Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Conte-lettera-a-Ue-Rispettiamo-vincoli-e-non-chiediamo-deroghe-0a5a1bbf-9c39-4482-b893-88dfea0464eb.html | rainews/live/ | true
POLITICA

"Revisione della spesa per evitare aumento dell'Iva"

Conte, lettera all'Ue: "Rispettiamo vincoli e non chiediamo deroghe"

Il premier critica le politiche del rigore. "Come dimostra il caso della Grecia, la scelta di limitare l'azione di governance all'esclusivo e rigoroso rispetto delle regole di bilancio, senza tenere conto dell'impatto sociale che tali determinazioni possono produrre sui cittadini si rivela drammaticamente controproducente"

Condividi
"Come anticipato nei giorni scorsi, ieri sera ho inviato una lettera agli altri 27 Paesi membri Ue, al Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, e al Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk". Lo scrive su facebook il premier Giuseppe Conte riportando il testo integrale della lettera, pubblicata sul sito della Presidenza del Consiglio .   "Siamo all'inizio di una nuova legislatura europea- scrive il premier - e dobbiamo approfittare di questa preziosa occasione per raccogliere le nuove sfide, lavorando al rinnovamento delle regole comuni e alla introduzione di strumenti che possano soddisfare più efficacemente i bisogni dei cittadini. L'Italia vuole cogliere questa opportunità di cambiamento".

La Commissione Europea "ha ricevuto una lettera dal primo ministro italiano Giuseppe Conte. La stiamo analizzando", ha fatto sapere una portavoce dell'esecutivo Ue.

Revisione della spesa per evitare aumento dell'Iva
"Per il 2020, il Governo ha ribadito che intende conseguire un miglioramento di 0,2 punti percentuali nel saldo strutturale di bilancio. In linea con la legislazione vigente, il Programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l'1,3 per cento del Pil, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020. Il Parlamento ha invitato il Governo, in primo luogo, a riformare l'imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo, per il periodo 2020-2022.

In secondo luogo, lo ha invitato a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020", scrive Conte.  "In vista dell'approvazione del Documento programmatico di bilancio per il 2020 e alla luce delle più aggiornate previsioni macroeconomiche, il Governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie", sottolinea.

"Rispettiamo vincoli e non chiediamo deroghe"
"Non intendiamo sottrarci ai vincoli" europei, "né intendiamo reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finché non saranno modificate secondo le ordinarie procedure previste dai Trattati, sono in vigore ed è giusto che siano tenute in conto dai governi di tutti gli Stati membri", sottolinea il premier in un passaggio della lettera.

"Danneggiati da paradisi fiscali e ricerca surplus"
In Ue "l' Italia è tra i Paesi più fortemente danneggiati: lo sforzo nel ridurre il proprio debito risulta compromesso nella misura in cui altri partner europei, ai quali dovrebbero legarci vincoli di solidarietà, si adoperano per attrarre base fiscale. Purtroppo è amaro costatare che l'uso spregiudicato del ruling, dei patent boxes, del treaty shopping costituiscono, ormai, pratiche diffuse tra alcuni Stati membri dell'Unione". ha stigmatizzato Conte. "Non solo. L'Italia, con la sua forte specializzazione per la manifattura, è danneggiata se le politiche macroeconomiche di alcuni grandi partner sono prevalentemente dirette a conseguire ampi surplus di parte corrente e di bilancio, piuttosto che ad attivare politiche di investimento, di innovazione, di protezione sociale e di tutela ambientale", sottolinea.

"Come in Grecia, imposizione rigore si rivela controproducente"
Nella lettera il premier ha poi chiesto una maggiore prudenza per quel che riguarda le politiche del rigore. "Come dimostra il caso della Grecia, la scelta di limitare l'azione di governance all'esclusivo e rigoroso rispetto delle regole di bilancio, senza tenere conto dell'impatto sociale che tali determinazioni possono produrre sui cittadini degli Stati membri, si rivela drammaticamente controproducente, alimentando rancore e contribuendo, in misura significativa, ad allontanare le Istituzioni europee dalle tante periferie, non solo geografiche,del Continente".