POLITICA
Il caso
Conte: nessun conflitto di interessi ma rinuncio al concorso per cattedra alla Sapienza di Roma
L'annuncio del presidente del Consiglio dopo le polemiche e la notizia diffusa da Politico.eu che avesse solo rinviato l'esame di inglese. "Il governo durerà 5 anni, fatevene una ragione", ha detto Conte

Giuseppe Conte rinuncia definitivamente alla domanda di trasferimento presso l'Università "La Sapienza" di Roma. "Nessun conflitto di interessi. Rinuncio esclusivamente per una personale sensibilità", afferma il presidente del Consiglio a proposito della vicenda del concorso per la cattedra dell'ateneo romano.
"Fatevene una ragione, il governo durerà cinque anni", aggiunge il premier in diretta su Facebook, sottolineando di non aver mai pensato di trovare un incarico alternativo con il concorso a cattedra alla Sapienza. "Non ho mai pensato di ricavare un vantaggio a vita da questo incarico", assicura Conte.
"Si è detto che sarei in conflitto di interessi, non c'è formalmente - ha rimarcato Conte - nessun conflitto di interessi sul piano giuridico. Però io non ho mai pensato di ricavare da questo incarico una poltrona a vita: era la ragione per cui mi faceva piacere partecipare a questo concorso come semplice cittadino. Era stato fatto in passato da tanti altri, ministri e anche presidenti del Consiglio. Però ho deciso: rinuncio, per ragioni di personale sensibilità. Noi siamo il Governo del cambiamento: non voglio che anche solo il sospetto di lucrare un vantaggio da questa posizione possa offuscare la mia carriera e agli occhi dei cittadini che ci hanno votato creare un qualche sentimento negativo', conclude il capo dell'Esecutivo.
Giovedì scorso alla domanda relativa al concorso, Conte aveva risposto che non avrebbe partecipato all'esame previsto per oggi "per impegni istituzionali". Ma le polemiche erano proseguite tanto da farlo decidere adesso di rinunciare definitivamente. "Alcuni giornali riportano falsità, alcuni sono fortemente denigratori - contrattacca - uno per esempio parla di bando cucito su misura sulla mia persona, non riporto il nome dell'articolista perché come presidente del Consiglio rispetto la libertà di stampa ma questo è un esercizio di libertà di stampa inaccettabile".
Giovedì scorso alla domanda relativa al concorso, aveva risposto che non avrebbe partecipato all'esame previsto per oggi "per impegni istituzionali". Ma le polemiche erano proseguite tanto da farlo decidere adesso di rinunciare definitivamente. "Alcuni giornali riportano falsita', alcuni sono fortemente denigratori - contrattacca pero' il presidente del Consiglio - uno per esempio parla di bando cucito su misura sulla mia persona, non riporto il nome dell'articolista perche' come presidente del Consiglio rispetto la liberta' di stampa ma questo e' un esercizio di liberta' di stampa inaccettabile".
Fonti Palazzo Chigi: nessuna pressione sulla scelta di Conte
Fonti di Palazzo Chigi escludono che Luigi Di Maio o Matteo Salvini abbiano chiamato il premier Giuseppe Conte prima della sua decisione di rinunciare al concorso per la cattedra. Non c'è stata assolutamente alcuna telefonata - proseguono le stesse fonti - e nessuno s'è permesso di chiedere nulla. E' stata una valutazione che ha fatto personalmente il Presidente del Consiglio. E anzi - concludono le stesse fonti - avrebbe potuto tranquillamente non rinunciare ma l'ha fatto per ragioni personali.
Lo scoop di Politico.eu
La decisione definitiva è arrivata dopo che il sito Politico.eu, che per primo aveva raccontato in uno scoop della candidatura di Conte alla cattedra dell'ateneo di Roma, aveva rilanciato spiegando che La Sapienza aveva posticipato l'esame di inglese. Lo stesso Conte avrebbe dovuto sostenere il test in lingua, ma era impegnato con un colloquio con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk.
"Fatevene una ragione, il governo durerà cinque anni", aggiunge il premier in diretta su Facebook, sottolineando di non aver mai pensato di trovare un incarico alternativo con il concorso a cattedra alla Sapienza. "Non ho mai pensato di ricavare un vantaggio a vita da questo incarico", assicura Conte.
"Si è detto che sarei in conflitto di interessi, non c'è formalmente - ha rimarcato Conte - nessun conflitto di interessi sul piano giuridico. Però io non ho mai pensato di ricavare da questo incarico una poltrona a vita: era la ragione per cui mi faceva piacere partecipare a questo concorso come semplice cittadino. Era stato fatto in passato da tanti altri, ministri e anche presidenti del Consiglio. Però ho deciso: rinuncio, per ragioni di personale sensibilità. Noi siamo il Governo del cambiamento: non voglio che anche solo il sospetto di lucrare un vantaggio da questa posizione possa offuscare la mia carriera e agli occhi dei cittadini che ci hanno votato creare un qualche sentimento negativo', conclude il capo dell'Esecutivo.
Giovedì scorso alla domanda relativa al concorso, Conte aveva risposto che non avrebbe partecipato all'esame previsto per oggi "per impegni istituzionali". Ma le polemiche erano proseguite tanto da farlo decidere adesso di rinunciare definitivamente. "Alcuni giornali riportano falsità, alcuni sono fortemente denigratori - contrattacca - uno per esempio parla di bando cucito su misura sulla mia persona, non riporto il nome dell'articolista perché come presidente del Consiglio rispetto la libertà di stampa ma questo è un esercizio di libertà di stampa inaccettabile".
Giovedì scorso alla domanda relativa al concorso, aveva risposto che non avrebbe partecipato all'esame previsto per oggi "per impegni istituzionali". Ma le polemiche erano proseguite tanto da farlo decidere adesso di rinunciare definitivamente. "Alcuni giornali riportano falsita', alcuni sono fortemente denigratori - contrattacca pero' il presidente del Consiglio - uno per esempio parla di bando cucito su misura sulla mia persona, non riporto il nome dell'articolista perche' come presidente del Consiglio rispetto la liberta' di stampa ma questo e' un esercizio di liberta' di stampa inaccettabile".
Fonti Palazzo Chigi: nessuna pressione sulla scelta di Conte
Fonti di Palazzo Chigi escludono che Luigi Di Maio o Matteo Salvini abbiano chiamato il premier Giuseppe Conte prima della sua decisione di rinunciare al concorso per la cattedra. Non c'è stata assolutamente alcuna telefonata - proseguono le stesse fonti - e nessuno s'è permesso di chiedere nulla. E' stata una valutazione che ha fatto personalmente il Presidente del Consiglio. E anzi - concludono le stesse fonti - avrebbe potuto tranquillamente non rinunciare ma l'ha fatto per ragioni personali.
Lo scoop di Politico.eu
La decisione definitiva è arrivata dopo che il sito Politico.eu, che per primo aveva raccontato in uno scoop della candidatura di Conte alla cattedra dell'ateneo di Roma, aveva rilanciato spiegando che La Sapienza aveva posticipato l'esame di inglese. Lo stesso Conte avrebbe dovuto sostenere il test in lingua, ma era impegnato con un colloquio con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk.