ITALIA
Di Maio: "Non mi risulta alcun riscatto"
Silvia Romano sommersa di odio e minacce dopo la libertà
"Rischia di aver bisogno di una scorta" dice il ministro degli esteri dopo i numerosi insulti che la volontaria ha ricevuto dal suo arrivo in Italia. La Procura di Milano indaga per minacce aggravate. "Sono serena, nonostante tutto" ha detto la ragazza sentita dall'antiterrorismo di Milano

La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta per minacce aggravate dopo la serie di insulti e minacce di morte che stanno alimentando una campagna d'odio nei confronti di Silvia Romano. La cooperante liberata dopo 18 mesi di prigionia in Kenya e Somalia è stata bersagliata via social per aver scelto di abbracciare l'Islam e per il presunto riscatto pagato in cambio della sua libertà.
Di Maio: "A me non risultano riscatti" per la liberazione
Ma il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha detto: "A me non risultano riscatti" per la liberazione di Silvia Romano, "altrimenti dovrei dirlo". "Perché la parola di un terrorista che viene intervistato, si chiede il ministro, vale più di quella dello Stato italiano?", ha aggiunto riferendosi all'intervista al portavoce degli Shabaab che parlava del pagamento di un riscatto da parte dell'Italia. Di Maio è intervenuto anche sulle minacce alla ragazza: "Non voglio fare la morale" ma: "nessuno di noi sa cosa significa restare un anno e mezzo in mano ad una cellula terroristica che arruola i bambini, dei criminali. Aspettiamo che questa ragazza possa ritrovare una sua serenità: si sono invece scatenate una serie di minacce che rischiano di farle avere una scorta in Italia dopo che l'abbiamo liberata da una cellula terroristica. Forse è il caso di abbassare i riflettori su di lei".
Il ministro assicura: ''Tutto quello che si potrà fare per chiedere una maggiore sicurezza dei volontari impegnati nelle ong, lo faremo come ministero degli Esteri''.
Nonostante i messaggi minatori, Silvia Romano dice di sentirsi "serena" finalmente a casa a Milano, al Casoretto. Dopo la prigionia avrebbe voluto tanto stare a lungo con la sua famiglia, ma invece quei messaggi odiosi postati sui social o messi nero su bianco in missive e volantini, anche firmati da esponenti della Lega e della destra, le hanno fatto - suo malgrado - cambiare programma.
Ascoltata dall'antiterrorismo milanese: "Serena, nonostante tutto"
Dopo una visita di controllo da parte del suo medico, è stata sentita assieme alla madre dal responsabile dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dai carabinieri del Ros che indagano per minacce e sono in contatto con i colleghi di Roma che invece hanno aperto un fascicolo sul sequestro vero e proprio. Velo e tunica come vuole una tradizione islamica retriva, e ovviamente la mascherina, Silvia-Aisha, questo il suo nome dopo la conversione, ha avuto un lungo colloquio con gli inquirenti e gli investigatori milanesi ai quali ha confidato di sentirsi "serena" nonostante tutto.
Oltre a raccontare del suo periodo di volontariato trascorso in Kenya, Silvia ha messo in fila le minacce e gli insulti che, da quando è scesa dalla scaletta dell'aereo a Ciampino, sono andati moltiplicandosi e che l'hanno convinta ad aumentare la privacy anche sul suo profilo Facebook. Tra questi ad esempio un post di Vittorio Sgarbi, che ha scritto che la giovane "va arrestata" per "concorso esterno in associazione terroristica". Il messaggio che verrà vagliato dalla magistratura milanese, come quello di Nico Basso, consigliere comunale di Asolo (Treviso), 'venetista' capogruppo della civica "Verso il futuro", ed ex assessore leghista, che sotto la foto della giovane ha scritto "impiccatela".
Per proteggerla, la palazzina dove vive è presidiata notte e giorno dalle forze dell'ordine. Ma non è solo odio, a Silvia arrivano anche mazzi di fiori in segno di accoglienza, lo testimoniano pure quei cartelli di 'bentornata' affissi sul portone. Chi l'ha potuta incontrare l'ha trovata in buone condizioni e l'ha descritta come "una ragazza molto aperta e cordiale come sempre, molto reattiva" e ha definito una "balla" la voce circolata su una sua possibile gravidanza.
