
Facendo poi riferimento all'assemblea del 4 maggio scorso, si ritiene che Vivendi "avesse dall'inizio la ragionevole certezza di poter disporre di voti sufficienti per nominare la maggioranza dei consiglieri di Tim e, quindi, di poter esercitare il controllo sulla gestione della partecipata". Con l'assemblea del 4 maggio, Vivendi "ha acquisito tale controllo di fatto in modo relativamente stabile". La ricostruzione di carattere generale sulla configurabilità della direzione e coordinamento come "pura scelta gestionale su base discrezionale", contenuta nei pareri forniti dalla Società, evidenzia la Consob, "non appare condivisibile" e, al contrario, "la dichiarazione dell'esistenza della direzione e coordinamento non può che derivare dall'esistenza di una relazione di controllo, che nel caso di specie si configura di tipo partecipativo". In conclusione, può ritenersi in ogni caso che i dati fattuali presenti nel "consentono di affermare la sussistenza di una relazione di controllo di fatto fra Vivendi e Tim".
La Consob riferisce anche sulla decisione del 27 luglio del cda Tim di conferire temporaneamente le deleghe precedentemente attribuite a Cattaneo al presidente esecutivo de Puyfontaine, fatta salva l'attribuzione ad interim delle deleghe relative alla funzione security e alla società Telecom Sparkle al vice presidente Recchi. Inoltre la dichiarazione di de Puyfontaine dell'avvio dell'attività di direzione e coordinamento da parte di Vivendi su Tim; l'ingresso di Amos Genish quale direttore operativo del gruppo Telecom; la sottoscrizione da parte di de Puyfontaine di un dettagliatissimo term sheet con Canal Plus; la circostanza che "rilevanti delibere" del cda di TIM in materia organizzativa a partire dal 4 maggio 2017 siano state adottate sempre a maggioranza.
Tim: ricorso contro provvedimento Consob
Tim, dopo aver ricevuto il provvedimento della Consob, comunica che "da un preliminare esame, si rileva che il provvedimento si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui Tim (e ragionevolmente il mercato intero) si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta". Tim quindi "porrà in essere le azioni legali a propria tutela nelle sedi competenti, sicura della correttezza dei propri comportamenti e della solidità delle proprie argomentazioni".
Vivendi: ci appelleremo ai tribunali competenti
Anche Vivendi si appellerà ai tribunali competenti contro la pronuncia della Consob. Lo annuncia la Società in una nota. "Vivendi prende atto della posizione espressa dalla Consob, che ha dichiarato l'esistenza di un controllo di fatto di Vivendi su Telecom Italia. Vivendi contesta formalmente questa interpretazione e si appellerà ai tribunali competenti. Il Gruppo ribadisce di aver sempre rispettato le leggi e di averle applicate".