POLITICA
Le riforme annunciate dal presidente del Consiglio
Renzi: "Camusso-Squinzi la strana coppia contro le riforme"
Il premier parla dell'obiettivo di scardinare la P.A. e di andare avanti con le riforme anche senza l'assenso del segretario della Cgil e del leader degli industriali. Il presidente del Consiglio commenta anche la situazione in Europa e la riorganizzazione dello Stato attraverso la spending review

Matteo Renzi continua a parlare di riforme, Europa e spending review. E va dritto per la sua strada, non temendo la battaglia con il segretario della Cgil Susanna Camusso o il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, definiti dal presidente del Consiglio "la strana coppia" in un'intervista a Il Messaggero.
Tra un mese, dice Renzi, "prenderemo in mano la riforma della P.A., per scardinarla completamente. Lì vedremo il derby palude contro corrente, conservazione contro innovazione. Sarà durissima, la vera battaglia. Al confronto la strana coppia Camusso-Squinzi contro il governo sarà solo un leggero antipasto".
Renzi resta stupito dall'assonanza tra sindacati e industriali "che insieme - dice - davanti alla scommessa politica di togliere per la prima volta alla politica e restituire ai cittadini e alle imprese, si oppongono. Lo ritengo un ottimo segnale che siamo sulla strada giusta". Per Renzi quello in atto è "uno scontro tra palude contro torrente impetuoso: chi in questi anni ha fatto parte dell'establishment - spiega - vive con preoccupazione i cambiamenti di merito e di metodo. Soffrono il fatto che si facciano le riforme senza concordarle con loro. Ma io vado avanti".
Sul proposito di "scardinare" la P.A., Renzi cita la riforma delle Province che "non si limita ai 160 milioni di euro di risparmi che facciamo sui consiglieri provinciali o ai 600 milioni di risparmi che facciamo con le spese collegate. Ha senso - si chiede - continuare ad avere più di 100 sedi della Banca d'Italia o dell'Agenzia delle entrate, per ogni struttura periferica dello Stato insomma? Ecco perché abbiamo voluto cominciare proprio dalla politica - spiega - perché solo riformando se stessa, la politica avrà le carte in regola per chiedere a tutti gli altri di cambiare".
Per questo Renzi parla dell'importanza di riorganizzare lo Stato attraverso la spending review visto che "non si tratta solo di tagliare". Il premier "non può poggiare sul contributo dei pensionati per dare ai lavoratori". Quanto alla revisione della spesa messa a punto da Cottarelli, pensa che sia "un'analisi seria e intelligente della situazione dello Stato" ma le slide "fanno apparire la spending come un mero documento ragionieristico".
L'obiettivo finale, spiega Renzi, è reperire risorse, ma "Non credo che sia giusto - aggiunge - chiedere un contributo a chi prende duemila euro al mese di pensione. Che poi chi ha delle super-pensioni d'oro, guadagnate con il sistema retributivo, possa essere in futuro chiamato a dare un contributo, non lo posso escludere".
Nei piani di Renzi c'è anche una riforma del pubblico impiego che deve " garantire maggiore efficienza e non dire 'adesso licenziamo 100 milaimpiegati'; per i dirigenti, semmai, ritengo sia tempo di ragionare sulla loro licenziabilità. Il dirigente pubblico non sarà mai più a tempo indeterminato".
Circa le istituzioni, il premier afferma che venerdì convocherà la riunione del Pd sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
La centralità delle riforme è importante anche in Europa. "È sulle riforme che si gioca la nostra credibilità". E anche con le istituzioni europee che non sono interessate "alle virgole". Anche per i partner europei "la crescita è il nodo centrale". Per gli italiani, aggiunge, "è l'ultima chance" e, promette, "non la falliremo". Per Renzi "L''Europa deve decidere che vuol fare del proprio futuro. Se vuole impostarlo su una maggiore attenzione alla crescita e all'occupazione. O se si limita a uno sguardo burocratico, tecnocratico sulla realtà. La nostra battaglia - precisa - non è per ottenere una deroga al 3% (un limite 'datato) ma nel semestre italiano vogliamo discutere, approfondire, capire cosa possiamo modificare per far sì che le regole del gioco aiutino l'Europa a crescere".
In conclusione Renzi parla anche dei 'sorrisini' tra Barroso e Van Rompuy e dell'inchiesta sulla sua casa Fiorentina. Sui sorrisi tra i leader europei il premier commenta: Se "son contenti e sorridono mi fa piacere. Quello per cui lavoro io è perché sorridano di più le famiglie italiane: in quest'ultimo periodo quando pensano all'Europa non sorridono granché". Mentre sulla casa risponde che per l'abitazione di Pontassieve ogni mese paga insieme alla moglie, come molti italiani, un mutuo trentennale. "La casa di cui parla di cui si parla è di un mio amico fraterno, che talvolta mi ha ospitato, aspetteremo che sia fatta chiarezza e vedremo chi ha ragione".
