ECONOMIA
Il cda Telecom è salvo
I soci di Telecom Italia hanno scelto di confermare l'attuale Consiglio di amministrazione. Respinta la proposta di revoca dal 50,3% dei presenti.

Il Consiglio di amministrazione di Telecom è salvo: l'assemblea dei soci ha respinto la revoca proposta da Marco Fossati, terzo azionista del gruppo e detentore del 5% attraverso la sua Findim.
Il voto
All'assemblea ha votato il 54,26% del capitale sociale. Contro la proposta Fossati si è espresso il 50,3%, mentre a favore si è pronunciato il 42,3%. Gli astenuti sono stati il 7,4%. Il voto sul primo punto all'ordine del giorno è arrivato al termine di un dibattito più di otto ore. Le sole operazioni di voto hanno richiesto oltre mezz'ora. L'assemblea non ha nominato i due consiglieri a integrazione del Cda. Per questo motivo, al momento il Consiglio ha 11 componenti
Fossati: "Sono più efficace fuori dal Cda"
Poche ore prima rispetto al voto in assemblea, Fossati ha spiegato di non voler entrare nel Cda di Telecom Italia. "Per far parte di una squadra - aggiunge Fossati - ci vuole coesione dei componenti del Cda che possano esprimere in modo chiaro un progetto al fine di intercettare capitali". Secondo Fossati, "non si può chiedere agli azionisti di partecipare ad un aumento di capitale senza che ci sia un progetto chiaro di remunerazione. Progetto che deve essere chiaro per ogni azionista, soprattutto anglosassone".
La vicenda Telefonica-Telecom
In giornata, l'amministratore delegato, Marco Patuano, ha preso le difese dell'attuale Cda: "E' il momento di superare le polemiche e le dietrologie e tornare a focalizzarci
sul futuro di Telecom''. Polemiche che sono sfociate nella richiesta di revoca del consiglio da parte di Marco Fossati, per "scarsi risultati aziendali". Una richiesta questa arrivata dopo l'operazione che ha portato Telefonica a prendere in mano le redini di Telco, la holding di controllo del gruppo (Telefonica possiede oltre il 46% di Telco, che a sua volta detiene oltre il 22% di Telecom Italia). Intanto, la Procura di Roma ha sentito come testimone l'ex amministratore delegato Franco Bernabè, dopo le indiscrezioni sulla possibilità che ci sia stata un'intesa occulta tra i maggiori azionisti di Telecom per favorire l'ascesa di Telefonica e sfuggire ai controlli della vigilanza.
Il voto
All'assemblea ha votato il 54,26% del capitale sociale. Contro la proposta Fossati si è espresso il 50,3%, mentre a favore si è pronunciato il 42,3%. Gli astenuti sono stati il 7,4%. Il voto sul primo punto all'ordine del giorno è arrivato al termine di un dibattito più di otto ore. Le sole operazioni di voto hanno richiesto oltre mezz'ora. L'assemblea non ha nominato i due consiglieri a integrazione del Cda. Per questo motivo, al momento il Consiglio ha 11 componenti
Fossati: "Sono più efficace fuori dal Cda"
Poche ore prima rispetto al voto in assemblea, Fossati ha spiegato di non voler entrare nel Cda di Telecom Italia. "Per far parte di una squadra - aggiunge Fossati - ci vuole coesione dei componenti del Cda che possano esprimere in modo chiaro un progetto al fine di intercettare capitali". Secondo Fossati, "non si può chiedere agli azionisti di partecipare ad un aumento di capitale senza che ci sia un progetto chiaro di remunerazione. Progetto che deve essere chiaro per ogni azionista, soprattutto anglosassone".
La vicenda Telefonica-Telecom
In giornata, l'amministratore delegato, Marco Patuano, ha preso le difese dell'attuale Cda: "E' il momento di superare le polemiche e le dietrologie e tornare a focalizzarci
sul futuro di Telecom''. Polemiche che sono sfociate nella richiesta di revoca del consiglio da parte di Marco Fossati, per "scarsi risultati aziendali". Una richiesta questa arrivata dopo l'operazione che ha portato Telefonica a prendere in mano le redini di Telco, la holding di controllo del gruppo (Telefonica possiede oltre il 46% di Telco, che a sua volta detiene oltre il 22% di Telecom Italia). Intanto, la Procura di Roma ha sentito come testimone l'ex amministratore delegato Franco Bernabè, dopo le indiscrezioni sulla possibilità che ci sia stata un'intesa occulta tra i maggiori azionisti di Telecom per favorire l'ascesa di Telefonica e sfuggire ai controlli della vigilanza.