La mamma: "Vogliamo stare in pace"
"Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito", si è limitata a dire mamma Francesca. "Usate il cervello", ha aggiunto la signora, ribadendo di non voler rilasciare altre dichiarazioni. "Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace. Cerchiamo di dimenticare, di chiudere un capitolo e aprirne un altro".
Di Maio: "A me non risultano riscatti" per la liberazione
Ma il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha detto: "A me non risultano riscatti" per la liberazione di Silvia Romano, "altrimenti dovrei dirlo". "Perché la parola di un terrorista che viene intervistato, si chiede il ministro, vale più di quella dello Stato italiano?", ha aggiunto riferendosi all'intervista al portavoce degli Shabaab che parlava del pagamento di un riscatto da parte dell'Italia. Di Maio è intervenuto anche sulle minacce alla ragazza: "Non voglio fare la morale" ma: "nessuno di noi sa cosa significa restare un anno e mezzo in mano ad una cellula terroristica che arruola i bambini, dei criminali. Aspettiamo che questa ragazza possa ritrovare una sua serenità: si sono invece scatenate una serie di minacce che rischiano di farle avere una scorta in Italia dopo che l'abbiamo liberata da una cellula terroristica. Forse è il caso di abbassare i riflettori su di lei".
Una ragazza liberata da una prigionia durata 18 mesi, adesso rischia di dover avere la scorta in Italia?
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) May 12, 2020
Questa cosa la trovo assurda. Chiedo rispetto per Silvia Romano. Basta propaganda, attacchi e odio. Lei e la sua famiglia non si meritano tutto questohttps://t.co/6pvzbiUz8Z
Il ministro assicura: ''Tutto quello che si potrà fare per chiedere una maggiore sicurezza dei volontari impegnati nelle ong, lo faremo come ministero degli Esteri''.
Nonostante i messaggi minatori, Silvia Romano dice di sentirsi "serena" finalmente a casa a Milano, al Casoretto. Dopo la prigionia avrebbe voluto tanto stare a lungo con la sua famiglia, ma invece quei messaggi odiosi postati sui social o messi nero su bianco in missive e volantini, anche firmati da esponenti della Lega e della destra, le hanno fatto - suo malgrado - cambiare programma.
Ascoltata dall'antiterrorismo milanese: "Serena, nonostante tutto"
Dopo una visita di controllo da parte del suo medico, è stata sentita assieme alla madre dal responsabile dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dai carabinieri del Ros che indagano per minacce e sono in contatto con i colleghi di Roma che invece hanno aperto un fascicolo sul sequestro vero e proprio. Velo e tunica come vuole una tradizione islamica retriva, e ovviamente la mascherina, Silvia-Aisha, questo il suo nome dopo la conversione, ha avuto un lungo colloquio con gli inquirenti e gli investigatori milanesi ai quali ha confidato di sentirsi "serena" nonostante tutto.
Oltre a raccontare del suo periodo di volontariato trascorso in Kenya, Silvia ha messo in fila le minacce e gli insulti che, da quando è scesa dalla scaletta dell'aereo a Ciampino, sono andati moltiplicandosi e che l'hanno convinta ad aumentare la privacy anche sul suo profilo Facebook. Tra questi ad esempio un post di Vittorio Sgarbi, che ha scritto che la giovane "va arrestata" per "concorso esterno in associazione terroristica". Il messaggio che verrà vagliato dalla magistratura milanese, come quello di Nico Basso, consigliere comunale di Asolo (Treviso), 'venetista' capogruppo della civica "Verso il futuro", ed ex assessore leghista, che sotto la foto della giovane ha scritto "impiccatela".
Per proteggerla, la palazzina dove vive è presidiata notte e giorno dalle forze dell'ordine. Ma non è solo odio, a Silvia arrivano anche mazzi di fiori in segno di accoglienza, lo testimoniano pure quei cartelli di 'bentornata' affissi sul portone. Chi l'ha potuta incontrare l'ha trovata in buone condizioni e l'ha descritta come "una ragazza molto aperta e cordiale come sempre, molto reattiva" e ha definito una "balla" la voce circolata su una sua possibile gravidanza.
La mamma: "Vogliamo stare in pace"
"Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito", si è limitata a dire mamma Francesca. "Usate il cervello", ha aggiunto la signora, ribadendo di non voler rilasciare altre dichiarazioni. "Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace. Cerchiamo di dimenticare, di chiudere un capitolo e aprirne un altro".