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MONDO

Med Dialogues 2019

Conte: "Su Mediterraneo si gioca futuro. Mare Nostrum non può diventare 'Mare Nullius' "

Oltre cinquanta i Paesi che hanno partecipato a Roma alla Quinta edizione della Conferenza Internazionale sul Mediterraneo

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di Tiziana Di Giovannandrea
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il suo intervento, ha chiuso le tre giornate di lavori della Quinta Edizione della Conferenza Rome MEDMediterranean Dialogues che ha visto partecipare oltre 40 leaders tra Presidenti, Primi Ministri e Ministri e circa 1000 tra imprenditori, accademici, esponenti delle maggiori organizzazioni internazionali nonché studiosi ed esperti provenienti da oltre 50 Paesi.

Il futuro dell'area del Mediterraneo è l'argomento centrale che ha polarizzato l'attenzione di tutti i partecipanti al Forum Med che hanno parlato di geopolitica e sicurezza, economia, sviluppo, società civile e cultura. 

Nel suo intervento il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha posto in evidenza come la collaborazione tra i Paesi dell'area abbia una rilevanza strategica ed in particolare come l'Unione Europea non possa perdere la chance perché sull'area del Mediterraneo si gioca il futuro: "Non solo della regione ma anche la sicurezza e l'avvenire del  vecchio Continente. Il Mare Nostrum  non può essere un 'Mare Nullius'. L'Unione Europea non può perdere l'opportunità per passare da una logica emergenziale ad una logica strutturale". Inoltre il premier Conte ha evidenziato come "Il Mediterraneo allargato deve tornare ad essere polo di attrazione, sostenibilità, di sviluppo. Il Mediterraneo è un perimetro strategico ampliato perché si sono allargate le sue sfide", ha aggiunto "Il Mediterraneo allargato è un paradosso politico con solide lezioni del passato ma incerte prospettive per il futuro".

"Libia, Italia credibile: è in prima linea tra i pochi ad agire in coerenza con dichiarazioni pubbliche"
"Lo scenario libico di vede in prima linea a sostegno dell'Onu anche nell'organizzazione della prossima Conferenza di Berlino. Non esiste un'opzione militare risolutiva, solo un processo politico inclusivo potrà condurre ad una stabilizzazione piena e duratura del Paese. Apparteniamo alla ristretta cerchia di quegli stakeholder (parti interessate, ndr) il cui comportamento è completamente coerente con le dichiarazioni pubbliche. E' un fattore di credibilità per il nostro Paese" ha detto il premier Conte.

"Iran, preoccupazione per disimpegno da obblighi su nucleare"
"Dobbiamo mantenere alta l'attenzione dell'Iran di cui osserviamo con preoccupazione il progressivo disimpegno rispetto agli obblighi dell'accordo sul nucleare" ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "E' doveroso mantenere aperti tutti i canali di dialogo per contrastare ogni pericolosa escalation e favorire una responsabilità cooperativa anziché competitiva o conflittuale", ha aggiunto.

"Migranti, meno arrivi irregolari non bastano. Serve salto di qualità in Ue"  
"I numeri ci danno ragione per gli arrivi irregolari, ma la politica migratoria non può limitarsi a queste mere statistiche e serve un disegno complessivo di rapporti tra le due sponde. Serve un salto di qualità a livello europeo che perseguiamo con determinazione" così si è espresso il premier Giuseppe Conte intervenendo a conclusione dei Med Dialogues a Roma.

La Conferenza Rome MED 2019 è stata promossa dal Ministero degli Esteri e dall'Ispi, il prestigioso Istituto per gli studi di politica internazionale, specializzato in analisi geopolitiche e tendenze politico-economiche globali.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante la 'tre giorni' del Forum Med ha tenuto numerosi dialoghi bilaterali alla Farnesina con i suoi omologhi stranieri perché "La collaborazione con i Paesi dell'area ha una rilevanza strategica" ha detto e la "Stabilità del Mediterraneo è stabilità di Ue e Italia". Per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori per Di Maio "Dobbiamo uscire da una logica emergenziale e lavorare tutti assieme, Unione Europea, Paesi di origine e transito, per una risposta incentrata su rimpatri e ridistribuzione, oltre che sulla responsabilità condivisa dei Paesi dell'Unione Europea, abbandonando la logica di Dublino per cui sono i Paesi di primo approdo a dover gestire un fenomeno che riguarda tutti, che ci richiama alla necessità di governare le crisi anziché subirle e dare risposte concrete ai cittadini". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, chiudendo i Med Dialogues.