ITALIA
Ancona
Contagiò consapevolmente con Hiv due donne: condannato a 16 anni e 18 mesi
Accusato di lesioni gravissime e omicidio volontario. Avrebbe consapevolmente contagiato l'allora compagna, poi morta nel giugno 2017, e trasmesso l'Hiv a una 40enne con cui aveva una relazione

Condannato ad Ancona a 16 anni e 8 mesi di carcere Claudio Pinti, 35enne ex autotrasportatore di Montecarotto (Ancona), accusato di lesioni gravissime e omicidio volontario perché avrebbe consapevolmente contagiato l'allora compagna, poi morta nel giugno 2017, e trasmesso l'Hiv a una 40enne con cui aveva una relazione. La sentenza è stata emessa con rito abbreviato dal gup Paola Moscaroli.
La difesa dell'imputato, detenuto ricoverato in ospedale e scortato in aula dalla penitenziaria, valuterà il ricorso in appello.
Ha parlato di "vicenda familiare molto triste" Federica Finucci, legale sia di Giovanna, la compagna di Pinti morta nel 2017 per un tumore connesso al virus dell'Hiv, che della figlia di 8 anni, nata dalla relazione con l'autotrasportatore. "C'è una minore che si è ritrovata senza madre e senza padre", ha sottolineato, "e per questa ragione sono soddisfatta solo in parte della sentenza". "È stato individuato il colpevole", ha aggiunto la legale Elena Martina, che supportava la mamma e la sorella di Giovanna, "ma nessuna somma risarcirà mai i familiari".
Subito dopo la sentenza ha parlato anche Cristina Bolognini, la legale del padre della donna morta: "Questa sentenza da' voce a Giovanna e spiega le cause della sua morte", ha detto ai giornalisti, "fa giustizia e riconosce il modus operandi di Pinti, fermamente convinto della sua tesi negazionista tanto da convincere la sua compagna a non curarsi per il timore di ripercussioni sulla minore".
La difesa dell'imputato, detenuto ricoverato in ospedale e scortato in aula dalla penitenziaria, valuterà il ricorso in appello.
Ha parlato di "vicenda familiare molto triste" Federica Finucci, legale sia di Giovanna, la compagna di Pinti morta nel 2017 per un tumore connesso al virus dell'Hiv, che della figlia di 8 anni, nata dalla relazione con l'autotrasportatore. "C'è una minore che si è ritrovata senza madre e senza padre", ha sottolineato, "e per questa ragione sono soddisfatta solo in parte della sentenza". "È stato individuato il colpevole", ha aggiunto la legale Elena Martina, che supportava la mamma e la sorella di Giovanna, "ma nessuna somma risarcirà mai i familiari".
Subito dopo la sentenza ha parlato anche Cristina Bolognini, la legale del padre della donna morta: "Questa sentenza da' voce a Giovanna e spiega le cause della sua morte", ha detto ai giornalisti, "fa giustizia e riconosce il modus operandi di Pinti, fermamente convinto della sua tesi negazionista tanto da convincere la sua compagna a non curarsi per il timore di ripercussioni sulla minore".