Tra un mese, dice Renzi, "prenderemo in mano la riforma della P.A., per scardinarla completamente. Lì vedremo il derby palude contro corrente, conservazione contro innovazione. Sarà durissima, la vera battaglia. Al confronto la strana coppia Camusso-Squinzi contro il governo sarà solo un leggero antipasto".
Renzi resta stupito dall'assonanza tra sindacati e industriali "che insieme - dice - davanti alla scommessa politica di togliere per la prima volta alla politica e restituire ai cittadini e alle imprese, si oppongono. Lo ritengo un ottimo segnale che siamo sulla strada giusta". Per Renzi quello in atto è "uno scontro tra palude contro torrente impetuoso: chi in questi anni ha fatto parte dell'establishment - spiega - vive con preoccupazione i cambiamenti di merito e di metodo. Soffrono il fatto che si facciano le riforme senza concordarle con loro. Ma io vado avanti".
Sul proposito di "scardinare" la P.A., Renzi cita la riforma delle Province che "non si limita ai 160 milioni di euro di risparmi che facciamo sui consiglieri provinciali o ai 600 milioni di risparmi che facciamo con le spese collegate. Ha senso - si chiede - continuare ad avere più di 100 sedi della Banca d'Italia o dell'Agenzia delle entrate, per ogni struttura periferica dello Stato insomma? Ecco perché abbiamo voluto cominciare proprio dalla politica - spiega - perché solo riformando se stessa, la politica avrà le carte in regola per chiedere a tutti gli altri di cambiare".
Per questo Renzi parla dell'importanza di riorganizzare lo Stato attraverso la spending review visto che "non si tratta solo di tagliare". Il premier "non può poggiare sul contributo dei pensionati per dare ai lavoratori". Quanto alla revisione della spesa messa a punto da Cottarelli, pensa che sia "un'analisi seria e intelligente della situazione dello Stato" ma le slide "fanno apparire la spending come un mero documento ragionieristico".
L'obiettivo finale, spiega Renzi, è reperire risorse, ma "Non credo che sia giusto - aggiunge - chiedere un contributo a chi prende duemila euro al mese di pensione. Che poi chi ha delle super-pensioni d'oro, guadagnate con il sistema retributivo, possa essere in futuro chiamato a dare un contributo, non lo posso escludere".
Nei piani di Renzi c'è anche una riforma del pubblico impiego che deve " garantire maggiore efficienza e non dire 'adesso licenziamo 100 milaimpiegati'; per i dirigenti, semmai, ritengo sia tempo di ragionare sulla loro licenziabilità. Il dirigente pubblico non sarà mai più a tempo indeterminato".
Circa le istituzioni, il premier afferma che venerdì convocherà la riunione del Pd sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
La centralità delle riforme è importante anche in Europa. "È sulle riforme che si gioca la nostra credibilità". E anche con le istituzioni europee che non sono interessate "alle virgole". Anche per i partner europei "la crescita è il nodo centrale". Per gli italiani, aggiunge, "è l'ultima chance" e, promette, "non la falliremo". Per Renzi "L''Europa deve decidere che vuol fare del proprio futuro. Se vuole impostarlo su una maggiore attenzione alla crescita e all'occupazione. O se si limita a uno sguardo burocratico, tecnocratico sulla realtà. La nostra battaglia - precisa - non è per ottenere una deroga al 3% (un limite 'datato) ma nel semestre italiano vogliamo discutere, approfondire, capire cosa possiamo modificare per far sì che le regole del gioco aiutino l'Europa a crescere".
In conclusione Renzi parla anche dei 'sorrisini' tra Barroso e Van Rompuy e dell'inchiesta sulla sua casa Fiorentina. Sui sorrisi tra i leader europei il premier commenta: Se "son contenti e sorridono mi fa piacere. Quello per cui lavoro io è perché sorridano di più le famiglie italiane: in quest'ultimo periodo quando pensano all'Europa non sorridono granché". Mentre sulla casa risponde che per l'abitazione di Pontassieve ogni mese paga insieme alla moglie, come molti italiani, un mutuo trentennale. "La casa di cui parla di cui si parla è di un mio amico fraterno, che talvolta mi ha ospitato, aspetteremo che sia fatta chiarezza e vedremo chi ha ragione".