ITALIA
Udienza fissata per le 9.30 di mattina
Omicidio del piccolo Loris, il 31 dicembre il riesame deciderà sulla libertà della madre
La donna, trasferita nel carcere di Agrigento, è accusata di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. In merito ai commenti postati su Facebook, l'appello del nonno paterno, "Adesso basta, finitela!"

Il Tribunale del Riesame esaminerà il 31 dicembre sull'istanza di libertà presentata dall'avvocato di Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris Stival ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. La donna, in custodia cautelare, è stata trasferita nei giorni scorsi dal carcere di Catania a quello di Agrigento. È accusata di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. L'udienza è fissata per le 9.30 di mattina.
Intanto arriva anche l'appello del nonno paterno, Andrea Stival. "Adesso basta, finitela!" dice in merito al gruppo su Facebook, oramai diventato in poche ore popolare, dal nome "Veronica Panarello è innocente".
"Salve a tutti , sono il nonno di Loris, avevo chiesto cortesemente di finirla con tutto questo cortile pubblico e di avere rispetto per le persone che stanno male. Finitela di scrivere commenti o di farvi i vostri film mentali, solo ed esclusivamente per il piacere di aprire la bocca. In privato a questo sito avevo chiesto di chiuderlo e gentilmente ci avete mandato a quel paese. Ora basta. Non è a noi che la polizia fa un baffo ma a tutti quelli come voi che vi nascondete dietro ad un social network".
Intanto arriva anche l'appello del nonno paterno, Andrea Stival. "Adesso basta, finitela!" dice in merito al gruppo su Facebook, oramai diventato in poche ore popolare, dal nome "Veronica Panarello è innocente".
"Salve a tutti , sono il nonno di Loris, avevo chiesto cortesemente di finirla con tutto questo cortile pubblico e di avere rispetto per le persone che stanno male. Finitela di scrivere commenti o di farvi i vostri film mentali, solo ed esclusivamente per il piacere di aprire la bocca. In privato a questo sito avevo chiesto di chiuderlo e gentilmente ci avete mandato a quel paese. Ora basta. Non è a noi che la polizia fa un baffo ma a tutti quelli come voi che vi nascondete dietro ad un social network".