POLITICA
Alle 12 Parlamento in seduta comune
Consulta- Csm: ancora caos sulle nomine. Lettera M5S a Violante e Bruno: "Rinunciate"
Rischio di un nuovo voto al buoi per l'elezione dei due giudici della Corte Costituzionale. Lega annuncia scheda bianca. I pentastellati chiedono ai candidati un passo indietro

Se prima era impasse ora è caos. Sul voto del Parlamento convocato oggi in seduta comune alle 12 per eleggere i due giudici alla Consulta e i due laici al Csm, non si profila solo l'ennesima fumata nera, ma un muro contro muro tra partiti con seria indecisione di fondo.
Pd e Forza Italia confermano le loro candidature, ma il dubbio serpeggia: potrebbe essere l'ultima tornata se i consensi a Violante e Bruno dovessero calare. Non è escluso che si provi a chiudere sul Csm, rinviando la Corte. In una lettera i pentastellati chiedono ai due candidati di Pd e Fi di fare un passo indietro. Mentre Salvini annuncia che la Lega voterà scheda bianca.
Bruno: "Escludo mia condotta illecita". Ma inchiesta pesa
La notizia de "Il Fatto Quotidiano" secondo la quale il candidato di FI, Bruno, sarebbe coinvolto nell'inchiesta di Isernia per una consulenza da 2,5 milioni di euro nel fallimento dell'ex colosso tessile Itierre, non sarebbe priva di conseguenze ai fini della sua elezione. L'interessato smentisce. Non ho commesso nessuna "azione illecita", dice, e non sono "iscritto nel registro degli indagati". "Ad oggi - assicura - ribadisco di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. È evidente che qualora ci fosse un provvedimento di rinvio a giudizio non avrei nessuna remora a prendere le opportune decisioni".
I dubbi nel Pd: Scalfarotto, Moretti, Bindi
Se la Procura di Isernia, invece, confermerà la sua iscrizione nel registro degli indagati il rischio è che parte del Pd si rifiuti di votarlo. Posizione che esprime il sottosegretario alle Riforme Scalfarotto intervistato alla trasmissione Un giorno da Pecora su Radio2: "Bruno? Io non so se domani si vota per lui. Vediamo". Sulla stessa linea l'europarlamentare Alessandra Moretti: "Se Bruno fosse confermato nel registro degli indagati, il Pd dovrebbe aprire una discussione sulla nomina di Bruno alla Corte Costituzionale". Rosy Bindi, a Otto e mezzo afferma che se ci sarà l'ennesima fumata nera sulla Consulta, ciò "ci chiederà di fare una riflessione seria" sul ticket Bruno-Violante.
Salvini: voteremo scheda bianca
Senza i voti di FI anche Violante è a rischio, anche perché gli accordi con gli altri partiti sembrano essere in parte naufragati come dimostra la decisione del Carroccio di votare domani scheda bianca. Annuncio fatto dal segretario Matteo Salvini che tra l'altro chiede a Renzi un incontro su fisco e lavoro: tema questo che rischia di avere peso anche sulla trattativa Consulta-Csm vista la tensione che crea tra i Dem.
M5s chiede passo indietro
Per la Corte costituzionale è meglio scegliere nomi "maggiormente super-partes" di quelli di Luciano Violante e Donato Bruno. Lo sottolineano i due capigruppo di M5s, Paola Carinelli e Vito Petrocelli, nella lettera con cui hanno chiesto ai due candidati alla Consulta di compiere un passo indietro. "Dalla ripresa dei lavori in Parlamento - affermano - le Camere sono letteralmente impantanate dalla nomina dei componenti di Csm e COrte Costituzionale per la quota che spetta a deputati e senatori. Nomine su cui non si è riusciti ancora, dopo 13 votazioni, a raggiungere il quorum necessari". "Le scriviamo, pertanto - si legge infine nella lettera - facendo ricorso al suo senso di responsabilità chiedendole di ritirare irrevocabilmente la Sua candidatura e togliendo in questo modo il Parlamento dall'impasse in cui si trova dall'inizio di settembre".
Pd e Forza Italia confermano le loro candidature, ma il dubbio serpeggia: potrebbe essere l'ultima tornata se i consensi a Violante e Bruno dovessero calare. Non è escluso che si provi a chiudere sul Csm, rinviando la Corte. In una lettera i pentastellati chiedono ai due candidati di Pd e Fi di fare un passo indietro. Mentre Salvini annuncia che la Lega voterà scheda bianca.
Bruno: "Escludo mia condotta illecita". Ma inchiesta pesa
La notizia de "Il Fatto Quotidiano" secondo la quale il candidato di FI, Bruno, sarebbe coinvolto nell'inchiesta di Isernia per una consulenza da 2,5 milioni di euro nel fallimento dell'ex colosso tessile Itierre, non sarebbe priva di conseguenze ai fini della sua elezione. L'interessato smentisce. Non ho commesso nessuna "azione illecita", dice, e non sono "iscritto nel registro degli indagati". "Ad oggi - assicura - ribadisco di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. È evidente che qualora ci fosse un provvedimento di rinvio a giudizio non avrei nessuna remora a prendere le opportune decisioni".
I dubbi nel Pd: Scalfarotto, Moretti, Bindi
Se la Procura di Isernia, invece, confermerà la sua iscrizione nel registro degli indagati il rischio è che parte del Pd si rifiuti di votarlo. Posizione che esprime il sottosegretario alle Riforme Scalfarotto intervistato alla trasmissione Un giorno da Pecora su Radio2: "Bruno? Io non so se domani si vota per lui. Vediamo". Sulla stessa linea l'europarlamentare Alessandra Moretti: "Se Bruno fosse confermato nel registro degli indagati, il Pd dovrebbe aprire una discussione sulla nomina di Bruno alla Corte Costituzionale". Rosy Bindi, a Otto e mezzo afferma che se ci sarà l'ennesima fumata nera sulla Consulta, ciò "ci chiederà di fare una riflessione seria" sul ticket Bruno-Violante.
Salvini: voteremo scheda bianca
Senza i voti di FI anche Violante è a rischio, anche perché gli accordi con gli altri partiti sembrano essere in parte naufragati come dimostra la decisione del Carroccio di votare domani scheda bianca. Annuncio fatto dal segretario Matteo Salvini che tra l'altro chiede a Renzi un incontro su fisco e lavoro: tema questo che rischia di avere peso anche sulla trattativa Consulta-Csm vista la tensione che crea tra i Dem.
M5s chiede passo indietro
Per la Corte costituzionale è meglio scegliere nomi "maggiormente super-partes" di quelli di Luciano Violante e Donato Bruno. Lo sottolineano i due capigruppo di M5s, Paola Carinelli e Vito Petrocelli, nella lettera con cui hanno chiesto ai due candidati alla Consulta di compiere un passo indietro. "Dalla ripresa dei lavori in Parlamento - affermano - le Camere sono letteralmente impantanate dalla nomina dei componenti di Csm e COrte Costituzionale per la quota che spetta a deputati e senatori. Nomine su cui non si è riusciti ancora, dopo 13 votazioni, a raggiungere il quorum necessari". "Le scriviamo, pertanto - si legge infine nella lettera - facendo ricorso al suo senso di responsabilità chiedendole di ritirare irrevocabilmente la Sua candidatura e togliendo in questo modo il Parlamento dall'impasse in cui si trova dall'inizio di settembre".